16. (PARTE TERZA)

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I marinai godevano di un alloggio spazioso dove appendere le amache senza che i movimenti della nave li sbatacchiassero gli uni contro gli altri, enormi bachi da seta.

Sfinita, la guardia che era presente alla partenza da Graciosa commentava a mezza voce.

«C'è che quelli nuovi non sanno il mestiere. Li prendono dalle campagne, poveri bastardi dietro all'aratro per mezza vita e li buttano addosso a noi, e noi non possiamo insegnargli quando stiamo andando. Sarebbe che ci pensa l'Ammiragliato se gli va, ma non gli va.»

«Eh, John, sempre la stessa storia» disse Sullivan.

John l'orbo sollevò un braccio. «Ma io vi dico che stavolta l'abbiamo scampata! Il capitano e gli ufficiali sanno cosa fare, ma nel domani c'è la disgrazia, ve lo dico adesso e ricordatelo. Il tempo è matto, quest'autunno, non c'è un vento che è sempre esistito da quando hanno iniziato a costruire navi, e la nave non risponde. E se non risponde quando il mare è liscio come risponderà ai Caraibi?»

Un grugnito disse ai compagni di abbassare la voce.

«Il capitano ha la fortuna dalla sua» disse Sullivan, e baciò il tatuaggio che aveva sul dito.

«E poi arriveremo che la stagione umida è finita. Niente uragani, amico» disse Burns.

«Forse una volta. Cristoforo ha ricordato il giusto, che due anni fa il capitano c'era e deve aver fatto qualcosa con la bagascia che ha fatto infuriare la Sirena. Lui c'era e c'era l'uragano e non era mai capitato.»

«In effetti» disse Burns.

«Lei è buona finché non le pestano la coda.»

«Cosa ridi, idiota? Toccherà a te la prossima volta, se lo ripeti a voce alta.»

«Sono nuovo, non stupido. Bada a come parli, orbo. Forse non sai che da noi c'è la Sirena ed è davvero malvagia.»

«E da dove arrivi te?»

«Dalla Grecia, ero un pescatore di molluschi prima che mi prendessero. E lì, nello Ionio, c'è davvero la Sirena. Un mio cugino l'ha vista che beccava gli impiccati.»

«Chissà perché non è mai chi parla che vede» fece Burns. «Io ho visto la Sirena. Sarebbe che mi ha tenuto su mentre affogavo.»

«Tu hai visto due braccia mentre sputacchiavi e strillavi e non hai saputo dire neanche se era uomo o donna. E scommetto che era un uomo, tu non sai distinguere una potta da un uccello» disse Sullivan. «Io li saprei distinguere eccome!»

John l'orbo agitò il braccio, l'unica parte del corpo che non si rifiutava di muoversi dalla stanchezza.

«Sei un bugiardo, Casambus, e con te tutti i pescatori ubriachi di ouzo. Le Sirene non hanno becchi.»

«Ce l'hanno eccome, e hanno l'apertura alare degli albatri e piedi di rapace.»

«Sono le arpie, amico, come mia moglie» disse Sullivan, a cui fece seguito una risata. «Fa' tante storie per un dovere che è stabilito dalla Bibbia, devo litigarci ogni volta che sto a terra, e poi rode se vado al porto. Non puoi essere gelosa se condanni tuo marito, ecco.»

«Silenzio» gridò il nostromo, la sua figura in controluce nel vano quadrato. «Se avete la forza di parlare avete la forza di lavorare.»

I marinai si zittirono. Quattro ore di sonno passavano in fretta per sprecarle in alterchi.

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