Non seppi quanto tempo trascorse prima che tornasse qualcuno in quella stanza, ma sicuramente delle ore.
Durante quel tempo lasciai che i pensieri mi distruggessero.
Avevo due parole fisse nella mente: Klaus Colbay.
Cosa diavolo voleva dire? Non poteva essere...mio fratello.
Forse era stato adottato...o abbandonato?Avevo avuto una conversazione con Lucas molto mesi prima in cui avevamo parlato delle nostre famiglie.
Egli mi aveva detto di essere orfano.Ma Lucas e Klaus erano due persone diverse o c'era un minimo di verità nel falso personaggio?
Ero troppo confusa, avevo bisogno che lui mi aiutasse a capire.
Ad un tratto si accesero delle luci elettriche.
Rimasi abbagliata da queste: ormai erano parecchie ore che non vedevo della luce.
Ad un tratto mi venne un dubbio, se mi fossi trovata lì già da giorni?Quando riuscii ad abituarmi, scrutai la stanza.
Le pareti erano di una vecchia tinta bianca, si poteva notare dall'ingiallimento e dalla muffa sparsa sul soffitto.
La stanza appariva grande, ma non sapevo se continuasse o meno alle mie spalle.
Nell'angolo alla mia sinistra c'era un letto singolo, mentre davanti a me vi era una porta.Dopo pochi minuti quest'ultima si aprì, rivelando Ray Evans, la persona che temevo di più al mondo.
Mi mossi sul posto a disagio.Sentivo freddo.
"Bene bene bene...Ciao Nicole." cantilenò, chiudendosi la porta alle spalle.
Lo scrutai mentre si avvicinava a me con disinvoltura.
"Ti vedo pensierosa." affermò, prendendomi in giro con uno stupido sorriso in volto.
"Questa stanza è molto triste e vuota...non trovi anche tu?" continuò ed io alzai gli occhi al cielo istintivamente.
Ray si avvicinò pericolosamente a me.
"Sai, hai proprio dei bei polsi, vorresti anche che ti rendessi qualche altra parte del corpo di quel colore? Non so, magari facciamo questo gioco appena alzi di nuovo gli occhi al cielo in mia presenza." strappò via lo scotch dalla mia bocca.
Mugolai dal dolore, quasi ringhiandogli contro.
"Avevo ragione anche a proposito del tuo rapimento o sbaglio?" lo guardai in tralice.
"Lucas mi ha detto che ora sei diventata improvvisamente silenziosa, hai fatto progressi finalmente." confermò.
"Non ho fatto proprio un cazzo." dissi acida.
Ray rise.
"Lo trovi così divertente?" domandai con lo stesso tono.
"Potrei rovinarti la vita in altri mille modi, eppure mi trattengo dal non farlo." mi avvisò.
"Credi di essere più potente solo perché sei più alto e forte di me, mentre io sono legata con queste catene a distruggermi mentalmente?" domandai retorica, alzando il tono di voce.
"Beh, non ci crederai, ma lo sono, ed al momento non mi sembra che tu possa permetterti di parlare."
"Pensi davvero di essere migliore di me?" Non seppi come, ma riuscì a sfuggirmi una risata.
"No, affatto. Sono una persona violenta e ossessiva...e tu di conseguenza non dovresti ridere, non mi faccio scrupoli, l'hai provato sulla tua stessa pelle." improvvisamente ammutolii.
Ray si mise in ginocchio davanti a me, nonostante ciò, risultava essere comunque più alto.
"Mi diverto a fare del male alle persone, le spio, le seguo, le perseguito...posso ucciderle, picchiarle o farle a pezzi." sorrise, guardandomi negli occhi "E tu hai paura di me." affermò.
Improvvisamente colpì la colonna con una mano, proprio accanto alla mia testa, sobbalzai.
"Terrorizzata" appoggiò le dita sui miei polsi viola "come sempre." strinse con veemenza, passando sotto quelle strane manette che mi bloccavano.
Trattenni un grido che in parte sfuggì, mentre lui non accennava a lasciare la presa.
Dopo qualche secondo mi lasciò andare ed io sospirai dal sollievo, aprendo gli occhi.
Con le dita infilò delle ciocche di capelli dietro le mie orecchie e un brivido mi percosse lungo tutto il corpo."Adori vedermi soffrire." affermai mentre lui sembrava quasi incantato da quella tortura.
"Non puoi nemmeno immaginarlo..." mormorò.
"Perché proprio io?" domandai, cercando di non far trapelare la voce tremolante.
"Perché no?"
Non mi accorsi nemmeno di quando sfilò un coltello affilato dai jeans.
Appena entrò nel mio campo visivo, istintivamente provai ad alzarmi."Tu non vai proprio da nessuna parte." disse Ray, mantenendomi in quella posizione.
"Cosa vuoi fare?" quasi gridai.
"Ti ho detto che ci saremmo divertiti un mondo, ricordi?" assunse un tono inquietante.
"Ray, per favore..." mormorai in preda al panico.
Non riuscivo a stare ferma e ciò peggiorava la situazione.
Stava avvicinando il coltellino particolarmente affilato al mio volto."...non uccidermi in questo modo." ansimai mentre non avevo più saliva.
"Oh tranquilla, possiamo divertirci in tanti altri modi, non ho bisogno di ucciderti." ridacchiò.
"Non farmi questo...Ray, puoi essere migliore di così." farneticai.
"Hai ragione." confermò, lasciandomi incredula "Perciò hai due scelte: o torturo Nora o torturo te. Ogni tua parola è un ordine." rise, allontanando per qualche istante la lama da me.
"Se provi a toccare Nora-" mi interruppe.
"Voglio una risposta, non delle minacce da parte di una ragazza che al momento è legata ad una colonna, sai, non sei molto credibile." mi riprese annoiato.
"Tortura me, ti prego."
Non lanciai mai grida tanto acute in vita mia come quella volta.

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Fallen In Florida
Mystery / Thriller[ COMPLETA ] Nicole, giovane donna di quasi vent'anni, è costretta ad accettare una borsa di studio in un ambito istituto in Florida, a Miami, e ad abbandonare la sua vita a Londra. Lì dovrà ambientarsi nella vita da collegiale, scoprire nuovi amor...