Capitolo scritto da Adina perché non ho tempo per scrivere in più ho bevuto un Mojito e al momento mi gira la testa :3
Quella sera, a cena, Remus non aprì bocca, così neanche Harry si azzardò a farlo. Era triste per la mancanza del padrino, ma decise di non tirare fuori l'argomento, notando che non era l'unico.
Finito di mangiare tentò almeno di convincere Moony a lasciarlo alzato fino al ritorno del suo Paut, ma l'uomo fu irremovibile. Alle 20:30 il bambino era a letto, mentre Lupin, al piano di sotto, era assorto nelle sue preoccupazioni per il marito, fuori ed esposto ai primi freddi, e in preda ai sensi di colpa. Come aveva potuto essere così cattivo con lui? Dopotutto non se lo meritava. Era stato gentile, gli aveva pure preparato il suo dolce preferito, ma lui aveva preferito limitarsi a guardare certe piccolezze, come la cucina in disordine, ad esempio, facilmente ripulibile con un movimento di bacchetta. Ok, complice era anche il primo giorno di scuola suo e del bimbo, a cui si aggiungeva l'imminente luna piena, ma... No. Non era giusto. Sì era comportato veramente male nei suoi confronti. Decise così di fare una cosa che mai aveva fatto, se non in caso di stretta necessità (come ad esempio, il giorno dopo il suo piccolo problema peloso), e che andava contro tutti, o quasi, i suoi ideali: prese così il cellulare e scrisse alla scuola, avvisando che il giorno seguente non sarebbe potuto essere presente alle lezioni per “motivi famigliari”.
Quella notte dormì poco e male, su una poltrona posta in una posizione strategica che gli permetteva di vedere la porta sul retro, le scale e gran parte del giardinetto posto dietro la casa. Si svegliava ad ogni singolo rumore e, quando dormiva, sognava il marito in pericolo, nonostante fosse cosciente del fatto che era piuttosto al sicuro e che non era nemmeno così freddo, al momento.Il giorno dopo ripeté la routine del giorno precedente, sebbene nella casa aleggiasse un'atmosfera più cupa. Svegliò e vestì Harry, gli preparò la colazione, lo accompagnò a scuola e, prima che il bambino scendesse dalla macchina, gli fece le sue solite raccomandazioni da bravo genitore e lo salutò con un bacio in fronte. Rimase lì, davanti alla scuola, finché il figlioccio del marito non entrò nell'edificio, poi ritornò verso casa.
Una volta lì, decise di non perdere altro tempo e si diresse subito verso il bosco lì vicino. Cercò in lungo e in largo, spingendosi fino al paese, a sud, ma anche fino al laghetto in cui andavano la domenica, verso est, al limitare del bosco a ovest e fino ai piedi delle montagne in cui andavano a fare le loro passeggiate di famiglia d'inverno, che si trovavano a nord rispetto alla casa. Chiamò il marito, guardò in ogni buco e anfratto nel quale l'uomo avrebbe potuto nascondersi nella sua versione animale, ma non lo trovò. Non si arrese, senza accorgersi delle ore che passavano finché, distrutto, non si concesse una pausa. Arrivò in casa e, non fece in tempo ad aprire la porta, che venne travolto da un piccolo Harry particolarmente gioioso.
«Moony! Eccoti!»
«Harry! Che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?»
Ma a rispondergli non fu la scuola, ma una tanto amata voce profonda che apparteneva all'uomo che era appena uscito dalla cucina: «Sono andato a prenderlo un'ora e mezza fa, circa. Ha chiamato la sua maestra, dato che nessuno era andato a recuperare il nostro moccioso preferito-così dicendo, scompigliò i capelli al figlioccio- tu, piuttosto, che fine avevi fatto? Sembri distrutto...»
«Io... Ero in pensiero per te... E mi sentivo in colpa... Mi dispiace, non pensavo davvero ciò che ho detto, lo sai...-disse Remus, scoppiando in un pianto liberatorio tra le braccia del marito- mi dispiace Sirius, davvero...»
«Hey, hey, tranquillo, lo so... Me ne sono andato perché pensavo avessi bisogno di un po' di spazio, tutto qui... So che tra qualche giorno ci sarà la luna piena... Ed è per questo che sono tornato quando ero sicuro non ci fosse nessuno... Aspetta, a questo proposito... Come mai non sei andato a scuola oggi?»
«Ecco, vedi... Ho scritto al preside questa notte, dicendo che avevo dei problemi famigliari e sono venuto a cercarti...»
«Aww, che caro, il mio amore alla fin fine è stato contagiato, seppur in ritardo, e ha saltato le lezioni senza esserne costretto! Potrei commuovermi! -e qui Sirius finse di asciugarsi una lacrimuccia- comunque, dicevo, sono tornato nel momento in cui sapevo voi due foste a ‘scuola’-e fece le virgolette con le dita alla parola scuola, mentre faceva l'occhiolino ad Harry- per prepararti una sorpresa! Stanotte sono stato da Marlene e mi sono fatto insegnare come si fa una torta babbana, e, stavolta, ho pure ripulito tutto! Harry mi ha dato una mano a guarnirla. Hey hey hey, non piangere, per te questo ed altro, mio piccolo cucciolo lunatico!» aggiunse, davanti alle lacrime di commozione del marito, per poi asciugargliele con i pollici e baciarlo sulla punta del naso. Non appena Remus si fu calmato, Padfoot ed Harry lo condussero in cucina dove, oltre alla torta, era già pronto in tavola il pranzo e passarono così un'allegra giornata in famiglia. Finito di mangiare Paddy attese pazientemente che gli altri due finissero i loro compiti e nel frattempo lesse il libro di cucina che Lene gli aveva prestato, dopodiché uscirono tutti e tre in giardino a giocare fino all'ora di cena.
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365//Wolfstar
FanfictionUna wolfstar al giorno toglie il medico di torno (o almeno si spera) Idea presa da "365 sterek"