Capitolo 74

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Appena finì la seconda ora di lezione, cominciai ad allontanarmi verso l'uscita dall'edificio.
Avrei saltato l'ora di scienze, ormai odiavo quella materia.

Non avevo dormito o riposato tutta la notte, nemmeno un minuto.
Quella mattina avevo dovuto utilizzare molto correttore per poter coprire le occhiaie, per fortuna ero riuscita a nasconderle abbastanza bene.
Inoltre indossavo la solita giacca a maniche lunghe che non tolsi mai: non potevo lasciare i polsi scoperti.

Ero entrata al college come sempre accompagnata da Jason, Lucas e Nora.
Loro non sospettavano assolutamente nulla, ero brava a fingere di star bene.

Appena uscii dal college controllai che nessuno mi stesse seguendo...mi sentivo osservata.

Mi strinsi nel cappotto durante il tragitto, ero insicura sulla mia scelta.
Stavo per incontrare Ray...di nuovo.
Mi avrebbe fatto del male?

Appena entrai nel bar mi guardai attorno, non vidi il mio stalker.
Mi accomodai ansiosa ad un tavolino, in attesa dell'arrivo di quel ragazzo fuori di testa.

Trovavo strano che fosse in ritardo, solitamente era sempre in anticipo, ormai lo sapevo bene.

Trascorsi mezz'ora in quel bar senza che nessuno si presentasse, ma io ero molto paziente e avrei aspettato.
Dieci minuti dopo stavo bevendo l'ennesimo caffè quando un rumore violento provenne al di fuori del locale.

Uscimmo tutti all'esterno per controllare cosa fosse accaduto, si potevano udire delle grida di aiuto.
C'era stato un incidente tra due macchine solo poco più in là rispetto al mio solito bar.

Subito venne chiamata la polizia e l'ambulanza, ma sembrava che nessuno avesse subito gravi danni.
Mentre mi trovavo lì, notai una figura scura fissarmi in lontananza: subito compresi.

Seguii Ray, ero abbastanza sicura che fosse stato lui a provocare l'incidente...era un folle senza un minimo di umanità.

Mi ritrovai a percorrere varie strade fino ad arrivare ad un bar in cui non ero mai entrata.
Appena aprii la porta, trovai il mio stalker seduto ad un tavolo in un angolo del locale.

Le pareti erano in legno come le sedie e i tavoli, mentre i divanetti erano ricoperti di pelle verde scura.
Era un luogo insolito, ma non mi soffermai molto sul resto dei dettagli.

Mi avvicinai camminando rapidamente e con la rabbia che mi scorreva nelle vene.

"Ma sei impazzito? Che cazzo fai?" gli urlai contro.

"Buongiorno anche a te." rispose strafottente.

"Come hai potuto farlo?" chiesi disgustata.

"Beh è stata una conseguenza di una tua azione, io ho solo fatto da tramite. Ora siediti." ordinò, afferrandomi il braccio e tirandomi in basso per farmi sedere.

"Non mi toccare!" esclamai furiosa, allontanando la sua mano.

"Va bene," alzò le mani in segno di resa e sorridendo "allora posso alzarmi anch'io." e così fece.

Ci fissammo per qualche istante, poi, sentendomi a disagio, mi misi a sedere.
Ray fece lo stesso con un'espressione soddisfatta in volto.

Sospirai.

"Mi fai schifo." constatai.

"Potevi rispondere al mio messaggio anziché ignorarlo, non sarebbe accaduto ciò che tanto ti turba."

"Quindi ora sarebbe colpa mia?" domandai incredula.

Non avevo ancora abbassato il tono di voce.

"Ho dovuto dimostrarti che ho ragione."

"Cosa hai dimostrato, facendo del male a due persone innocenti?" mi sporsi verso di lui, appoggiando le braccia sul tavolino e cercando di abbassare la voce.

"Te lo spiego subito: intanto sei rimasta ad aspettarmi per più di quaranta minuti in quello stupido bar, poi io ho causato un incidente, il fracasso ti ha spinta ad uscire per controllare che cosa fosse successo, mi hai visto e mi hai seguito fino a questo bar. In conclusione ti ho portata a fare quello che volevo io." spiegò.

Rimasi sconcertata per qualche secondo, poi mi alzai furiosa e mi allontanai per andare lontano da lì il più presto possibile.

Non ero solo infastidita da quella dimostrazione.
Se mi aveva portata in quel luogo doveva esserci un motivo, perché si sentiva così sicuro di sè? Non mi fidavo di lui, cosa lo rendeva superiore a me in quel bar?

Ad un tratto mi afferrò per un polso e sobbalzai al ricordo della giornata precedente.
Ritirai il braccio, massaggiando la parte indolenzita con l'altra mano.

"N-non devi toccarmi, stai lontano da me." lo avvertii, indietreggiando di qualche passo "Perché sono qui?" chiesi dopo qualche secondo.

"Dobbiamo parlare del tuo rapimento."

Restai a guardare Ray negli occhi per qualche secondo, mi stavo preparando psicologicamente a correre come non avevo mai fatto in vita mia.

Dovevo trovare il momento giusto per scappare.

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora