Da giorni al telegiornale non facevano altro che parlare dell'uragano che si sarebbe scagliato su Miami il venerdì di quella settimana.
Non mi era mai capitato di rimanerne vittima o preda, ma sapevo che spesso erano molto violenti e devastavano completamente interi luoghi.
Ero terrorizzata all'idea di dovermi trovare in mezzo a quella tempesta di vento e non potevo fare a meno di chiedere continuamente alle mie amiche come si sarebbero applicate le precauzioni a riguardo.Nora mi rassicurava ogni volta, dicendomi che lei era vissuta fino a quel momento in Australia in cui spesso si verificavano fenomeni simili. Lei era completamente tranquilla, diceva che non bisognava agitarsi e che se fossimo rimaste nel dormitorio non sarebbe accaduto nulla di spiacevole.
Anche Jill non era minimamente preoccupata, lei era di Miami e abitava lì da sempre.
Le ritenevo entrambe delle incoscienti, senza considerare il fatto che in quell'occasione mi dimostrai paranoica.Quel venerdì andammo tutti a scuola per seguire almeno le prime tre ore di lezione - quindi fino alle undici e mezzo -, infatti il tempo stimato per l'arrivo dell'uragano era alle ore dodici e mezzo del pomeriggio.
È inutile dire che esprimevo il mio timore tramite gesti fisici: mi mordevo le unghie - cosa che facevo solo quando ero al massimo del nervosismo -, mi agitavo continuamente sulla sedia cambiando posizione spesso, muovevo la penna tra due dita in modo frenetico e guardavo continuamente oltre le lastre di vetro che ci separavano dall'esterno.
Il cielo era scuro e le nuvole coprivano completamente il sole di cui era impossibile capire la posizione oltre quel mantello umido.
La campanella che segnava la fine delle lezioni di quell'orribile venerdì finalmente suonò. Una scarica di adrenalina mi animò e rapidamente sistemai le mie cose nella borsa per andare a rifugiarmi nella mia camera del dormitorio.
Sorpassato il banco, sentii afferrarmi il braccio.
"Nicole calmati, manca ancora un'ora." disse Jill.
"E se fosse in anticipo? Non voglio rimanere bloccata a scuola o trovarmi nel mezzo della tempesta. Vieni in camera appena puoi." mi raccomandai e la vidi alzare gli occhi al cielo, sorridendomi.
La ignorai e uscii dall'aula, cominciando a percorrere i corridoi che quel giorno sembravano infiniti. Il brusio era particolarmente persistente e compatto.
"Nicole!" una voce familiare chiamò il mio nome, spaventandomi.
Mi girai e vidi il professor Law venirmi rapidamente in contro, schivando gli altri studenti.
"Buongiorno professore." dissi appena fu davanti a me.
"Devo parlarti..." annunciò ancora col fiatone.
Aveva percorso l'intero corridoio principale correndo. La valigetta di pelle in mano ondeggiava con veemenza e i suoi capelli ricci si erano annodati leggermente.
"Proprio ora? Avrei una certa fretta..."
"Per l'uragano? Ah non preoccuparti, non morirai di certo oggi." affermò semplicemente.
Ma perché prendevano tutti alla leggera l'arrivo di un uragano?
Era un fenomeno atmosferico potentissimo, in grado di distruggere qualunque cosa, di certo non una leggera pioggia."Bene allora mi dica, di cosa vuole parlarmi esattamente?"
"Del tuo testo...insomma il compito che vi ho fatto svolgere martedì." affermò, cominciando a camminare ed io con lui.
"C'è qualcosa che non va?" chiesi perplessa.
"No, no, tranquilla...volevo solo sapere se fosse, sì insomma, completamente opera tua." mi fermai.

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Fallen In Florida
Mystery / Thriller[ COMPLETA ] Nicole, giovane donna di quasi vent'anni, è costretta ad accettare una borsa di studio in un ambito istituto in Florida, a Miami, e ad abbandonare la sua vita a Londra. Lì dovrà ambientarsi nella vita da collegiale, scoprire nuovi amor...