Capitolo 31

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Il tassista, come mia richiesta, mi fece scendere in fondo alla strada.
Già da lì potevo udire leggermente la musica.

Mi guardai attorno spaesata, nonostante conoscessi bene quella zona.
Osservai per qualche secondo ciò che mi circondava, pensando di avere l'ansia di potermi far scoprire dai miei amici o più semplicemente aver paura di capire ciò che mi avevano nascosto.
Temevo che ciò che avrei scoperto, sarebbe stato stato devastante.
Solo in quel momento mi resi conto che quella sera avrei saputo realmente ciò che li separava da me.

Un pensiero mi tormentava: in quella casa avrei visto il viso dello stalker e non sarei riuscita a distinguerlo dagli altri.
Ci saremmo guardati negli occhi ed io non avrei capito che fosse lui la persona che desiderasse farmi del male.
Sarei stata tra le sue grinfie per tutta la notte e non sarei riuscita a sfuggirne.

Lasciai questo orribile pensiero nell'angolo nascosto della mia mente e cominciai a camminare.
I miei tacchi sbattevano sul marciapiede, mentre stavo cominciando a sentire freddo.

Indossavo di malavoglia l'abito blu che mi era stato donato ed inoltre vi avevo aggiunto delle calze color carne e delle scarpe bianche con un tacco non troppo alto, ovvero le uniche adatte che fossero rimaste nella mia abitazione.

Purtroppo prima di uscire, a causa dell'agitazione, avevo dimenticato di indossare qualcosa sopra il vestito e in quel momento non vedevo l'ora di entrare in quella casa.
Lì fuori si congelava.

Ben presto arrivai davanti alla porta e, notando che fosse aperta, decisi di entrare senza chiedere il permesso a qualcuno, perché in fin dei conti mi ero invitata da sola.

Mi addentrai nella folla e il freddo che aveva trovato riparo sulla mia pelle scoperta cominciò a svanire, dandomi sollievo per un po' di tempo.

Sentii il cellulare vibrare e la mia immaginazione si limitò ad un solo ed unico pensiero.

Ben arrivata, ora sì che comincerò a divertirmi sul serio.
Ricorda di non farti vedere, ma di osservarli sempre. Tra poco arriveranno anche loro, sono un po' in ritardo, nel frattempo ti consiglio di andare a salutare il tuo amico e avvertirlo di non parlare della tua presenza a Jack o a Clare.
Ricordati di tenere sempre il telefono a portata di mano.

Mi stava osservando e aveva spiato anche loro.
Perché stava facendo tutto questo?

Alzai lo sguardo, diedi una rapida occhiata a tutta la gente che avevo attorno, ma non vidi nulla di sospetto. C'erano poche persone di passaggio nel corridoio e non riuscivo a individuare qualcuno che potesse osservarmi senza essere scoperto.
Del resto una delle caratteristiche confermava la sua discrezione nell'agire.

Sospirai, scuotendo impercettibilmente la testa e cominciando a vagare alla ricerca di Tom, chiedendo a varie persone se lo avessero visto.

Non ci volle molto tempo prima che trovassi una risposta. Infatti ci fu una ragazza che riuscì ad indicarmelo: si trovava accanto all'entrata del salone.

Solo nel vederlo feci un sorriso sincero.

Non feci nemmeno in tempo a fare più di quattro passi che il mio amico incrociò il mio sguardo e mi raggiunse a grandi falcate al centro della sala.

"Nicole!" esclamò sorpreso, allargando le braccia.

"Tom buon compleanno!" risposi di rimando, ricambiando il tenero e breve abbraccio.

"Cosa ci fai qui?" chiese mentre potevo vedere le sue iridi brillare dall'emozione.

"Sono venuta per farti una sorpresa." dissi, sorridendo "Ah per favore non dire niente a Clare o a Jack, sarà una sorpresa anche per loro." inventai.

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