Capitolo 53

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Cominciai a tremare impercettibilmente.

"Ragazzi abbiamo un problema, venite con me." dissi alzandomi e camminando verso la mia camera da letto.

Quando fummo tutti all'interno, Clare chiuse la porta.

Con noi c'era anche Jason.

"C'è questa scatolina." affermai con il fiatone nonostante non avessi corso.

Jack si avvicinò e la afferrò.

"Ma chi diavolo ci ha messo la carta con le principesse?" domandò quest'ultimo, osservando bene il pacchetto.

"È anonimo." risposi.

"Stai dicendo che qualcuno si è introdotto in casa e ti ha lasciato un regalo del genere?" domandò Jason.

"Beh è lo stalker, mi sembra così chiaro." disse Clare risoluta.

"Solo lui potrebbe fare...questo." mi rivolsi a Jason.

Rimanemmo a fissarci in silenzio per qualche secondo, poi Jack scosse la scatola vicino il suo orecchio.

"È vuota?" domandò più a sè stesso che a noi.

"Forse la dovremmo aprire." dissi per metà affermazione e per metà domanda.

"Ma se ci fosse qualcosa di pericoloso al suo interno?" parlò Jason.

"Ha ragione, lo sappiamo chi è il mittente, dobbiamo aspettarci di trovare qualunque cosa." commentò Clare.

Jack annusò la scatola e tutti lo guardammo.

"Hey ma che sei scemo?" chiese Clare retoricamente e Jack alzò gli occhi al cielo.

"Secondo me dovremmo aprirla." affermò il mio migliore amico.

Lo fissammo tutti con uno sguardo interrogativo.

"È praticamente vuota, se la scuoti puoi sentire del fruscio ma nulla di più. Non ha nemmeno odore, io dico di aprirla." si spiegò.

Sospirai.

"Va bene, apriamola." dissi decisa.

"E se saltassimo tutti in aria?" domandò Jason.

"Tranquillo, gli serviamo ancora, non lo farà." affermai "Lui si diverte così."

Jack mi diede il regalo.

"Aprila tu." mi incoraggiò

Lo guardai in tralice.

"C'è il tuo nome." fece spallucce ed io sospirai.

Osservai per qualche secondo il pacchetto, poi sfilai il nastro rosa.
Avevo le mani leggermente tremolanti.

Strappai la carta rosa con una lentezza disarmante e la accartocciai nella mano.
Guardai gli altri in segno di approvazione, Clare annuì leggermente.
Tolsi il coperchio e all'interno di esso lessi una scritta rosa: 'Buon puzzle, principessa.'

Sospirai infastidita, odiavo quel soprannome.

Quando guardai all'interno della scatola, vidi dei piccoli pezzi di carta.
Aggrottai le sopracciglia.
Ne presi alcuni tra le dita e mi accorsi che quella era una fotografia strappata.

"Ma cosa diavolo è?" domandò Jack.

Presi dello scotch dalla scrivania, poi mi avvicinai al mio letto e rovesciai il contenuto della scatola sulle coperte.
Mi sedetti e cominciai a ricomporre la fotografia mentre i tre mi fissavano confusi.

"È una specie di puzzle." li informai e loro si avvicinarono.

Jason afferrò la scatolina per esaminarla.

"Perché c'è scritto principessa?" mi domandò.

"Lui mi chiama così, è un suo modo per divertirsi." affermai distratta "La carta in cui era avvolto il pacchetto era un indizio. Ho capito subito che fosse da parte sua proprio per quella."

Stavo ricostruendo i bordi.

"La scritta è stampata, ci si impegna proprio con i suoi giochetti..." sorrise amaramente ed io lo guardai in tralice.

"Jason lascia perdere, ne ha fatte di cose..." tornai al mio lavoro.

"Credi che sia questa ciò di cui ci aveva avvisato? Pensavo che ci saremmo dovuti aspettare di peggio." disse Clare.

"Beh, ora vedremo cosa c'è in questa foto." cominciai ad attaccare i pezzi tra loro "Ha detto che sconvolgerà le nostre vite, una foto può essere un buon inizio."

"Quindi ci sarà anche altro..." disse Jason insicuro.

"Dalla mia esperienza posso dirvelo con certezza che non finirà qui. In queste due settimane farà altro, ci dovrà rovinare le feste." sospirai.

Attaccai l'ultimo pezzo di scotch e poi strinsi la fotografia tra le dita, cominciando ad esaminarla con lo sguardo.

"Hey Clare ma queste siamo noi da piccole." la chiamai e lei subito si sedette accanto a me.

"Ci sono i miei genitori..." affermò lei.

"...e anche i miei." dissi.

Ci scambiammo un'occhiata confusa e preoccupata.

I ragazzi si avvicinarono a noi e cominciarono a guardare la foto.

"Siamo ad un barbecue, nel giardino di casa tua." mi rivolsi alla mia amica.

"Aspetta un attimo, questo chi è?" domandò Jack, indicando una figura in particolare.

Era un bambino, ma il suo viso era stato grattato via dalla fotografia.

"È più grande di noi.
Qui avevamo tre anni, lui sembra averne tipo sei o sette." affermò Clare.

Rimanemmo qualche secondo in silenzio.

"Pensi che sia lui lo stalker?" domandai.

"Probabile. Questo vorrebbe dire che le nostre famiglie lo conoscono, forse possiamo scoprire chi è, tutto potrebbe finire." Clare si entusiasmò.

"Non pensi che se lo avessimo potuto scoprire non ci avrebbe mandato questa foto?"

"Hai ragione." sospirò.

"Torniamo di là, gli altri sono ubriachi ma non abbastanza da dimenticarsi della nostra esistenza." suggerì Jack.

Trascorremmo qualche secondo a guardarci distrattamente, poi ci alzammo tutti quanti.

Dopo aver appoggiato la foto, la scatola e la carta che la conteneva sulla scrivania, ci dirigemmo in salone come se stessimo andando al patibolo.

***

Il giorno successivo fu Jason a svegliarmi.
Lui dormiva accanto al mio letto su di una branda, l'alternativa sarebbe stata il divano.

Mugolai.

"Nicole è tardi, i tuoi genitori mi hanno detto di svegliarti." sussurrò.

"Hai parlato con loro?" dissi con la voce impastata dal sonno e ancora con gli occhi chiusi.

"Abbiamo fatto colazione e ti abbiamo lasciata dormire, ora però devi alzarti.
Tra poco dobbiamo andare a pranzo a casa di Clare." mi ricordò.

Come ogni anno del resto.
La vigilia la trascorrevamo sempre a casa nostra, il Natale da Clare e capodanno da Jack.

Mi sedetti sul letto e mi stiracchiai mentre Jason ridacchiava.

"Torno subito." dissi afferrando dei vestiti dalla mia valigia e dirigendomi in bagno.

Quel giorno decisi di non truccarmi con il solito filo di matita nera.
Rimasi al naturale, misi solo del burro cacao per evitare che il freddo mi rovinasse le labbra.

Quando ritornai in camera mia vidi mio padre accanto alla scrivania, mi fermai sulla porta.

"Papà?"

"Dove hai preso questa foto?" chiese agitato.

D'un tratto la gola mi divenne secca.

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora