14. (PARTE TERZA)

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In un giorno di fine agosto, afoso e immobile, la Sirena leggeva al Vento quando una voce le solleticò l'udito. Proveniva dall'alto. Tirò a sé la coda di modo che non sporgesse dalla Grotta.

«La senti?»

«Non lo trovo strano. Se la si può sentire in una conchiglia, che è piccola, perché non in una grande caverna?»

«A volte l'aria esce a soffi e se ascolti bene puoi sentire una donna che parla.»

Una voce di bambino. La Sirena la riconobbe. Una voce di uomo. Rideva. I piedi nudi pesticciavano sulla roccia, lassù, e sfioravano i cespugli in un suono di regalo scartato. I due umani parlavano il dialetto delle Cayman.

La Sirena rimase immobile.

«È bella la voce. Dice tante cose che non capisco.»

«Vieni spesso qui?» Il tono dell'uomo era cambiato.

Etto. Il bambino veniva con i suoi amici. La Sirena se n'era accorta a inizio agosto, ma si sentiva sola e non li aveva scacciati. Desiderava ascoltare. Aveva badato a non farsi scorgere, rubando e bevendo le parole con il suo spasimo divoratore.

«Di pomeriggio. Non possiamo uscire in barca senza vento. Io e gli altri del villaggio ci mettiamo qui sopra e ascoltiamo.»

Una sospensione.

«Non dovete farlo. Non dovete disturbare la Sirena.»

«È la Sirena?»

«L'isola non sta bene. Si dice che prima che qualcuno venga ammazzato si senta un gorgheggio nella foresta di mangrovie. Tu hai sentito una voce.»

«La Sirena sta nel mare, non può stare nella foresta.»

«È una foresta che si ciba del mare. E lei arriva ovunque. Ti proibisco di venire qui ad ascoltare qualsiasi voce. Potrebbe essere il Blues. Si dice che chi ascolti il Blues sia destinato agli abissi. Ho già perso una figlia. Adesso vieni con me, il signor Middleton non ti vuole pigro. Ti laverai le orecchie con l'acqua di mare e l'infuso di ibisco. Pregherò che la Signora non t'abbia sentito.»

La Sirena lasciò che la coda si allungasse e disse: «Gli uomini la confondono con me.»

Di Pesce e di UccelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora