Capitolo 45

192 8 0
                                    

"Pensi che starà bene?" domandai a Jason.

"Ci metterà un po', ma sì." sospirai, abbandonando la vista di Lucas in quel letto di ospedale.

Diedi le spalle al vetro che ci separava da lui e mi passai le mani sul volto, respirando pesantemente.

"Andrà tutto bene, Nicole." sentii il braccio di Jason appoggiarsi sulle mie spalle per poi racchiudermi in un abbraccio.

"Lo spero tanto...non voglio più tornare in quel dormitorio." affermai, rimanendo tra le sue braccia.

"Tranquilla, nessuno lo farà, non ora almeno." mi accarezzò i capelli.

"Capiranno mai com'è successo e perché ci sono stati quei malfunzionamenti?"

"Alla fine la situazione si è sbloccata, no? Gli allarmi hanno comunicato immediatamente il pericolo e poi sia tu che altre persone avete chiamato." disse "Non penso che scopriranno perché non hanno funzionato subito." rispose infine.

"È tutto così bianco qua dentro." considerai malinconica "Voglio solo tornare a casa mia ora."

"Lo so Nicole, lo vorremmo tutti." sciolse l'abbraccio "Penso che, una volta tornati alla normalità, ci troveranno un altro luogo dove stare."

Mi appoggiai alla sua spalla.

"Non torneremo mai alla normalità, sono morte delle persone...come possiamo dimenticare e andare avanti?"

Quel luogo era silenziosissimo, soprattutto a quell'ora della notte.
Era spaventoso.

"Dovremo impegnarci, ma alla fine ce la faremo. Supereremo tutto insieme." intrecciò la sua mano con la mia.

Sospirai, andandomi a sedere su di una sedia nel corridoio e trascinando Jason accanto a me.

"Hey ragazzi, vi ho portato del caffè." la voce di Nora riecheggiò, nonostante stesse parlando a bassa voce "A quanto pare dovremo stare qui ancora un po', stanno controllando Jill."

"Grazie." presi una delle tre tazze da asporto.

Cominciai a sorseggiarlo lentamente.
Era tiepido.

"Io preferisco non berlo, mi hanno dato dei farmaci e non ho voglia di mischiare tutto." affermò Jason e tutti rimanemmo impassibili.

I volti dei miei amici erano chiaramente stanchi e di certo non era stato bello vivere quella situazione devastante, era stato un trauma per tutti.

Ormai erano passate delle ore da quando eravamo usciti da lì e l'incendio era stato spento da poco tempo.

Avevo chiamato i miei genitori con il cellulare di Jason e gli avevo raccontato tutto prima che lo potessero vedere al telegiornale.
Ero riuscita a non farli preoccupare molto, ma erano sconvolti anche loro.

Immaginavo che Jack e Clare avessero visto tutto grazie ai filmati che lo stalker gli mandava.
In questo modo sapevano che stavo bene.

Alzai lo sguardo e vidi Lucas oltre il vetro.
Lui almeno era vivo.

Era stato fatto un appello di tutto l'istituto e gli unici mancanti erano quattordici ragazzi.
Erano stati trovati e riconosciuti solo loro morti tra le macerie.

Altri ragazzi erano feriti ma nessuno gravemente, a parte Lucas.

Sbuffai.

Era stata tutta colpa mia, avevo quattordici morti sulla coscienza e questo senso di colpa non se ne sarebbe andato mai.
Sentivo il mio cuore essere più pesante, respirare era difficile.

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora