Baratro (31)

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"Tu non puoi essere qua" proferì con voce glaciale Remus.
"Sono io. Sono il tuo Sirius" disse Felpato facendo un passo avanti.
"Il mio Sirius non esiste più" sussurrò piangendo Lunastorta.
"Invece esiste ancora" ribatté Felpato cercando di guardarlo negli occhi.
"Non esiste" ribadì Remus continuando a piangere.
"Remus devi credermi!" esclamò Sirius con il cuore rotto per quella visione.
"Sirius non esiste più da quando ha ucciso i suoi amici. Non esiste più da quando mi ha abbandonato" disse Remus cercando una via di fuga.
"Non li ho uccisi io! Non ti ho abbandonato Remus! La legge mi ritiene colpevole ma sono innocente!" esclamò Sirius con le lacrime agli occhi.
"Tutte le prove portano a te!" disse Remus andando via da quella stanza.
"Vogliono solo incastrarmi e lo sai bene. Perché non vuoi credermi Rem?" domandò Sirius prima che il moro potesse uscire dalla stanza.
"Perché è non voglio cadere di nuovo nel baratro in cui sono caduto anni fa e da cui ci ho messo anni per uscirne. Ma mai che la vita mi voglia bene! Io esco dal baratro e chi torna? L'uomo che mi ci ha fatto finire dentro!" disse il moro con tono incazzato.
"Re-" disse Sirius prima di essere bloccato, di nuovo, da Remus.
"Sei l'uomo che mi ha fatto stare bene e poi mi ha distrutto ma, ovviamente, Sirius Black può permettere vero? Se non fa soffrire qualcuno ogni tanto non è felice! Per merlino, ho appena ricordato cosa fosse la felicità dopo tanti anni, perché vuoi togliermela? Perché mi devi far pensare sempre al passato e non mi fai vivere il presente? Ho solo bisogno di non pensare più a quello che è successo e vivermi in pace la mia famiglia e Harry" proferì Remus stanco di quella situazione.
"Quindi Harry..." disse Sirius lasciando la frase in sospeso.
"Sta con me ora. Ha gli stessi occhi di Lily ma il carattere è tutto di James" dichiarò prima di andarsene.

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