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La Sirena fluttuava a pochi centimetri dal letto a baldacchino che aveva corallo per impalcatura, gli occhi chiusi nell'espressione del sonno mortale. Non aveva la consolazione dei sogni e il suo era il riposo dei pesci, breve e frequente.

La manta arrivò dall'oscurità azzurrognola e volteggiò fra le colonne del baldacchino. Quindi discese e sfiorò il viso della Sirena con i lembi del manto.

«Sai dove sono stata per la notte intera? A far da guardiana a quel dannato uccello per impedirle di ghermire i miei umani. Ti prego, lasciami in pace.»

La manta rimase sospesa sulla padrona e le comunicò ciò che aveva visto.

«Una nave che faceva un gran baccano e spandeva miasmi appestanti?» La Sirena si mise in posizione eretta. Ascoltò con la mente l'avvertimento. «E così gli uomini hanno condotto all'arcipelago un mostro di ferro che sbuffa fumo e avvelena il mare?»

La manta compì una curva dolce e si depose sul fondale.

«Sono i mercantili. Il tempo è giusto, li attendevamo. Dopo le vicende dell'anno scorso i marinai si sono fatti audaci e usano una nave di ferro e legno? Ebbene, cosa possono contro di me?» La Sirena aggiunse un sorriso malvagio, poi si ricordò che il Vento era prigioniero. Innescare un uragano sarebbe stato impossibile con la brezza leggera. Strinse i pugni, le braccia frementi. «Portami dove l'hai vista. Voglio capire cosa devo affrontare. Posso comunque fare dei buchi nello scafo, riversarle addosso il mare e affondarla con il carico. Se gli uomini osano sfidarmi avranno la mia vendetta. E mostrerò a mio padre quali sono i sacrifici che calmano l'ira.»

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La pirocorvetta stava alla fonda piuttosto distante dalla città, l'equipaggio in attesa di cominciare le operazioni di scarico. Il capitano aveva reciso le gomene che la legavano ai mercantili e usato il razzo segnaletico: i funzionari del signor Middleton dovevano aver riconosciuto il segnale.

«Volete che spariamo un colpo di cannone?» domandò Bolton.

«Attendiamo. C'è movimento sulla spiaggia.» Avery esaminò la porzione di isola. «Non vedo grandi danni, a parte qualche varco fra gli arbusti e alberi abbattuti.»

«I danni peggiori li abbiamo visti passando, stanno fra Bodden Town e la capitale.» Possibile che non li abbia notati? Eppure fissava davanti a sé, è rimasto sul ponte tutto il tempo.

Un uomo con una giacca nera e i capelli rossi salì sopra un'imbarcazione e si tenne in equilibrio con un movimento rotatorio delle braccia.

«Quello là è un marinaio d'acqua dolce» sibilò Washburn.

L'imbarcazione si staccò da terra con tre occupanti, l'uomo in nero e i due rematori. Giunse sotto la murata di dritta al grido di: «Ehi, voi, lassù, presentatevi!»

Dopo che Avery ebbe ribadito il nome e il grado, l'uomo in nero sollevò la testa. «Sono il rappresentante del distretto di George Town, mi chiamo Andrew Middleton.»

Si levò un chiacchiericcio zittito da Kozlov. Non era mai capitato prima che il rappresentante in persona venisse a fare affari con i capitani.

«Lieto di conoscervi. Signor MacMourrog, gettate la biscaglina per far salire il signor Middleton.»

«No, capitano Avery, è meglio che scendiate voi. Sono qui per scortarvi alla mia residenza. Avvertite per cortesia gli altri capitani che non possiamo dare inizio alle operazioni finché non vi avrò messo al corrente di una certa questione.»

Un guaio, pensò Avery. «Signor Kozlov, issate le bandiere di segnalazione per i mercantili. Che nessuno di loro cominci le operazioni di scarico né si avvicini alla spiaggia.»

«Aye.» Il russo andò con il marinaio addetto verso la cassa contenente le bandiere. Il marinaio frugò per trarne di utili a comunicare nel codice navale dell'anno corrente.

«Signor MacMourrog, a voi il comando della nave. Signor Fourcade, passate parola per il signor Fourcade.»

Il progettista arrivò correndo nelle sue scarpe eleganti di cuoio con la fibbia lucida che scivolarono sul ponte. Venne tenuto su da Parker, che gli evitò di finire con la faccia sulle calzature del nocchiere.

«Voi verrete con me.»

«Signore, i capitani segnalano. Chiedono se devono raggiungervi sulla pirocorvetta» fece Kozlov.

«Sì, radunateli. Di certo interesserà anche a loro sapere qual è l'ennesimo guaio che ci tiene ancorati.»

Di Pesce e di UccelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora