Capitolo 61

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"Perché io lo sto scoprendo solo ora?" domandai a mio padre.

"Non trovavamo mai il momento per dirtelo, non è un argomento semplice. Poi abbiamo deciso di non parlartene, altrimenti ti saresti distratta e avresti cominciato a girare il mondo per cercare tua sorella. È stato meglio così per tutti." lo guardai non molto convinta.

"Se ti può consolare, anch'io l'ho scoperto oggi." si immischiò Grace e le rivolsi lo stesso sguardo.

"Non avete mai cambiato la serratura dopo...la sua fuga." considerai.

"Tua madre sapeva che lei aveva le chiavi con sè e perciò preferì non cambiarla...sperava che un giorno sarebbe entrata da quella porta." mi spiegò mio padre malinconico.

Era stato un grande dolore per i miei genitori, glielo leggevo negli occhi e potevo ben immaginare la mamma.

"Perché avete fatto nascere me dopo vent'anni? Non era bastata lei per deludervi?" domandai ancora.

"Hey!" Grace si sentì offesa ed io sfoderai un chiaro sorriso falso.

"No...la mamma voleva riavere una figlia, così una volta superato il dolore..."

"...mi hanno rimpiazzato con te." concluse la donna.

"Stai dicendo che sono un surrogato di mia sorella?" esclamai infastidita.

Mio padre biascicò qualche parola priva di senza senso, evitando i nostri sguardi.

"Beh noi volevamo avere due figlie nonostante la sua fuga, quindi non sei un surrogato. Saresti nata comunque, in questo modo si spiega il letto a castello nella tua camera...non ci hai mai pensato?"

"Avete tenuto il letto a castello anche per lei?" chiese Grace emozionata.

"A quanto pare..." commentai "Ora c'è un'ultima cosa da spiegare." affermai, guadagnandomi l'attenzione dei due.

"Cosa?" chiese mio padre.

"Come ci siamo arrivati tutti qui e in questo momento? E perché tu indossi quel vestito?" la seconda domanda era riferita a Grace.

"Mi è arrivato per posta e nella scatola c'era un biglietto con questo indirizzo, la data di oggi e l'orario. Ho capito che dovevo presentarmi qui con questo vestito, ma ora che ci penso..." Grace si perse nei suoi pensieri.

"Cosa?" domandai io.

"Chi mi ha mandato questo?" indicò l'abito azzurro che indossava.

"Io lo so, ma è meglio che voi non siate al corrente di...questo." dissi nervosa "Grace stai tranquilla, puoi tenerlo." provai a rassicurarla, ma con scarsi risultati.

"Tu papà? Hai qualcosa da dire sul tuo ritorno improvviso? Sai cosa avevo detto alla mamma." feci allusione alla video chiamata in cui le avevo riferito la mia decisione.

"Io ti volevo parlare proprio di questo, ma forse è meglio domani, come avevamo deciso." affermò mio padre con uno sguardo eloquente.

Non voleva parlarne davanti a Grace.

Ad un tratto il campanello suonò.
Immediatamente pensai allo stalker, ma non avrebbe avuto senso bussare alla porta, giusto?

"Chi diavolo è adesso? Tra un'ora sarà mezzanotte...e si prospetta proprio un bel 2017." dissi sarcastica e con un sorrisetto amaro.

Grace ricambiò il mio sorriso mentre mio padre sospirò.
Ora credevo sul serio che fossimo sorelle.

Mi affacciai allo spioncino della porta e vidi i tre che avevo abbandonato nel locale qualche ora prima.
Improvvisamente mi ricordai di loro e decisi di permettergli un'entrata trionfale.

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora