Capitolo 79

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La tortura andò avanti per più di un'ora, al termine della quale mi ritrovai ad essere distrutta.
Avevo ferite sparse lungo tutto il corpo ed i miei vestiti erano imbrattati di sangue.

I momenti vuoti venivano riempiti da reciproche minacce e inutili parole.
Tutto terminò quando mi ritrovai ad essere così a pezzi da perdere i sensi.

Tutta quella pressione psicologica subita in quegli ultimi mesi si stava rivelando non essere nulla in confronto a questo.

***

Lucas' POV
Dopo aver lasciato Nicole sotto il controllo di Ray, mi recai al loft a piedi.
Nessuno sospettava chi fossi, nessuno aveva delle prove, potevo continuare ad interpretare Lucas Wood.

A mezzogiorno e un quarto avevo ricevuto in email un pdf da parte di Nicole, proprio come aveva detto.

Un'ora dopo ricevetti una chiamata da parte di Jason, risultava essere allarmato.

"Lucas, hai ricevuto anche tu quell'email?" domandò all'istante.

"Sì, ma io non capisco...cosa sta succedendo?" finsi confusione nel mio tono di voce.

"È lunga da spiegare, hai letto tutto?"

"Qualche parte l'ho saltata." affermai, entrando nell'edificio "Chi altro l'ha ricevuto?" chiesi per controllare che Nicole non avesse mentito.

"Sto controllando ora il suo computer..." disse e trascorsero dei secondi di silenzio.

"L'ha inviato a tutti i suoi contatti." udii la voce di Nora.

"Sono in ascensore, arrivo e ne parliamo di persona." dissi nel panico.

Attaccai, infilando il cellulare in tasca.

"Stupidi..." mormorai, ridacchiando tra me e me.

Poco prima che le porte dell'ascensore si aprissero, spettinai leggermente i capelli e aprii la giacca di pelle.
Assunsi un'espressione preoccupata in volto ed entrai nel loft.

"Lucas, per fortuna sei qui." affermò Nora appena mi vide entrare in camera.

Vidi Jason completamente concentrato nell'esaminare il laptop di Nicole.

"Hai trovato qualcosa?' mi rivolsi al mio amico.

Jason era l'unica amicizia vera in tutto quello, nonostante fosse basata sulla menzogna.
Mi ero affezionato a quel ragazzo, eravamo stati compagni di stanza a lungo e ci conoscevamo già da parecchi mesi prima dell'inizio del college.

"Niente che sia utile..." sospirò frustrato "continuerò a cercare, forse è il caso che voi andiate alla polizia nel frattempo." commentò.

"Cosa? No, sarà solo un viaggio inutile." affermai, aggrottando le sopracciglia.

Ottenni la completa attenzione di entrambi.

"Non sappiamo cosa sia accaduto a Nicole, ma in ogni caso non è possibile denunciare la scomparsa di una persona prima che siano trascorse ventiquattr'ore." spiegai.

"Ma questo è un caso eccezionale, non possono ignorarci!" si alterò Nora.

"Nicole ha mai fatto una denuncia durante questi mesi?" domandai.

Ci furono degli attimi di silenzio, colmi di incertezza.

"No." rispose in fine Jason. "Ma non perché non lo volesse, era stata costretta a mantenere il silenzio."

"Beh a loro non importerà la motivazione. Quando cercheranno qualche traccia e non riusciranno a trovare nulla, vi faranno andare via."

"Ma non possono farci questo!" esclamò Nora.

"Lucas ha ragione, non possiamo fare nulla...dovremo solo avere la pazienza di aspettare domani mattina. Spero solo che stia bene..." sospirò Jason.

Fino a quel momento Nicole era rimasta in uno stato di incoscienza indotto, ma ero sicuro che la sua mentalità autodistruttiva stesse ricominciando a farle del male.
Inoltre in quel momento si trovava sotto il controllo di Ray ed ero sicuro che non l'avrebbe solo guardata mentre si agitava tra le catene.
Conoscevo bene la personalità di quest'ultimo: non le avrebbe risparmiato del dolore fisico e non si sarebbe trattenuto nel farlo.

Ma in fondo si ottiene sempre ciò che si merita, giusto?
Nicole stava scontando la sua pena.

"Lo speriamo tutti..." sospirai a mia volta con uno sguardo compassionevole.

Nora mi fissò distrattamente per qualche istante, poi cominciò a smanettare qualcosa sul suo cellulare.

"Mi porto il suo computer in camera e vedo se riesco a trovare qualcosa di utile." dichiarò Jason prima di alzarsi.

"Va bene...io provo a guardare tra le sue cose." affermai "Sempre se non è un problema." aggiunsi in seguito.

"No tranquillo, dobbiamo fare tutto il possibile per trovarla." disse Jason prima di uscire dalla stanza.

Dopo pochi secondi vidi Nora andare in camera sua.
Avevo tutta la stanza di Nicole a disposizione, senza che nessuno mi potesse controllare.

Mi avvicinai alla scrivania e cominciai a guardare tra i cassetti: in tutto quel disordine non riuscii a riconoscere nulla di utile, solo appunti disordinati di alcune materie scolastiche.

Nell'armadio avevo già controllato non molto tempo prima, quando ero tornato al loft per prendere dei vestiti per Nicole.

Diedi un'occhiata anche sotto al letto e al materasso, poi cominciai a controllare la cassettiera.

Non feci in tempo a terminare che mi arrivò una chiamata, appena vidi il numero sorrisi alzando gli occhi al cielo.

"Dimmi dove cazzo sei."

"Hey stai calmo...non c'è bisogno di agitarsi tanto." lo sbeffeggiai, uscendo dalla stanza.

"Non sto calmo per niente." disse in tono duro "Dimmi che cosa le hai fatto." uscii dal loft e salii in ascensore.

"E se non lo facessi? Non conosci nemmeno il mio aspetto, non sai nulla di me." affermai "Credi che sia questo il giusto rapporto tra genitori e figli? Chiamarmi dopo tutti questi anni per chiedermi cosa ho fatto alla tua figlia prediletta? Cos'aveva lei più di me?" dissi pieno di rancore, gridandogli contro solo una parte del mio odio.

"Quindi è per questo? Credi che io ti abbia abbandonato? Che non abbia provato a cercarti in questi anni?" domandò mio padre dall'altro capo del telefono.

Le porte dell'ascensore si aprirono ed io potei finalmente uscire dall'edificio.
Cominciai a camminare con passo svelto.

"Non me ne frega un cazzo delle tue scuse, non cambieranno il passato. Voglio solo farti vivere i momenti peggiori della tua vita, voglio che il tuo dolore sia causato da me...stavolta non sarò io a soffrire per colpa tua." affermai.

"Klaus, giuro che se fai del male alla mia famiglia ti rovinerò la vita. Non mi interessa se sei mio figlio o meno, prova a sfiorarla e ti faccio sbattere in galera a vita." mi minacciò.

Ridacchiai.

"Ops, sei arrivato troppo tardi.
Vieni a prendermi se vuoi giocare."

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora