Capitolo 41

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Continuavo a rigirare nervosamente il telefono tra le mani.
Da quando avevo ricevuto quel messaggio non facevo altro che avere sbalzi d'umore, non sapevo come dovessi sentirmi, cosa dovessi provare.
Al momento ero senza dubbio stressata, ma ormai non capivo nemmeno se avere paura di lui.

Mi trovavo nel letto di Jason, da sola nella sua stanza. Entrambi non ci eravamo recati alle lezioni, io per la stanchezza e lui per passare del tempo con me.
A quell'ora i dormitori erano così silenziosi che sembrava che ci fossimo solo noi due.

Il mio ragazzo era uscito per andare a comprare la colazione ed io ero rimasta a letto per cercare di riposare il più possibile e magari riuscire a prendere sonno.
Quella notte non avevo chiuso occhio.

Ho io la tua cartellina grigia, la tratterò bene e tratterò bene anche te se smetterai di espormi a questi rischi.
Per fare in modo che i tuoi amici siano al sicuro ho bisogno che tu mi dia il cellulare, poi te lo restituirò. Se non lo farai, non sarò affatto dispiaciuto dal mandarli in ospedale o magari sotto terra, dipenderà da come avrò voglia.
Buona giornata principessa.

Lessi ancora incredula quel messaggio e un altro brivido mi attraversò la schiena.
Mi spinsi più comodamente sotto le coperte morbide come per sentirmi al sicuro, ma sapevo che delle semplici lenzuola non potevano proteggermi.

Quella mattina l'aria era fresca e ancora non c'era quel caldo assurdo che solitamente regnava per tutta la giornata.
A Miami era praticamente sempre estate.

I miei pensieri si incentrarono unicamente sullo stalker.
Mi chiedevo perché desiderasse il mio cellulare, probabilmente voleva eliminare tutti i messaggi che mi aveva mandato, ma perché lo desiderava proprio ora? Inoltre, come aveva già fatto con Jack, li avrebbe potuti cancellare senza ottenere il mio telefono.

Forse stava accadendo qualcosa che lo avrebbe portato alla fine del suo divertimento.
Forse qualcuno stava seguendo le sue tracce ed era ormai sul punto di scoprirlo.
O magari temeva me? Del resto supponevo che lui sapesse del confronto che avevo avuto con Jack e Clare, mi chiedevo se il suo stesso gioco gli stesse sfuggendo dalle mani.

Se i miei sospetti erano reali, allora non potevo consegnargli ciò a cui lui ambiva tanto.
Avrei dovuto aspettare questo cambiamento, resistere per permettere di impedirgli di continuare il suo lavoro contro di me.

Decisi di non rispondere a quel messaggio, almeno per ora ma, appena avessi potuto, avrei eseguito un backup del mio cellulare.
Non volevo che 'sparisse' e perdessi le prove che avevo contro lo stalker.

Ad un tratto Jason entrò in camera ed io subito allontanai un po' le coperte da me, riconoscendo l'odore del caffè.

"Buongiorno." disse dandomi un bacio a fior di labbra.

Sorrisi e lui allungò verso di me il sacchetto in cui aveva la colazione e il porta bicchieri di carta.

"Ti basta sentirne l'odore per svegliarti." commentò Jason ridacchiando, riferendosi alla bevanda.

"Sono dipendente dal caffè in effetti."

"Quindi alla fine lo ammetti?"

"Beh...non sono proprio fissata." borbottai e Jason alzò gli occhi al cielo scherzosamente.

Feci per alzarmi ma lui mi fermò con un gesto della mano, lo guardai interrogativa.

"Sporcheremo il letto se ci mangiamo sopra." affermai confusa.

"Non mi interessa, voglio solo che non ti stanchi, al letto penserò dopo."

"Jason, sei troppo apprensivo." mi lamentai, sorridendo.

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