Capitolo 28

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Una volta varcata la soglia di quell'edificio, mi sentii strana e non ero solo io.
Lucas aveva un'aria afflitta e teneva lo sguardo basso, rimanendo in silenzio.

"Lucas." lo chiamai a voce bassa.

Ormai era notte fonda, era già venerdì e per strada non c'era nessuno. Il buio dominava la notte ed era interrotto da qualche lampione di luce bassa.
Le case chiuse e silenziose, la strada vuota e triste.

Il mio amico alzò lo sguardo e mi fissò.

"Guarda che non è niente, puoi risolvere con Jill." lo rassicurai, mettendo una mano sul suo braccio.

"No, non è quello." disse sconsolato.

"Allora perché stai così? Domani i nostri amici usciranno di lì, non è colpa nostra e noi non possiamo aiutarli."

"Sì, hai ragione." disse, ma continuò ad avere quella sua aria triste.

Non dissi più nulla per tutto il tragitto fino alla macchina e per il viaggio stesso.

"Quel poliziotto pensava che io e te fossimo fratelli." disse Lucas ad un tratto, sorridendo.

"Come puoi dirlo?" domandai confusa.

"Si capiva da come parlava." affermò convinto.

"Beh magari lo siamo per davvero," sorrisi, guardando fuori dal finestrino "magari anche i miei o i tuoi genitori una notte a capodanno si sono ubriacati e non si ricordano di avere avuto un figlio o una figlia." continuai.

"Nicole, un bambino non si fa in una notte, ci vogliono nove mesi." disse, sorridendo.

Girai il busto verso di lui, mentre mi si cominciavano ad illuminare gli occhi.

"Magari aspettavano uno di noi due e quella notte qualcuno è nato, ma poi se ne sono dimenticati e dei matti hanno rapito il neonato." affermai, mentre lui fece una smorfia.

"Smettila, Nicole." disse, aggrottando le sopracciglia.

"Hey" gli diedi giocosamente una pacca sulla spalla "stavo scherzando."

"Lo so, ma così sembra credibile." affermò, cercando di guardarmi.

In effetti non aveva tutti i torti, in un certo senso era inquietante.

"Però magari siamo fratelli lo stesso, ma in un modo più tranquillo." dissi e lui mi lanciò un'occhiata.

"Un po' ti assomiglio." affermai, ridendo.

"Non direi, tu sei femmina ed io sono maschio. Qualche differenza ci sarebbe, anche se fossimo fratelli." rise.

"Io sono mora e tu sei biondo," cominciai "tu sei alto e io sono bassa."

"Molto bassa." disse allungando la 'o'.

Gli diedi un colpo sul braccio.

"Dicevo, tu sei alto e io sono bassa," ripresi "ma abbiamo lo stesso colore di occhi." conclusi.

"Quindi ti basi solo su questo per affermare una cosa del genere?" domandò, ridendo.

"Stesso colore degli occhi." ripetei, cantilenando.

"Va bene, se ti rende felice, siamo fratelli." si arrese e parcheggiò la macchina.

Appena scesi, il mio sorriso si spense e rimasi immobile accanto alla portiera.

"Va tutto bene?" chiese Lucas preoccupato.

"Dovrò dormire da sola." affermai a bassa voce, mantenendo lo sguardo fisso su un punto indefinito dell'edificio buio.

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora