Capitolo 66

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"Tu..." mormorai guardando Nora con disprezzo.

Non potevo credere che quella che consideravo un'amica, mi avesse tradita in questo modo.
Non potevo accettarlo.

"Posso spiegarvi, io-" Jason la interruppe.

"Cosa c'è da spiegare? Non mi sembra complicato capire che anche tu ora sei contro Nicole, contro i tuoi amici." affermò duro.

In quel momento non notai la reazione di Nora, ero convinta che fosse stata lei ad avermi perseguitata fino a quel momento.
Non riuscivo a comprendere le mie emozioni, forse ero arrabbiata, magari spaventata o semplicemente delusa e triste.
Probabilmente in minima parte provavo ognuno di quei sentimenti.

"Io vorrei solo sapere il motivo di tutto questo, non credo affatto di averlo meritato." dissi sconsolata.

Nora si stava appiattendo verso il muro, aveva un'espressione spaventata in volto.

"Io sono stata costretta a fare questo!" esclamò improvvisamente.

La sua voce fece eco nel palazzo mentre lei respirava rumorosamente e in modo rapido, come se fosse affaticata.
Dopo vari attimi, calò il silenzio più totale.

Feci una smorfia confusa e lanciai un'occhiata al mio ragazzo.

"Che diavolo vuoi dire?" domandò Jason alterato.

"Qualcuno mi ha minacciata." affermò e per un attimo mi sembrò che stesse piangendo, ma non era così.

Era solo terribilmente spaventata.

"Spiega, Nora." dissi con veemenza.

Stavo tremando a causa della paura di poter scoprire qualcosa che forse avrei preferito non sapere.

"Ah giusto, beh...qualche giorno fa ho ricevuto degli strani messaggi che dicevano cose che...riguardavano te." Nora mi guardò negli occhi "C'era anche un video di pochi secondi che ti riprendeva mentre stavi facendo le cose di tutti i giorni...questa persona ti ha spiata continuamente, Nicole." disse sconvolta mentre gesticolava "Sono stata costretta a vestirmi in questo modo" si indicò "ed entrare in camera tua per mettere a posto una certa cartellina grigia. Il resto...lo sapete." concluse.

"Tutto qui?" domandai incredula.

Ovviamente il mio istinto fu quello di crederle subito, ma mi venne il dubbio che non potesse essere la verità.
Voglio dire, se lei era lo stalker, di certo non me lo avrebbe detto.

"Beh ho fatto quello che mi ha detto e quando sono entrata in camera tua, per sbaglio ho fatto cadere delle cose. Questi vestiti me li ha dati quella persona, qualche giorno fa li ho trovati sul mio letto insieme alla cartellina grigia." chiarì.

"Ma perché hai accettato di fare questo? Potevi parlare con me. Ti avrei spiegato tutto." mi agitai ancor di più.

"E cosa avrei dovuto dirti? Mi ha minacciato, Nicole, non volevo rischiare. In fondo non ho fatto nulla di male, ho solo messo in camera tua una stupida cartellina. Non volevo correre un grande rischio rifiutando di fare una cosa così piccola e stupida, non avrebbe avuto senso." ribattè.

"Ma in questo modo hai tradito la mia fiducia!" esclamai sofferente.

Io volevo bene a Nora, ma ora come avrei fatto a fidarmi ancora di lei?

"Lo so, ma l'ho fatto per te! Non volevo che fosse lui ad entrare in casa nostra, almeno io non ti ho fatto del male..." alzò il tono della voce.

Un brivido mi percosse.
In fondo lei mi aveva salvata da un attacco dello stalker, sicuramente lui non si sarebbe limitato a mettere la mia cartellina in camera.
A meno che lo stalker non fosse stata lei, allora tutto sarebbe stato differente.

"Cosa ti ha detto per spingerti a fare questo? Come ti ha minacciata?" chiesi, cercando di calmarmi.

"Preferisco non parlarne...non avreste dovuto scoprirmi, ora non lo so cosa accadrà.
Lo capisci che in questo modo ti ho salvata?"

"Sì che lo capisco, ma il problema è che a lui non interessava nulla di quella cartellina." affermai.

"Cosa intendi?" domandò Jason, lanciandomi un'occhiata che non riuscii a comprendere.

"Lui voleva che la scoprissimo, in questo modo ora non potrò più riuscire a fidarmi di Nora.
Era tutto programmato, sta cercando di isolarmi, vuole togliermi tutto e tutti.
Proprio come ha scritto sulla porta..." mi rivolsi a Jason sofferente.

"Ah, quella scritta l'ho dovuta fare io, ma non penso che ora abbia importanza." aggiunse Nora.

"No, non mi interessa chi abbia fatto quella scritta, premette solo le intenzioni dello stalker. È il contenuto che importa." sospirai "Almeno ho la consolazione che tu abbia fatto tutto questo in buona fede, almeno so che lo stalker mi ha fregata ancora una volta, mi dispiace solo per la nostra amicizia. Ci vorrà del tempo prima che io riesca a riacquistare fiducia nei tuoi confronti." dissi a Nora.

"Lo capisco, sarò paziente." concordò e fece per salire le scale ma poi si fermò.

"Non mi hai mai parlato di tutto questo, non sto capendo bene la situazione, se l'avessi saputo probabilmente le cose sarebbero andate un modo diverso." affermò tristemente.

"Appena me la sentirò, ti spiegherò tutto." la rassicurai.

"Lucas lo sa? E Jill?" domandò in ultimo.

"No, loro non sanno nulla e non devono sapere." mentii per metà.

Avevo il sospetto che Jill in realtà sapesse, anzi, ne ero ormai certa.

"Okay." mormorò lei prima di salire le scale.

"Okay." dissi io.

***

Avevo trascorso la notte insonne ed anche Nora non riuscì a prendere sonno.
Ero troppo nervosa, perciò dopo qualche ora smisi di provare a dormire.
Ciò mi innervosiva solo maggiormente.

Andai in salone e decisi di vedere la televisione, ovviamente un programma di cucina.
Non sapevo il motivo, ma vedere sfide culinarie mi piaceva. Mi accoccolai sul divano e abbassai il volume al minimo, non volevo assolutamente che qualcuno si svegliasse.

Devo ammettere che ero leggermente assonnata, ma non potevo togliere dalla mente certi pensieri.
Ricordavo continuamente la giornata appena trascorsa.

"Anche tu sveglia?" una flebile voce provenne da dietro di me.

Non mi voltai.

"Già..." sospirai.

"Posso sedermi accanto a te? Nemmeno io riesco a dormire." chiese Nora.

"Fai pure." concessi con un tono un po' troppo freddo.

La mia amica fece il giro del divano e poi si accomodò vicino a me, mentre io la ignoravo completamente.

Non ero arrabbiata, mi sentivo solamente confusa.

"Torneremo amiche un giorno?" domandò dopo qualche minuto.

"Noi siamo amiche, Nora." affermai.

"Non puoi negare che qualcosa non sia cambiato."

"Ho solo bisogno di pensare...non mi fido ciecamente di te, ma tanto avevo smesso di avere quel tipo di fiducia in chiunque molto tempo fa." confessai e per la prima volta le rivolsi uno sguardo.

"Nemmeno in Jason?" chiese.

"In nessuno."

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora