Capitolo 93

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Ogni tanto riuscivo ad udire le minacce di Ray ed ogni volta mi terrorizzavano sempre più.

Arrivai a correre così tanto da non avere più fiato, costringendomi pericolosamente a fermarmi.

Non ero abbastanza in forze per continuare a fuggire.
In quel momento mi ritrovai ad essere scoraggiata, ero sicura che mi avrebbe trovata: io ero nettamente in svantaggio.

Non feci in tempo a struggermi ancora che ad un tratto svoltai un angolo e ritrovai Ray a pochi passi da me.

L'ultima cosa che vidi, fu che mi colpì alla testa con un oggetto pesante che non riuscii a riconoscere.

***

Jason's POV
Jill mi stava aspettando per strada con una macchina in affitto che Lucas non avrebbe potuto riconoscere.
Uscimmo circa mezz'ora dopo rispetto a lui.

Insieme ci recammo davanti l'università e, quando trovammo l'autoveicolo di Lucas, ci parcheggiamo almeno a trenta metri di distanza e rimanemmo lì per tutto il tempo necessario.
Era mercoledì, quindi in teoria Lucas avrebbe dovuto trascorrere quattro ore all'interno del college.

"Com'è andata stamattina con lui?" si interessò Jill.

La radio a volume basso era un leggero sottofondo per la nostra conversazione.

"È stato difficile...ancora non riesco a credere che sia stato lui ad aver organizzato tutto questo. Il personaggio di Lucas sembra così reale..." commentai.

"Lo so, anche per questo ho deciso di andare via da Miami tempo fa." sospirò "Nora come sta?"

"In questi giorni l'ho vista pochissimo, nonostante siamo distanti un paio di camere. Sta affrontando malissimo la situazione, ho provato ad aiutarla, ma si rifiuta di farmi entrare in camera. A volte mangia, ma pochissimo." affermai seriamente preoccupato.

"In tutto questo ci stiamo preoccupando solo di Nicole, mentre dovremmo pensare anche a lei e a noi stessi. Stiamo soffrendo tutti, ma sappiamo che lei ha una personalità particolare: i sentimenti la colpiscono più in profondità." commentò.

"Lo so, ma per il momento Nicole ha la precedenza...lei potrebbe avere i giorni contati. Per il dolore abbiamo una vita intera, ma solo ora possiamo cercare di evitarlo riportandola a casa." affermai e poi rimanemmo in silenzio per svariati minuti.

Trascorse almeno un'ora e mezzo prima che qualcosa cambiasse.

Conversammo ancora, ma la maggior parte del tempo la trascorremmo a torturarci con i pensieri.

Ad un tratto vedemmo Lucas uscire dall'edificio ed entrare in una macchina che non gli apparteneva.

"Sbaglio o lui dovrebbe essere in classe ora?" chiesi retorico.

"Vediamo cosa sta combinando. Il fatto che abbia cambiato macchina è leggermente sospetto." disse sarcastica.

Jill accese il motore della macchina e partì poco dopo Lucas.

"Non posso credere che stia succedendo davvero tutto questo." commentai a bassa voce.

"Io ormai l'ho accettato, tu l'hai scoperto solo poco tempo fa, è normale che cerchi di rifiutare questa situazione." sospirò "La tua ragazza rapita dal tuo migliore amico e da uno sconosciuto...è assurdo."

"A questo punto avrei preferito che mi avesse tradito con lui, almeno saremmo caduti nel solito cliché."

"Uno dei peggiori tradimenti della storia dell'umanità." commentò "Ma almeno staremmo tutti bene, più o meno."

Cercavamo solo di sdrammatizzare.

"Rallenta, se ti avvicini troppo ci vedrà." la consigliai ansioso.

Ci distanziammo di qualche macchina da Lucas.

"Non ho mai pedinato qualcuno prima d'ora." affermai.

"Io sì, proprio lui...qualche mese fa." disse Jill.

"Quindi è per questo che guidi tu?" considerai dato che mi aveva vietato di sfiorare i comandi della macchina quando glielo avevo chiesto.

"Esatto. Anche perché guido meglio di te."

"Non penso proprio." ridacchiammo, ma subito ci sentimmo in colpa.

Era la prima volta che riuscivo a sorridere dalla scomparsa di Nicole.

Trascorremmo qualche secondo in silenzio.

"Non è sbagliato andare avanti, Jason." disse Jill.

"Ma è sbagliato tornare a ridere ora, non penso che Nicole sia felice in questo momento." sospirai.

"Se è per questo nemmeno noi siamo felici. Al momento stiamo facendo qualcosa per lei, se ridiamo è giusto allentare un po' questa tensione continua." affermò, cercando di convincere sé stessa.

"Già, hai ragione."

"Siamo all'aeroporto." affermò Jill subito dopo "Perché siamo all'aeroporto?" ripetè, fissandomi ansiosa in cerca di una spiegazione.

Stavamo entrando nel parcheggio per le macchine.

"Non chiederlo a me, non ne ho idea."

"E se stesse scappando dal Paese?" si agitò.

"Non penso affatto. Mi ha detto che ci saremmo visti dopo a casa e se non vuole che io sospetti di lui, dovrà presentarsi. E poi che fine farebbe Nicole?" la smentii immediatamente ed in parte sembrò calmarsi "La polizia non gli permetterebbe di fuggire in questo momento, avrebbe bisogno di documenti falsi." aggiunsi.

"Okay, ora parcheggio e cerchiamo di capirci qualcosa..." sospirò.

Vedemmo Lucas scendere dall'automobile nera e allontanarsi all'interno dell'aeroporto, guardandosi nervosamente attorno.
Egli indossava una felpa nera con cappuccio e dei jeans dello stesso colore: sarebbe passato abbastanza inosservato.

"Dovremmo andare." disse Jill.

"No, aspettiamo qui. Tornerà prima o poi, riusciremo a capire."

Dopo circa un quarto d'ora lo vedemmo tornare insieme ad un alla persona che in lontananza non riuscivamo a riconoscere.

Solo quando entrambi si trovarono a pochi metri dalla macchina riuscii a capire chi fosse l'altra figura.

"Ma quello è il padre di Nicole." mormorai.

"Cosa ci fa qui? Per giunta con Lucas..."

"Forse sono complici o hanno una sorta di accordo. Questo non ha senso." borbottai confuso.

"Il padre insieme al rapitore della figlia che è anche suo figlio...forse Lucas lo ricatta?" chiese Jill.

"Douglas sapeva che Lucas era lo stalker di Nicole. Lo stava proteggendo qualche mese fa e si era rifiutato di aiutare la mia ragazza a salvarsi da lui." ricordai rancoroso.

"Stanno andando via." affermò la mia amica prima di accendere la macchina e ripartire.

Cosa diavolo stava succedendo?

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