Due piccole cose prima di lasciarvi al capitolo.
Ho rotto nuovamente i cristalli liquidi, in realtà è stato il cane, del telefono quindi finché funziona bene altrimenti significa che devo iniziare a scrivere dal tablet e io odio scrivere da la.
Questo capitolo è dedicato ad @Anim_Weasley che ha praticamente supplicato me di non pubblicarlo e @Heidi_Ade02 di non scriverloRemus non ce la faceva più. Nonostante avesse i suoi amici vicini, non credeva sarebbe riuscito a tirare avanti ancora a lungo. Anche quel giorno si trovava in ospedale, insieme ai suoi figli, Robin detto JJ Jr e Sara detta Stellina (capiteli, il padrino e l'altro padre dei bimbi erano leggermente egocentrici, ma Remus si era rifiutato di chiamare il figlioccio del suo migliore amico “JJ Jr”) al capezzale del marito che, ormai, era in coma da molto tempo. Cercava di non piangere per far forza ai piccoli, ma davvero non ce la faceva più. Non riusciva a tirare avanti così. Certo, Sirius era ancora vivo alla fin fine, ma per quanto ancora? Ce l'avrebbe fatta? Poi c'era la possibilità che quello che sarebbe tornato da lui non fosse il suo Sirius... A questo pensava Remus, mentre abbracciava la piccola Sara e accarezzava un braccio a Robin, in segno di conforto.
«Hey Moony...» una mano si posò sulla sua spalla facendolo sobbalzare «Vai a casa con i tuoi figli, ti accompagnerà Lily. Sto qua io con Paddy, tu hai bisogno di riposarti» era James. «Ti chiamerò nel caso dovesse svegliarsi» aggiunse in risposta allo sguardo vuoto dell'amico, rivolgendogli un sorriso di conforto. Lo aiutò ad alzarsi e lo spinse gentilmente verso la porta, mentre Lily prendeva Sara, ormai addormentata, in braccio e prendeva per mano Robin. Quest'ultimo gesto venne copiato da Harry, di un anno più grande del ‘cugino’, nei confronti dello zio Remus. Con un ultimo bacio e sguardo di saluto, Lupin lasciò il marito con suo ‘fratello’ e seguì la migliore amica.
Erano quasi arrivati a casa Lupin-Black, quando Remus prese la sua decisione.
«Hey cucciolo» disse rivolto al figlio maggiore «vi andrebbe di passare la notte da Harry, se per zia Lily non è un problema? Sapete, fa bene distrarsi un po' in queste situazioni» e, nel mentre che lo diceva, guardava supplicante l'amica.
«Per me non c'è problema» disse la giovane donna, ricambiando lo sguardo con uno decisamente preoccupato. L'uomo quasi tirò un sospiro di sollievo alla risposta affermativa dell'amica e del figlio, così scese dall'auto, salutò i bambini e si diresse verso casa, con lo sguardo di Lily che non lo abbandonava.
Quella sera preparò il piatto preferito del marito e si mise a mangiare nella poltrona di Sirius, nonostante il pelo di cane (si era rifiutato di pulirla, prima per dispetto verso Padfoot che sembrava non capire poi, dopo l'incidente, per nostalgia). Si fece una doccia rilassante, usando lo shampoo e il bagnoschiuma del marito. Si fece addirittura la barba dopo giorni, con il rasoio e il dopobarba che profumavano di lui. Verso le nove e mezza ricevette una chiamata da Lily, alla quale rispose per non farla preoccupare. Dopo una breve chiacchierata preparò la tisana preferita di Sirius, mise il pigiama di lui e si mise a letto, dal lato del marito a sorseggiarla prima di addormentarsi. La mattina dopo, quando Lily si presentò a casa sua con i bambini per portarlo in ospedale, ancora dormiva. E l'avrebbe fatto per sempre. Nella tisana aveva infatti messo qualche goccia di veleno. Aveva calcolato il tempo e la quantità esatta, in modo da riuscire ad assumerlo dopo la chiamata che gli avrebbe sicuramente fatto Lily, ma assicurandosi che non ci fosse più nulla da fare nel momento del suo ritrovamento. Il funerale fu straziante per James, Lily e Peter, per non parlare dei bambini che erano distrutti.
Una settimana esatta dopo di esso, Sirius si svegliò e, in seguito a qualche giorno sotto osservazione, venne dimesso. I Potter lo obbligarono ad andare a vivere con loro. Aveva bisogno di aiuto ancora per un po' di tempo, così gli dissero. La realtà era che avevano paura. Paura di perdere un altro amico, che già aveva rischiato di morire. Non si sapeva se fosse per la morte del marito, del quale non aveva nemmeno potuto partecipare al funerale, per qualche residuo della malattia, per la forte influenza che si era presa Sara o se per un miscuglio di tutto ciò, ma Sirius Orion Black III era cambiato. Per mesi il giovane e scherzoso Black pareva sparito. Poi, un giorno, decise che avrebbe ripreso in mano la sua vita. Ricominciò a ridere e scherzare, come durante gli anni di scuola e questo improvviso cambiamento in parte spaventò i suoi amici. Credevano quasi fosse impazzito. La realtà è che era l'unico modo che aveva trovato per affrontare il dolore. Non avrebbe mai più pianto. Non sapeva nemmeno se ci sarebbe riuscito. Non si sarebbe mai più mostrato triste, né abbattuto. A essere sinceri non provava più nulla, gli pareva di osservare qualcun altro vivere la sua vita nel suo corpo, ma di questo non ne parlò mai a nessuno. Faceva quello che sentiva fosse giusto fare al momento, che fosse ridere o mostrarsi serio, nonostante non provasse realmente quei bisogni. Finse di essere tornato il Sirius di un tempo. E continuò a fingere, fino a che la morte non lo venne a prendere, per la vecchiaia, dopo aver conosciuto i nipoti e pure un paio di pronipoti. E, solo sul letto di morte, riuscì finalmente a lasciarsi andare ad un pianto liberatorio, quasi ansioso di rivedere il marito, ormai morto da anni.
![](https://img.wattpad.com/cover/230692034-288-k80095.jpg)
STAI LEGGENDO
365//Wolfstar
FanfictionUna wolfstar al giorno toglie il medico di torno (o almeno si spera) Idea presa da "365 sterek"