Capitolo 69

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Notai sul suo volto un'espressione triste, non ero solo io a soffrire in tutto questo.

"Butta quella...cosa, andiamo via." dissi disgustata e sospirando.

Jason lasciò cadere la scatola nella pattumiera ed entrambi cominciammo ad allontanarci in silenzio. Sconfitti, ma mano nella mano.

"Vuoi tornare a scuola?" tagliò il silenzio delicatamente mentre percorrevamo nuovamente i corridoi.

"Sì, non posso perdere altre lezioni e poi...mi aiuterà a non pensarci." affermai non molto convinta.

"Okay, allora ci vediamo dopo." mi baciò delicatamente la fronte.

"A dopo." abbozzai un sorriso e Jason mi lasciò la mano, allontanandosi verso la direzione opposta alla mia.

Appena sparì dalla mia visuale ricominciai a camminare, mi stavo praticamente trascinando.

Ora i corridoi erano quasi vuoti, le ultime persone stavano entrando nelle classi ed io ero una di esse.
In lontananza notai la porta dell'aula di storia chiusa, imprecai mentalmente: odiavo essere in ritardo. Ero a pochi metri da essa quando ad un tratto un ragazzo uscì dalla classe.
Incrociammo lo sguardo per qualche secondo, poi lo distolsi, continuando ad avanzare.
Appoggiai la mano sulla maniglia della porta quando ad un tratto notai qualcosa di insolito.
Chi diavolo era quel ragazzo?

Stavo per girarmi e seguire quel tipo quando non feci nemmeno in tempo a fare un mezzo giro che lo ritrovai a pochi centimetri da me.
Prima non l'avevo notato, pensavo che si fosse allontanato...ma perché mi stava fissando?

"Cristo..." mormorai, cercando di calmarmi.

Istintivamente feci un paio di passi indietro.

"Che diavolo ti prende?" esclamai, cercando di mantenere un volume basso.

Non gli chiesi nemmeno chi fosse, volevo solo che sparisse dalla mia vista.

"Cosa c'è?" domandò con un sorrisetto malizioso in volto.

"Niente...lasciamo stare." sospirai e feci per andarmene, ma lui si mise davanti a me, bloccandomi il passaggio.

Lo guardai qualche secondo negli occhi, mi chiedevo cosa stesse pensando in quel momento, volevo sapere quali fossero le sue intenzioni.

"Devo passare." affermai duramente.

Quello ridacchiò strafottente.
Ma che problemi aveva?

"Senti, non so se hai capito bene, ma io devo-" improvvisamente scattò in avanti, spingendomi di conseguenza contro il muro.

Teneva una mano sulla mia spalla, bloccandomi, e un dito vicino alla sua bocca per indicarmi di non parlare.

"Ti conviene fare silenzio." affermò minaccioso, ma sembrava che quella situazione lo divertisse.

Stavo tremando, il mio battito era accelerato...ero terrorizzata da quello sconosciuto. Dopo poco abbassò quella mano e la mise in tasca, mentre non accennava a lasciarmi andare la spalla.
Respiravo pesantemente e seguivo con lo sguardo ogni suo minimo movimento.

"Chi cazzo sei?" riuscii a pronunciare quelle parole con un filo di voce.

"Neanche ora mi vuoi ascoltare, eh?" domandò retoricamente ed io lo guardai confusa "Ti ho detto che devi stare zitta, è chiaro?" disse duro e brusco.

Improvvisamente non rideva più, sembrava fuori di sè.

"Non prendo ordini da te, piuttosto vedi di toglierti dalle palle." provai a liberare la spalla, ma il ragazzo mise l'altra mano contro il muro, accanto alla mia testa.

Ero bloccata e, notando la mia posizione di impotenza, quel tipo mi guardò sorridendo malignamente.

Provai a mantenere la calma, ero in un edificio pubblico, potevo gridare e subito qualcuno sarebbe accorso.

Ma rimasi in silenzio.

"Bene." constatò, mentre lo guardavo con disprezzo.

Ad un tratto potemmo udire un rumore di passi.
Io ed il ragazzo rivolgemmo lo sguardo in quella direzione e poi ci guardammo negli occhi, sapendo che il suo stupido giochino sarebbe dovuto finire presto.

Mi fissò intensamente negli occhi ancora per qualche secondo, poi fece qualche passo indietro, alzando le mani in segno di resa e ridacchiando.
In un attimo si allontanò come se non fosse accaduto nulla.

Cosa diavolo era appena successo?

Rimasi contro il muro fino a quando il professor Law non mi si parò davanti.

"Nicole?" chiese confuso "Cosa stai facendo?"

"N-niente." mentii, lasciando uno sguardo involontario nella direzione che aveva seguito il ragazzo.

Il professore si girò, ma ovviamente non vide nessuno, il tipo si era già allontanato.

"Va tutto bene?" insistette.

"Sì, non si preoccupi, ora devo andare." affermai sfuggente e con la voce tremolante.

"Un'ultima cosa:" rivolsi la mia attenzione a lui "ti ricordi che domani c'è la finale del concorso, vero?"

Sgranai gli occhi.

"Le nazionali?" chiesi stupita e lui annuì confuso "Davvero?" domandai ancora, ero incredula.

"Sì, non ti avevo detto che eri passata alle regionali?" si grattò la testa pensieroso.

"No, non lo sapevo...è fantastico!" esclamai quasi gioiosa.

"Perdonami, devo essermene dimenticato..." continuò imperterrito.

"Non ci posso credere..." mormorai.

Nessuno dei due notava il fatto che stessimo quasi parlando di argomenti differenti: il professore si stava scusando, io invece ero felice della notizia.

"Domani ci sarai, vero? Avrei voluto darti maggiore preavviso."

"C'ero che ci sarò! Grazie mille!" istintivamente lo abbracciai e poi corsi immediatamente in classe.

Non notai nemmeno quel gesto, me ne resi conto solo una volta essermi accomodata al banco.
Dovevo aver lasciato il professore con un'espressione stralunata in volto.

Sorrisi nell'immaginarmi la scena.

***

Aprii la porta del loft piena di vita, mentre Jason ridacchiava per il mio stato d'animo.
Quel giorno avevo provato così tante emozioni contrastanti tra loro, ma non abbastanza da sfinirmi.

"Ragazzi sono passata!" gridai appenai entrai "Andrò alle nazionali!" saltellai fino all'interno.

Dopo un po' apparve Lucas.
Lanciai un grido di gioia e corsi verso di lui, lasciando cadere la borsa e saltandogli addosso.

Entrambi ci mettemmo a ridere, mentre lui mi faceva le congratulazioni.
Dopo qualche secondo arrivò anche Nora.

"Quand'è la finale?" domandò lei dopo avermi stretta in un abbraccio un po' imbarazzante.

L'avevo perdonata, ma dopo quell'accaduto ci eravamo allontanate un po'.

"Domani." affermai risoluta "Devo iniziare a prepararmi subito per partire presto."

"Ma non ti ha dato nemmeno un po' di preavviso!" sbraitò Lucas.

"Beh è stato positivo, questa notizia ha dato una svolta alla mia giornata, ne avevo proprio bisogno." sorrisi dolcemente.

"Ti aiuto a preparare la borsa?" si offrì Nora.

Non avevo intenzione di perdere la sua amicizia, odiavo quel distacco tra noi.

"Mi farebbe molto piacere."

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora