Capitolo 64

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Stavo uscendo dalla classe del professor Law, la terza ora di quel lunedì stava per cominciare.

"Nicole," mi sentii chiamare "sono preoccupato per te." affermò il professore.

Eravamo rimasti in pochi nell'aula, ormai ci stavamo dirigendo in corridoio.
Mi fermai e sospirai.

Non volevo parlare con lui, in teoria non avrebbe nemmeno dovuto sapere nulla a proposito dello stalker, non glielo avrei mai detto se non l'avesse capito da solo.

"Sei stata assente per un mese." insistette.

Vidi gli ultimi studenti uscire dalla classe e solo allora mi girai a guardarlo.

"Lo so." dissi con aria triste "Ho avuto da fare."

Mi appoggiai ad un banco.

"C'entra sempre quella storia, vero?" domandò eloquente.

"Probabile." affermai anche se la risposta sarebbe dovuta essere positiva.

"Cosa ti ha fatto?" chiese preoccupato.

"Senta, non penso di poterne parlare ora, ho lezione e-" mi interruppe.

"Posso giustificarti."

Sospirai in difficoltà.

"Ha occhi e orecchie ovunque...non ce la faccio più a vivere così." affermai sconsolata.

Ormai ero esausta di questa situazione, stavo crollando.

"Nicole, tu sei forte, devi resistere." fece un passo in avanti.

"Non posso resistere in eterno, non ho bisogno di parole di consolazione, voglio solo che finisca ciò che ha iniziato...anche se forse significherà morire!" alzai il tono della voce.

Ero sicura di avere un aspetto stanco e forse un po' trasandato.

"È quello che vuole lui, non lo capisci? Lo sta facendo apposta, vuole che tu sia in questo stato di disperazione per poterti attaccare e distruggere."

Non pensavo che in sole due settimane lo stalker sarebbe riuscito a stravolgere la mia vita, solo allora me ne resi conto.
Pensavo di aver affrontato meglio la questione, ma non era affatto così.

"Io non ho più nulla." affermai con la voce che mi tremava e gli occhi lucidi.

"Non è vero che non hai più nulla, hai i tuoi amici, la tua-" lo interruppi.

"Famiglia?" lui annuì "Beh non è vero, mi ha tolto i miei genitori, Jill Morgan e mi ha stravolto la vita quando mi ha aiutato a scoprire che ho una sorella di quarant'anni sposata e con una figlia! Lo capisce cosa ha fatto? Io ho paura di perdere Jason e anche i pochi amici che mi sono rimasti.
Lentamente, sto rimanendo sola." delle lacrime cominciarono a solcarmi le guance ed io le asciugai immediatamente.

"Io...non capisco, cosa ha fatto per farti arrivare a questo punto? Come ha fatto a fare tutto questo?
Forse se ti ha tolto la famiglia dovresti provare a riprendertela, in questo modo rovinerai i suoi piani."

"Se qualcosa non andrà come lui vuole, sarò io a rimetterci e me ne pentirò, eccome se me ne pentirò."

"Hai paura di lui." considerò.

Respirai pesantemente.

"È vero." ammisi, rendendomene conto solo in quel momento.

"Da quando?" aveva un'espressione contratta, mi guardò negli occhi.

"Io...non lo so, d-devo andare ora. Arrivederci." mi diressi rapidamente in corridoio, lasciando il professore da solo.

Mentre camminavo, notai che le mie mani tremavano, non riuscivo a non piangere.
Avevo resistito tutto questo tempo ed ora ero scoppiata.

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