MacMourrog ne aveva avuto il sentore da quando aveva visto, a ovest, il fronte nuvoloso stazionare dove sapeva esserci Grand Cayman. Si trovava in una Cuba devastata, con la gente che si muoveva fra pareti di fango e alberi spezzati. Era sbarcato a l'Havana con la corvetta trasformata in mercantile e, a parte rendersi conto di trovarsi, per struttura architettonica e lingua, in una Spagna oltreoceano, era stato impegnato a vedersi con l'uomo il cui nome figurava nei documenti che si portava addosso.
L'uomo, tale signor Arriquibar-Mezcorta, era un commerciante che aveva perduto i guadagni e la vita di due cugini nell'uragano, al quale era stato detto che il contrabbando con gli inglesi avrebbe evitato la bancarotta.
«Mi ha dato l'impressione di essere un poveraccio, con rispetto, capitano» riferì il primo ufficiale quando si trovò nella cabina, chiamato da Avery di nuovo in uniforme regolare. «Tuttavia, ero conscio di dovermi concentrare sugli interessi economici dell'Inghilterra e non sulle mie opinioni.»
«E quindi?»
«L'uomo di cui vi ho parlato ha inclinazione a dire più del lecito, suppongo per via del suo essere novizio. Ha ammesso che il contrabbando con le Cayman dura da quattro anni, più o meno. Gli uomini che ho mandato in giro a raccogliere notizie hanno confermato che sarebbero invischiate una cinquantina di personalità, fra cui commercianti e altra teppaglia.»
Avery fece scorrere le cifre e guardò il sacco di monete d'oro sul tavolo.
«Più della metà dei prodotti strategici vengono caricati su navi dirette in Spagna, senza dazio. Guadagnano una fortuna. Si spartiscono il denaro in quote, e va da sé che chi ha messo più merce ottiene la miglior remunerazione. Confermo che i beni di consumo rimangono a Cuba, ora più che in passato.»
«La situazione è seria?»
«Non potete nemmeno immaginare la devastazione, capitano. Mi hanno raccontato delle centocinque navi mercantili che hanno perso. E parlo di mercantili, bisogna poi annoverare le navi militari, gli sloop e le barche. Nessuno si aspettava uno sconvolgimento del genere. L'Havana è una città in rovina, ci sono ancora mucchi di fango secco con sotto centinaia di cadaveri che si decompongono. La cattedrale è danneggiata e la chiesa Montserrat ha perso il tetto. Ho visto una barra di legno conficcata nel fusto di una palma come un paletto. Gli zuccherifici sono crollati e lo stesso vale per quasi ogni edificio e magazzino. A sud-est, dove si trovano le piantagioni di caffè, le onde hanno abbattuto gli alberi e voi sapete che per crescere il caffè ha bisogno degli alberi da ombra. I fiumi hanno inondato il tabacco e la vianda, un tubero che mangiano lì.»
«Povera gente» disse Avery.
«Si sono accorti che ho consegnato meno del pattuito. Ho spiegato che Grand Cayman era stata colpita dall'uragano ed era in tumulto per via dei ribelli. Ho detto che sono stati loro ad aver depredato i depositi del Trail. Uno degli altri contrabbandieri che ho incontrato a questa "cena", ha detto di aver udito delle voci poco rassicuranti, e io ho insistito nel confermare. Ho detto che due dei loro contatti erano morti e io avevo preso l'incarico. Poi è successo che il capitano di una nave che era transitata dall'arcipelago ha confermato gli strani fenomeni meteorologici e il fermento degli indigeni, e io ho ammesso di dover rientrare al più presto.» MacMourrog fece una pausa. «Avevo il terrore che il mostro avesse sconvolto il clima e vi stesse...»
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Di Pesce e di Uccello
AdventureGrand Cayman, giugno 1847. Durante la ricostruzione successiva all'ennesimo uragano, sull'isola giunge una straniera che ben presto diverrà la nemica contro la quale la Sirena del Mar dei Caraibi dovrà combattere per difendere se stessa e l'arcipela...