Grand Cayman, giugno 1847. Durante la ricostruzione successiva all'ennesimo uragano, sull'isola giunge una straniera che ben presto diverrà la nemica contro la quale la Sirena del Mar dei Caraibi dovrà combattere per difendere se stessa e l'arcipela...
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La Biblioteca era una casa di legno dal tetto basso, non dissimile dalla nuova Missione o dal Tribunale. Gli inglesi non eccellevano in fantasia e gli indigeni si comportavano da uomini preistorici a cui interessava la sicurezza di un riparo, non il suo aspetto attraente.
Dormirebbero in torrette di fango come certi uccelli, rifletté Avery entrando nella frescura.
Il custode guardò da dietro uno scaffale, salutò il nuovo venuto e tornò a disporre volumi. La stagione secca e le ore più calde della giornata illanguidivano gli intenti.
Avery si mise il tricorno sottobraccio ed esaminò e lesse alcune copertine. Poi, impaziente com'era e deciso a non perdere tempo, si avvicinò al custode. «Sapreste dirmi dove trovare le opere antiche in versi e nello specifico qualcosa che riguardi le sirene?»
«L'Odissea, senza dubbio. Qui in alto, ve lo prendo.» L'uomo andò a cercare una scala, anch'essa di legno, vi si issò e allungando il braccio prese e porse il volume.
«Qualche leggenda locale?» chiese Avery, con la testa voltata verso la stanza attigua. Da ciò che poteva vedere valutò che gli inglesi stavano trasformando parte della Biblioteca in museo. Vedeva diversi manufatti dei nativi, statue e maschere rituali. Non mancavano i barattoli con qualche feto umano o animale corroso dalla pessima conservazione in etanolo.
«Non molte. I traduttori scarseggiano. Abbiamo trovato documenti scritti su pelle di animale in una lingua sconosciuta. Però potreste osservare i disegni.»
«Sì, ma solo dove vi siano pesci o affini.»
«Avete un interesse inverecondo per la leggenda della Sirena? Un giorno, magari, chiederanno che si fissi la sua voce su un aggeggio che possa riprodurla.»
«Gli indigeni non cantano il Blues o come lo chiamano?»
«Non oserebbero mai vilipendere la Sirena. Comunque, ecco a voi un po' di scartoffie. Mi sono permesso di aggiungere un libro di mia proprietà sulle creature mitologiche.»
Avery sorresse i libri e le carte e cercò di individuare una sedia o un tavolo. Ce n'era uno, di tavolino, rotondo, per i gentiluomini che leggevano qualche pagina prima di prendere in prestito il libro. Si accomodò senza badare a pestare le code della giacca blu.