Capitolo 55

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Correvamo lungo il marciapiede e ci inoltrammo nel parco giochi.
Sapevamo che da lì era possibile avere una buona visuale dell'interno della casa: da piccoli io, Clare e Jack visitavamo sempre quel luogo.

Cominciammo a cercare dietro gli arbusti e tra i giochi, era un parco molto grande.

"Dove cazzo è finito quel bastardo?" esclamò Jack.

Feci un giro su me stessa, poi mi arresi.

"È stato più veloce di noi." dissi a bassa voce, sospirando.

"Ma porca puttana." imprecò Clare a denti stretti, la sua voce si udì ben chiara.

"Clare, poco più in là ci sono dei bambini." la riprese Jack.

Jason si avvicinò a me.

"L'abbiamo perso di nuovo." quasi sussurrai, stringendomi al mio ragazzo.

Non avevo indossato il cappotto e mi stavo congelando.

"Non è la prima volta che lo insegui?" domandò perplesso.

"Credo di non avertelo mai detto, è stato quando siamo andati in spiaggia all'inizio dell'anno. Dopo mangiato ho fatto una passeggiata da sola e...l'ho visto. Ho provato ad inseguirlo, ma poi l'ho perso." raccontai brevemente.

Jason rimase qualche istante in silenzio.

"Quindi è questo il motivo...tutti ci chiedevamo perché tu sembrassi così sconvolta."

"Eh già, ero spaventata. Ormai ci sto facendo addirittura l'abitudine a tutto questo." sospirai.

"Ma che vuol dire?" esclamò Clare, fissando il cellulare di Jack.

"Che succede?" si interessò Jason.

"Sappi che con te ho già finito da tempo, eri solo un mezzo per distruggere Nicole, ma ora ne ho trovati altri migliori. Adesso la faccenda riguarda solo Nicole e Clare, tu stanne fuori o non ci metterò molto a sotterrarti dopo averti fatto un buco in testa.
Da dove sono io ora posso vederti bene, non ci metterei molto a toglierti di mezzo." lesse Clare "È il messaggio che ha ricevuto Jack." disse incredula.

Restituì al mio amico il cellulare con aria afflitta e spaventata.

"Per questo siete usciti fuori di casa nello stesso nostro momento..." capii, fissando i due ragazzi.

"A te, Clare, cosa ha scritto?" domandai dopo un po'.

Lo stalker aveva minacciato Jack di ucciderlo, non era una notizia che si affrontava con leggerezza.

La mia amica mi diede il suo cellulare.

"È finalmente arrivato il momento di coinvolgerti, ho aspettato questi mesi per includerti in tutto questo, benvenuta.
Lo sai che è stato scortese alzarti da tavola? Discutere con Nicole nella tua camera non cambierà nulla.
Spero che passerai un inferno anche tu." lessi ad alta voce.

Restituii il telefono a Clare.

"Voglio andare a casa." dissi con un filo di voce prima di andare via senza salutare nessuno.

Avevo lasciato il mio cappotto a casa di Clare, ma non potevo tornare lì, non ci riuscivo.
Stavo camminando sul marciapiede mentre il gelo invernale di Londra mi stava prendendo alla sprovvista, probabilmente avrei preso il raffreddore.

Avevo abbandonato tutti al parco e nessuno aveva osato fermarmi o dire qualcosa.
Eravamo tutti sconvolti ed anche io avevo bisogno di stare da sola.

Ad un tratto udii il rumore di un clacson provenire a poca distanza da me.
Girai lo sguardo e solo in quel momento notai una macchina che viaggiava a passo d'uomo.

Il finestrino si abbassò e potei vedere chi si trovasse in quel veicolo.

"Hey Nicole, ma che stai facendo? Sali in macchina, ti porto a casa."

"No, preferisco camminare, grazie per il passaggio."

"Ma se stai tremando! Forza, sali." mi incoraggiò con la sua solita aria gioiosa.

Mi fermai un attimo a riflettere, non volevo ammalarmi, se avessi accettato il passaggio sarei potuta rimanere a casa da sola per un po'.

Feci il giro della macchina e salii.
All'interno era attiva l'aria condizionata calda.

Feci un sospiro di sollievo.

"Ottima scelta, ragazza mia." scherzò ed io ridacchiai.

"Grazie." dissi sfregando le mani tra loro.

"Che ci facevi tutta sola in mezzo alla strada e senza un cappotto?" domandò.

"Tom, è una storia lunga, fidati, è meglio che tu non lo sappia." affermai ridacchiando.

"Va bene, va bene." guidava ad un velocità estremamente lenta.

"Piuttosto che stavi facendo tu?"

"Sono un po' nei casini...storia lunga." affermò passando una mano tra i capelli.

"Per una ragazza?" Tom annuì "Non cambi mai eh?" sorrisi.

"È proprio questo il punto. Te la faccio breve:" ridacchiai, non riusciva mai a resistere dal parlare "mi sono innamorato di una ragazza, stavolta sul serio, non una storiella come le altre."

"Uhh." commentai e ridemmo entrambi.

"Il problema è che ho un passato un po'...vario e a lei dà fastidio, non riesce a fidarsi completamente di me. L'ultima persona che ho baciato oltre lei, sei stata tu." mi fissò riferendosi alla sua festa di compleanno.

"Allora penso che non dovrei essere qui in questo momento." commentai un po' imbarazzata.

"No, va bene, tra noi non c'è niente. Quella sera ero ubriaco e a te serviva un diversivo, inoltre lo sai come sono fatto...ma io e te siamo solo amici." mi rassicurò.

Ad un tratto vidi la mia casa e Tom si fermò.
Stavo per scendere quando mi venne un'idea.

"Ti va di fare un giro? Scappiamo dai problemi per qualche ora e poi ognuno torna alla propria vita piena di casini." proposi improvvisamente.

Tom ci pensò qualche secondo.

"Ci sto, soprattutto se la persona con cui fuggirò dai problemi sarai proprio tu." mi sorrise.

"Allora metti in moto e ripartiamo." ridacchiammo e lui ripartì.

"Stavi dicendo?" chiesi.

"Lei non si riesce a fidare di me e oggi abbiamo litigato per un futile motivo. Aveva bisogno di schiarirsi le idee ed anche io, quindi...eccomi qua." concluse.

Stavo cominciando a scaldarmi e la mia pelle bianca non era più congelata e umida a causa del freddo.

"Tu invece? Sei scappata da qualche situazione scomoda?" chiese Tom.

"Sì, più o meno." fui vaga.

"Fammela breve." ripetè le sue stesse parole di poco prima.

"Stamattina ho litigato con mio padre e prima eravamo a pranzo a casa di Clare con la famiglia di Jack e il mio fidanzato."

"Uhh l'hai portato qui." commentò ed io ridacchiai.

"Beh stavamo parlando e ho cominciato a lanciargli frecciatine...e beh, sai com'è." feci spallucce.

"Cavolo, avrei voluto essere lì." risi per il suo commento.

"Poi in un attimo mi sono ritrovata ad andarmene da lì di corsa, ed eccoci qui." conclusi omettendo delle parti.

"E dopo aver raccontato queste storie, cerchiamo di divertirci e non pensare a nulla." detto questo, Tom spinse il piede sul pedale dell'acceleratore.

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora