Capitolo 26

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"A chi è venuta in mente questa idea?" domandai sbalordita "Sono degli irresponsabili, non puoi lasciarli andare così!" esclamai, corrugando la fronte.

"E che cosa dovrei fare secondo te? Sono adulti, non hanno bisogno di essere controllati." affermò, gesticolando.

Guardai Jason in tralice.

"Hai visto cosa è successo l'altra volta? Tu vuoi far accompagnare Nora e Jill da Lucas?" chiesi, sorridendo amaramente.

"Non l'ho deciso io! E poi è una cosa che è capitata a te e nessuno riesce a spiegarsi la causa reale. Non possiamo vietare a noi stessi e ai nostri amici di frequentare delle feste!" affermò e per poco non mi spinse a pensare ancora all'accaduto che mi aveva segnata nel profondo "Prima o poi anche tu dovrai tornare a qualche festa, non puoi evitare qualcosa per sempre solo perché ti ha ferita." disse con voce più bassa e calma, ma con un'espressione dura sul volto.

Era già da qualche minuto che io e Jason stavamo discutendo a proposito di una festa che si sarebbe svolta la sera stessa.
Non volevo che i miei amici vi andassero, temevo per la loro incolumità, ma Jason mi voleva convincere che non sarebbe accaduto nulla di grave.

Ormai era tardo pomeriggio e non c'era più molto tempo per prendere una decisione che mettesse d'accordo quasi tutti.

Sospirai afflitta.

"Quando è successo, ho dovuto aiutare Lucas e lo sappiamo che non aveva molto autocontrollo quella sera. Lui si fa trasportare dagli altri e Nora è una persona che riesce a farlo benissimo! È il suo carattere!"

"Sì, ma non possiamo farci nulla." affermò sconsolato "E comunque ci sarà anche Jill con loro." provò a tranquillizzarmi.

"Una persona non è un grado di salvarne altre due allo stesso modo. Io non ci sono riuscita con Lucas, figurati Jill con lui e Nora..." affermai, abbassando il tono di voce.

Jason si passò una mano tra i capelli, sospirando leggermente frustrato.

"Va bene, cosa proponi allora? Di chiuderli a chiave in camera?" alzò le sopracciglia.

Ignorai il suo commento sarcastico e avanzai la mia risposta.

"Jason io preferisco che le accompagni tu, sei sicuramente più responsabile di Lucas."

"Cosa?!" quasi gridò "Io voglio passare la serata da solo con te...non desidero fare da badante a due donne che si stanno divertendo ad una festa. Dovrei controllarle tutto il tempo, dovrei passare delle ore a stalkerarle." sussultai a quella parola.

"Lo so che è abbastanza pesante, ma io potrei fare compagnia a Lucas e...questo mi farebbe stare più tranquilla. Non riuscirei a godermi la serata con te, sapendo che qualcosa molto probabilmente potrebbe andare storto." quasi sussurrai.

"Per favore, fallo per me." mi avvicinai a lui di qualche passo per poi stringerlo a me.

Sentivo il battito del suo cuore contro il mio orecchio.
Lo strinsi forte, accarezzando con la guancia il tessuto della sua maglietta di cotone.

La sua presenza mi rendeva tranquilla, riusciva a calmarmi anche quando ero più agitata.

Ad un tratto la sua mano passò tra i miei capelli, stringendomi dolcemente la nuca.

"Va bene, lo farò per te, ma solo per questa volta." sospirò, agganciando dolcemente le sue braccia intorno al mio corpo.

***

Ben presto arrivò la sera e, sapendo che Lucas sarebbe giunto a momenti, misi un po' in ordine la confusione che avevano lasciato le mie amiche.

C'erano fogli di appunti sparsi sulla scrivania e sul letto di Jill, mentre un'anta dell'armadio era aperta per qualche strana ragione. Sul letto di Nora c'era il suo computer in standby e accanto un blocco per le note scarabocchiato e delle penne di vari colori.
Supposi che quel pomeriggio avessero fatto una ricerca insieme.

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