Capitolo 32

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Camminavo rapidamente tra la gente, cercando invano di non attirare l'attenzione.
Speravo che mi sarei riuscita a confondere nella folla, ma stranamente in quel momento il salone era composto da poche persone.
Inoltre le luci rendevano chiare le figure delle persone e non ne alteravano i colori, rendendo tutto ciò a mio sfavore.

Continuavo a camminare senza girarmi, alla ricerca di qualche diversivo.

In quel momento mi sentivo veramente molto agitata, non avevo intenzione di far saltare tutto solo per una sciocca distrazione.
Niente di tutto ciò che avevo vissuto nell'ultima settimana avrebbe avuto più senso.

Sentii improvvisamente un braccio afferrarmi con una forte stretta, facendo arrestare immediatamente i miei passi. Prima che potessi aprire bocca, Tom parlò preoccupato.

"Dove stai andando così di fretta? È successo qualcosa?" disse rapidamente e biascicando un po'.

"Clare mi ha vista." dissi solamente questo, ma con uno sguardo loquace e terrorizzato.

I suoi occhi vagarono oltre me e probabilmente avvistarono la sua figura, poiché si aprì in un gesto inaspettato.
Teneva ancora il mio braccio bloccato nella sua mano quando mi avvicinò a sè per baciarmi.

Notai subito il sapore di alcol e fumo, un qualcosa di disgustoso per me.

Affermare che fossi sconcertata non rendeva l'idea dello stupore che ciò mi aveva causato.

Io e Tom eravamo amici fin dal primo anno dell'High School e col passare del tempo il nostro legame si era rafforzato molto.
A quel tempo conoscevo già Clare e Jack, ma il rapporto che avevo con Tom non si avvicinava affatto a quello che avevo con i miei migliori amici. Essendo ancora inesperta nell'ambito dell'amore, pensai di provare un'emozione più forte di una semplice amicizia, così facemmo sfociare il nostro rapporto in qualcosa di più.

Ci fidanzammo ed inizialmente tutto ciò sembrò emozionante, ma più passava il tempo e più capivamo di aver compiuto una scelta sbagliata. Non riuscivamo a provare amore l'uno per l'altra e spesso ci infastidiva passare ogni singolo giorno insieme. O almeno non quel tipo di amore.

Essendo amici capitava di non vederci tutti i giorni ma, essendo fidanzati, ciò era diventato quasi come un obbligo.
Ci sentivamo oppressi, come se dovessimo essere conformi a tutte le caratteristiche delle coppie della nostra età.

Avevamo circa sedici anni quando tutto questo accadde.

Rimanemmo insieme per un mese, poi decidemmo di tornare amici.

Questo non cambiò il nostro rapporto e non creò alcun imbarazzo nell'essere tornati alla tappa precedente della forte amicizia.

Non la ricordavamo come qualcosa di scomodo, piuttosto spesso ci capitava di parlarne apertamente e senza alcun tipo di imbarazzo.

Spinsi leggermente il corpo di Tom lontano dal mio, lanciandogli un'occhiata confusa.
Mi innervosii subito: io ero fidanzata e non potevo permettere che qualcun'altro mi baciasse in quel modo.
Assunsi un'espressione infastidita, lui non aveva questo diritto e a me dava fastidio questa sua presunzione.

"Ti sto salvando, reggi il gioco." disse quello in un attimo, probabilmente intuendo le mie emozioni.

Non feci in tempo a dare una risposta che il mio amico si attaccò nuovamente a me, ma stavolta con più trasporto.
Mise una mano dietro la mia nuca, mentre con l'altra mi teneva il bacino.

Ad un tratto sentii battere contro la mia schiena contro qualcosa di solido e freddo.

"Non esagerare." lo ripresi, facendogli notare di trovarci schiacciati contro una parete.

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