Abitudine (30)

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Remus era abituato a essere guardato in modo strano, ad essere etichettato come "quello pieno di graffi", a stare solo, ad avere dolori dopo la luna piena, ad odiarsi.
L'abitudine è una brutta cosa ma Remus aveva imparato a conviverci.
Remus odiava quella vita abitudinaria ma era anche l'unica cosa che lo faceva andare avanti.
Si stava già abituando all'idea di dover passare da solo quei sette anni ad Hogwarts e di essere etichettato nuovamente dai suoi coetanei.

"Rammie cosa fai solo?" gli chiesero i malandrini quando lo trovarono a guardare il fuoco delle sala comune.
"Cosa?" chiese Remus guardandoli.
"Cosa fai" gli ripeté Sirius una volta seduto accanto a lui.
"Stavo pensando che prima di conoscervi per me era tutto un abitudine" disse Remus guardando i malandrini negli occhi.
"Perché prima non avevi un migliore amico così bello" ribatté James facendogli l'occhiolino.
"In realtà non aveva nessuno che lo riforniva di cioccolato" disse Peter facendoli ridacchiare.
"Perché prima non avevi nessuno che ti amava come ti amo io" gli disse all'orecchio Sirius e poi lasciargli un bacio sulla fronte.
"Grazie ragazzi" disse semplicemente Remus





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