Grand Cayman, giugno 1847. Durante la ricostruzione successiva all'ennesimo uragano, sull'isola giunge una straniera che ben presto diverrà la nemica contro la quale la Sirena del Mar dei Caraibi dovrà combattere per difendere se stessa e l'arcipela...
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Dopo essere passata a salutare e a leggere al Vento, la Sirena si ritirò nella Stanza. Accese la lampada con uno dei luciferini che teneva in scatole ordinate lontano dai libri, ma si accorse di dover sfregare la capocchia a lungo prima di avere la fiamma. L'umidità dell'acqua, della roccia e dei coralli rovinava qualsiasi cosa senza il soffio del Vento a disperderla.
La Sirena rievocò la vecchia ammonizione di Nettuno sul disfacimento della carne e degli oggetti. Forse dovrei portare davvero quello che ho di più caro a mio fratello perché lo seppellisca fra i ghiacci perenni dell'Artico. La luce della lampada riportò una luce minuscola negli occhi neri: lei allungò la mano, percepì il calore che pareva avere la forma panciuta dei bordi di vetro sporco da cui fuoriusciva, e la scostò per afferrare il volume più vicino.
Dovettero passare due ore prima che s'imbattesse in un libro dell'Ellas, scritto da un erudito della civiltà achea, dove si faceva accenno, nel mezzo di caratteri che sarebbero stati incomprensibili a chiunque tranne a lei e alla sua stirpe, alle sirene alate. Il Vento non ha mentito. Caro amico, l'unico che avevo, l'unico che ha mai provato un sentimento per me. Osservò il disegno di un vaso su una carta pesante e ruvida, un corpo stilizzato con un lungo collo che curvava a destra e sorreggeva una testa umana: l'immagine più somigliante alla Sirena Alata. Fatta eccezione per il viso attraente, il resto del corpo era animalesco, ogni particolare rimandava ai caratteri di un rapace. Potrebbe crescere ancora? Sarebbe spaventosa se raggiungesse le dimensioni che il disegno lascia intendere. In un volume trovò un'immagine differente: la Sirena Alata aveva un mezzobusto di donna con un seno duro e reggeva una cetra. La sua compagna speculare sollevava un bastone sacro. La Sirena confrontò le date scritte sotto l'illustrazione e capì che la nemica si era evoluta. Si chiese dove stesse la verità. La cambiavano le parole degli uomini nel loro cammino approssimativo oppure il corso dell'esistenza mutava il corpo? Si guardò: lei non era cambiata nelle epoche. Era stata piccola, sì, ma era cresciuta in modo rapido, uguale allo sviluppo degli animali che impiegano pochi anni a raggiungere la maturità.
I termini con cui gli uomini parlavano delle sirene, tuttavia, non erano lusinghieri. La Sirena scoprì, nonostante si fregiasse della sua cultura, che erano diverse le nozioni che ignorava e la riguardavano.
Le sirene, rappresentazione di un tranello mortale.
Non riuscirono a sventare il rapimento di Proserpina da parte di Ade e Demetra le castigò.
Mai abbandonare la retta via per seguire il loro canto! Qui, presto, vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei,/ferma la nave, la nostra voce a sentire./Nessuno mai si allontana di qui con la sua nave nera,/se prima non sente, suono di miele, dal labbro nostro la voce (...)
«Il mio canto non ha mai fatto deviare alcuna nave. Posso formare e controllare l'uragano e pare che la voce obblighi gli uomini a fare il mio volere, ma il Blues non ha mai avuto un potere simile. La Sirena Alata può, lei riesce dove io fallisco.» La Sirena ebbe un attimo di terrore, il primo nelle epoche che aveva trascorso. «Non posso contrastarla.» Riprese a sfogliare e s'impose di leggere con attenzione. Le conchiglie feriscono Kyriake e le fanno uscire l'icore, il sangue venefico delle divinità. Sperò che, magari, l'avrebbero spaventata al punto da costringerla a lasciare le Cayman.