Campbell aveva mandato una vedetta sulla spiaggia di Gun Bay per avvertirlo qualora avesse avvistato una nave. Conosceva bene la pericolosità della costa che gli era toccata in sorte e non voleva sacrificare anzitempo gli uomini mandati ad aiutarlo.
Accadde il pomeriggio del venticinque novembre: Kozlov notò una scialuppa con un drappello di uomini venire dalla costa, probabile invio del rappresentante di distretto per fare gli onori. Sono venuti a prelevarmi per portarmi alla villa. Si volse verso destra e trovò la figura solida del nocchiere. «Dirò al signor Campbell che non intendo sbarcare né accettare alcun invito a cena. Nei pochi minuti che resterò a terra nessuno di voi farà altro se non osservare. Anche se il mostro dovesse comparire, non abbiamo cannoni sul ponte con cui colpirlo, per cui limitatevi a cercare un riparo sottocoperta, sigillate i boccaporti come vi ho insegnato, armatevi con le conchiglie e le armi asperse di acqua benedetta e tenete i tappi nelle orecchie. Credo di essere stato chiaro. Quando tornerò a bordo andremo al galeone e prenderemo quello che ci serve.»
Bolton si limitò a replicare: «Aye.»
Kozlov girò la testa a sinistra prima di appressarsi verso la biscaglina. Il galeone era talmente basso sull'acqua che l'ultima fila di portelli giaceva sommersa. Sul rostro sbeccato si appollaiavano gli uccelli e le vele rimaste erano ingiallite dagli scrosci e dalla luce. Al russo parve di udire il fasciame gemere e vedeva la nave per ciò che era: un residuo che chiedeva di esser dato alle fiamme o lasciato scivolare in fondo all'oceano, appesantito dalle colubrine incrostate di ruggine le cui teste sporgevano dai portelli della prima batteria. Saltò nella scialuppa con Abel e si diresse verso l'altra imbarcazione che convergeva per comunicare alla voce.
Però il signor Campbell, presente e abbigliato con una camicia che lo rendeva indistinguibile dagli altri bianchi accanto, si oppose alle intenzioni. Non era venuto il capitano e mandare un ufficiale – nemmeno il primo – gli sembrò una mancanza di rispetto. «Venite a vedere il morto di stanotte. E ditemi se è uguale a quelli degli altri distretti.»
Kozlov non aveva assistito alle autopsie; aveva visto i disegni del dottor Patterson e ascoltato le sue spiegazioni. Dal viso contratto e scontento di Campbell, capì di non essere la persona che il rappresentante si attendeva e non era intenzionato ad aggravare la situazione. Dalla scialuppa fece un cenno a Bolton e sperò che il nocchiere lo interpretasse nel modo giusto.
Le due imbarcazioni si mossero verso sud, con Campbell che aggiustava la rotta di modo che le scialuppe non grattassero sui bracci di corallo della barriera dove si muovevano gli scaridi con le labbra come becchi di pappagallo.
La villa, a metà strada fra l'insediamento di Old Isaacs e il Frank Sound, era nascosta da alberi di casuarina. Per arrivarci, gli uomini lasciarono le scialuppe legate a un pontile di legno e camminarono su un tappeto di convolvolo rosa che soffocava le specie native con i suoi fiori a campana. Era il vanto della moglie del rappresentante dell'East End, che aveva portato le sementi e le aveva piantate intorno alla villa.
L'edificio principale non era dissimile dalla casa del Governatore, costruito sul progetto dell'invidia reciproca, ed era accerchiato da grandi alberi di jackfruit da cui, disse Campbell, la famiglia ricavava la farina per il pane. Le galline, un nugolo assortito di specie inglesi, razzolavano nella polvere e attraversarono la rotta degli uomini fra gli strilli del padrone per disperdersi sotto un albero delle zucche.
Il cadavere fresco era di un ragazzo giovane e bianco. Era stato portato nella cantina della villa e sistemato per terra sopra un lenzuolo.
«È il terzo. Era il mio stalliere» disse Campbell. «Stamattina, all'alba, doveva sellare il cavallo per mio figlio. Quando non s'è visto abbiamo mandato qualcuno a cercarlo.» Guardò il viso grigio con gli occhi infossati dalle ciglia lunghe e, fissandolo, credette di vedere l'aria entrare di nuovo dalle narici e muovergli il torace. Sua moglie gli ripeteva sempre che era un uomo impressionabile. «Ed eccolo qui.»
Kozlov studiò la maglia lacerata e l'occhio di pelle aperto sul ventre. «Sì. La ferita è la medesima.»
«Quindi è ancora qui.»
«Probabile. Non vi è stato comunicato di rimanere in casa quando scende la sera?»
«Io non esco di certo e bado che i miei cari non lo facciano. Con la servitù è una faccenda diversa. La si può istruire, minacciare, ma non si può togliere quello che hanno dentro, nel profondo.»
«Forse voi non riuscite, come io del resto, ma qualcun altro ci riesce.»
«Cosa pensate di fare?»
«Avete una mappa? Dov'è stato rinvenuto il corpo di questo poveretto? E gli altri due?» Portata la mappa, Kozlov la svolse e chiese il permesso di segnare i tre punti. «Sono vicini al Trail e piuttosto distanti dalla villa, più o meno tre miglia e mezzo. Perché gli uomini si recano lì? Cosa c'è?»
«Legname, signor Cosslo. È l'unico sentiero percorribile dell'intera isola.»
«Il Trail non si trova nel North Side?»
«Ne abbiamo un pezzo anche noi» rispose Campbell risentito. «Non fidate troppo nelle mappe, sono approssimative.»
«Cosa se ne fa uno stalliere del legname? L'avevate mandato voi?»
«Assolutamente no.»
«Gli altri due, che lavoro facevano? Mi pare che il capitano avesse parlato di bianchi.»
«Uno era un pescatore e l'altro un mio caro amico che ha una coltivazione di cassava.»
Kozlov decise senza potersi impedire di pensare. Adesso gli capitava di frequente. «Abel,» disse al timoniere della lancia. «Va' alla corvetta, avverti il signor Bolton e porta qui Markin e cinque fanti.»
«Aye, signore. Cosa dico al signor Bolton se mi chiede?»
«Digli che è per una ricognizione a causa di movimenti illeciti che sospetto avvengano qui.»
«Cosa intendete?» s'intromise Campbell. «Movimenti illeciti?»
«Ho ragione di pensare che vi sia un motivo valido per il comportamento di bianchi che escono la sera nonostante il divieto di uscire, e che questo comportamento sia dettato da qualcosa per cui valga la pena rischiare.» E io ne so qualcosa, state cercando di imbrogliare un imbroglione.
«Voglio venire con voi a vedere questi movimenti illeciti.»
«Padrone di farlo. Se avete un'arma portatela. C'è una guida che potete chiamare?»
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Di Pesce e di Uccello
AventuraGrand Cayman, giugno 1847. Durante la ricostruzione successiva all'ennesimo uragano, sull'isola giunge una straniera che ben presto diverrà la nemica contro la quale la Sirena del Mar dei Caraibi dovrà combattere per difendere se stessa e l'arcipela...