Viaggio (53)

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Erano in viaggio ormai da ore. Avevano deciso di prendersi una vacanza, optando per un viaggio “alla babbana”. Meta: l'Italia. Remus aveva sempre desiderato visitarla, così aveva programmato tutto: sarebbero scesi lungo l'Italia occidentale, zigzagando tra regioni costiere, regioni interne e isole, per poi risalire lungo il versante orientale, facendo così un tour completo del Paese. Avrebbero pure potuto approfittarne per fare una rapida visita anche alla Francia e alla Germania. Partirono durante la notte e Sirius era eccitato come un bambino a Pasqua, nel momento in cui gli consegnano un cestino e lo spronano a cercare le uova. Non ci soffermeremo troppo sui posti che visitarono, quanto, piuttosto, sul viaggio in sé. Sirius si stupiva delle cose più normali (o almeno, per quelle considerate tali dai babbani o da chi vive con essi) e ciò divertiva molto Remus. Il problema, però, era che ciò lo rendeva anche molto distratto. Portare il fidanzato in viaggio senza tutte le comodità della magia, si accorse, era come portare il piccolo Harry in un nuovo ed enorme parco giochi. Durante quel mese, infatti, ne capitarono di tutti i colori. Per esempio, rischiarono un incidente al confine con la Valle d'Aosta, perché un Sirius curioso aveva ben pensato di tirare il freno a mano (capitelo, poverino: non era mai salito su un mezzo babbano). Un'altra volta avevano scordato i bagagli ed erano dovuti tornare indietro. Remus all'inizio sì era infuriato, perché era compito del compagno caricarli, ma dopotutto il giovane purosangue era abituato a viaggiare con non più di un paio di valige, riuscendo sempre a farci stare tutto grazie alla magia. C'è da dire che gli incidenti, però, non erano causati solo dal corvino. Infatti il nostro caro licantropo, cotto del ragazzo come poche cose al mondo, si era spesso distratto a guardare il compagno dormire, solitamente in forma canina, mettendo a rischio più volte le loro vite lungo la strada (fortuna che i riflessi da lupo li avevano sempre salvati...).
Insomma, non fu esattamente il viaggio tranquillo e istruttivo che Remus aveva immaginato, ma dopotutto, l'importante era che si fossero divertiti, giusto? È questo lo scopo di una vacanza, no?
...ah già, quasi dimenticavo: chiaramente, pure il fatto che fossero sopravvissuti fu sintomo della buona riuscita delle ferie, ma, rispetto a ciò che è stato scritto sopra, è praticamente paragonabile a un futilissimo dettaglio della vita...



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Grazie adina per aver scritto questo capitolo per il fatto che sono in vacanza

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