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«Sirena!»

Le foglie paripennate delle palme da cocco si piegarono verso ovest, seguite dalle mandrie di nubi temporalesche dai ventri gonfi di pioggia lattiginosa. Le drupe cozzarono in un suono di campana funeraria.

«Sirena!»

I pescatori volsero i visi di terracotta al cielo. Trafficavano con le vele delle piroghe e riparavano le reti in attesa che il tempo migliorasse. Da diversi mesi si preparavano all'ennesima stagione turbolenta, radunandosi nel cimitero cittadino in gruppi di preghiera, e in due occasioni avevano chiesto al signor Lennox, il Comandante dei fanti che de-facto dirigeva il Forte George, di poter riesumare l'intero empireo della religione indigena ancestrale sotto l'albero di Ceiba pentandra, a loro dire sacro.

Non volevano ripetere l'esperienza dell'anno passato, quando l'otto ottobre un uragano aveva investito le Cayman, sommerso l'isola più grande e intaccato i pozzi di acqua dolce. L'unico che era scampato si trovava a Bodden Town, e da mesi la gente vi andava in pellegrinaggio con secchi, ciotole e pentole per dissetarsi e raccogliere l'acqua per cucinare.

Pochi sconsiderati avevano disatteso le raccomandazioni del medico del Forte, bevendo il liquido salato che aveva inquinato i pozzi, ed erano stati bruciati in una fossa comune. Gli indigeni credevano fossero deceduti per un'epidemia. In realtà, era stata l'acqua di mare a bloccare il sistema di filtraggio dei reni; gli idioti erano finiti disidratati dallo stesso liquido che bevevano in gran quantità, vittime di visioni apocalittiche di uomini luminescenti succhiati dalla sabbia che si apriva e inghiottiti dalla fossa ardente che li attendeva dabbasso.

Uno di loro aveva raggiunto, cadavere galleggiante, gli Scogli del Sacrificio. Aveva fluttuato per ore come un posatoio per uccelli finché la Signora del Mar dei Caraibi era stata costretta a lasciare il suo ritiro e ributtarlo a riva. La popolazione l'aveva ritrovato nel riflusso di marea e l'aveva levato dall'acqua con il segno di cinque dita sul volto, fatto che aveva dato adito a ulteriori congetture sulla natura funesta dell'uragano del 1846.

«Sirena!»

Il Vento aveva ormai circumnavigato l'isola, fermandosi nei luoghi che sapeva essere cari alla Sirena che la amministrava. Aveva sbirciato nel cortile interno del Forte – appollaiandosi fra i rami dell'albero di Ceiba pentandra; aveva spazzato i sentieri nei campi di canna da zucchero del signor King; aveva agitato le tendine di stracci della baracca dello stregone; aveva sbattuto le reti dell'allevamento del signor Connolly e aveva infastidito i sonni del Governatore sull'amaca.

«Sono qui» rispose infine lei dentro la Stanza.

Il Vento entrò in una raffica potente che agitò i capelli neri della Sirena – le ombre bluastre rabbrividirono –, fece tintinnare la retina e scosse le centinaia di libri conservati nell'improvvisata biblioteca.

«Cosa succede? Sto cercando una storia che ti possa piacere e non sia senza conclusione.»

Il Vento si adagiò sui libri aperti sparsi sul pavimento umido della Stanza, che anni addietro era stata una prigione cara agli Spagnoli. Le pagine si sfogliarono in un crepitare secco.

«Stai cercando un incantesimo?»

«L'ho detto, è per te.»

«Sirena, ho da darti una novella singolare. Ho condotto qui una strana creatura.»

«E perché mai l'avresti fatto? Hai spiaggiato qualche cetaceo?»

«Ho dovuto farlo, è il compito degli alisei.»

«Ah, quindi è un qualche tipo di volatile. Avanti, descrivimelo.»

La Sirena non sollevò il viso dalla Tempesta di Shakespeare. A fianco aveva una versione italiana de Il pellegrinaggio del cristiano e un libello sulle streghe di Salem.

Un accostamento perlomeno curioso, pensò il Vento. Se la Sirena gliel'avesse chiesto, avrebbe optato per il libello, ma era quasi certo che gli avrebbe donato La Tempesta. Non parlavano d'altro dall'anno precedente, da quando la Sirena aveva appreso che il suo diletto capitano non era tornato a scortare i mercantili inglesi e con molta probabilità non sarebbe più sbarcato sull'isola.

Lei era passata attraverso ogni fase del dolore, dalla disperazione all'ira, senza mai approdare sulle spiagge della rassegnazione. Era a tal punto irritata da prendere a schiaffi i morti, un'azione che non aveva mai perpetrato da che il Vento la conosceva – ed erano secoli. La Sirena pareva la litografia di sua sorella dello Stretto di Bass, che dissacrava i cadaveri delle navi che affondava, strappando loro le carni e facendoli esplodere quando si gonfiavano.

«Vorrei mostrartela. Non ho mai visto una creatura simile e non saprei descriverla bene, non almeno come vorresti tu.»

«Dove si trova?»

«Fino a ieri si trovava nel North Sound, ma stamane l'ho avvertita muoversi nell'entroterra dove crescono le mangrovie.»

«Avevo ragione. È un uccello, se puoi sentirla. Sei tu che sovrintendi alle loro rotte.»

«Io li sostengo. Sono le onde che escono dalla terra a far loro da bussola.»

«Quanto della tua indole è disposizione personale e quanto è costrizione del Signore dei Venti? Sarà vero che non puoi esimerti? Quanto sei buono! Dovrei aspirare alla tua magnanimità, pare che la mia non sia abbastanza.»

«Non tutti i venti sono come me, Sirena. I miei "consanguinei" possono essere molto capricciosi. Uno di essi, il Greco, cambia direzione a suo piacimento a seconda delle stagioni. A volte è una brezza di terra altre di mare.»

«Adoro i dubbiosi.»

«A te piacciono gli infidi.»

«Perché appartengono alla mia stirpe e a quella che genererò in futuro. Se Dio vorrà.»

«Il Dio del Mare lo vuole. Ti ha spronata anche il mese scorso.»

«È un modo di dire degli uomini. Sto parlando del loro Dio, non di mio padre. Credo che ti darò da leggere Il pellegrinaggio del Cristiano. Avverto delle lacune nella tua cultura.»

La Sirena avvolse il libro nella tela cerata che teneva nella prigione odorosa di seppie e pietra, lo legò con la retina che si era tolta e lo mise sottobraccio. Con uno spegnimoccolo trovato di recente – l'inondazione delle case di pescatori a ridosso della spiaggia le aveva fornito nuovi aggeggi interessanti – uccise la fiamma.

«Andiamo.»

Di Pesce e di UccelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora