Diagon Alley

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La porta si chiude silenziosamente alle mie spalle, abbasso gli occhi sulle mani, i segni delle unghie sono lì a guardarmi. Respiro profondamente e faccio qualche passo aspettando che qualcuno esca a dirmi qualcosa.
Penso di essermi ripresa bene, molti professori mi hanno fatto i complimenti alla fine ma quell'uomo, quell'uomo è rimasto lì, a tratti impassibile e a tratti ironico, odioso col suo enorme naso e i capelli unti. Sento la rabbia risalire lentamente.
Dopo qualche sospiro infuriato scuoto la testa, non ne vale la pena in questo momento, come non la varà per molto tempo, infondo lo avrò come professore, non voglio che la mia vita sia complicata anche qui.
Sento la porta muoversi alle mie spalle e l'uomo dai vestiti scuri quanto i capelli incrocia il mio sguardo, nel suo leggo la superiorità con cui si è atteggiato per tutto il corso dell'esame.
Alza un sopraccilio con aria interrogativa, quando si accorge di me, come se non avesse idea di chi si trova davanti, si allontana con calma scendendo le scale. Sa che lo sto ancora guardando, che lo sto facendo con odio, ma non se ne cura, come se sapesse che non mi vedrà mai più. L'ansia mi blocca, la gola è secca, arida come il deserto, le gambe sembrano essere sul punto di cedere, lo stomaco urla e il sudore freddo inizia a scivolarmi dal collo fin sotto la camicia, sulla spina dorsale che rabbrividisce.
Mi volto lentamente quando sento che la porta si muove ancora.
Esce una donna dall'aspetto buffo che porta due grandi occhiali, sta borbottando tra sè con fare molto impegnato, mi guarda, si blocca e il suo viso si addolcisce -Sei stata molto brava!- dice quasi urlando e se ne va come se io non ci fossi riprendendo il suo borbottio.
A seguire molti altri professori escono dalla sala disinvolti, tra di loro ci sono anche il professor Vitious e Rubeus Hagrid, professore in Cura delle Creature Magiche e guardacaccia della scuola.
Lui e il professor Vitious sono completamente diversi, mentre uno e molto basso e dalla voce a volte petulante l'altro è gigantesco e possente.
La McGranitt fa capolineo sulla porta accompagnata da una donna bassa dall'aria eccitata, mi sorride e insieme mi raggiungono. L'agitazone del momento porta i miei denti a mordere l'interno delle guancie.
-Sei stata impeccabile Mary, questa è la professoressa Sprite, è rimasta strabigliata dalla tua preparazione in Erbologia - riesco a tirare un sospiro di solievo e sorrido alla professoressa mentre mi stringe la mano.
-Davvero brava- dice frettolosa -Davvero-.
-Oh...ehm...Grazie- la mia voce suona cordiale e imbarazzata.
La McGranitt riprende parola quando ancora le nostre mani sono congiunte -La professoressa insegna Erbologia ed è direttice dei Tassorosso-.
-È un piacere conoscerla professoressa- il suo viso si colora visibilmente.
-Il piacere è tutto mio, spero di vederti tra i Tassorosso- dice lei prima di rivolgersi alla direttrice dei Grifondoro -Ci vediamo presto Minerva-.
-Certo- le sussurra e con un cenno del capo si scambiano un saluto, con una mano mi guida attraverso la pesante porta d'ingresso parlandomi dell'esame che ho appena sostenuto.
Lo ho passato con il massimo, anche il professore di pozioni non ha potuto che assegnarmi il punteggio più alto, dalla McGranitt ho saputo che il suo nome è Severus Piton, direttore della casa di Serpeverde. Spero con tutto il cuore di non finire in quella casa ho rischierò seriamente di prenderlo a pugni.
Quando finiamo di discutere dei dettagli dell'interrogazione siamo di nuovo nel paesino di nome Hogsmeade, una leggera brezza mi fa ondeggiare i capelli e la gonna che si incespa tranquilla, cerco di tenerla giù con la mano, laciandola ricadere lungo il corpo.
Quando la professoressa mi porge il braccio per la smaterializzazione il riflesso è involontario, faccio un passo indietro e chiedo -Torniamo in dietro?- riesco a sentire la delusione nella mia voce. Cerco di ricomporla.
La professoressa è seria ma poi sorride divetita -No, prima dobbiamo procurarci i materiali per i tuoi esercizi di pratica- legge l'eccitazione nei miei occhi -Andiamo a Diagon Alley-.
Le sorrido involontariamente e afferro il suo braccio, la nauea non riesce a dissolvere la felicità in cui sono immersa. Avrò una bacchetta.

All'arrivo nella via piena di persone indaffarate e vestite in modo stravagante, con lunghe tuniche e mantelli, la mia testa ancora gira in un vortice di colori, per poco non investo una signora con un'alta pila di libri.
Mi immobillizzo fermando la testa con le mani e cercando di orientarmi, non riesco a vedere la professoressa, abbasso le braccia e mi guardo intorno con la testa pesante.
-Veloce- mi chiama la professoressa qualche metro più avanti -non abbiamo molto tempo-, detto ciò si gira e cammina a passo sostenuto. La raggiungo mentre le mani si muovono velocemente stringendo la coda di cavallo, ormai allentata.
Quando sono di fianco a lei mi porge un foglio quasi trasparente, al tatto è leggero e liscio, sembra pergamena, in nero sono riportate strade primarie e secondarie insieme a scritte precise e pulite.
-Noi siamo qui- dice frettolosamente indicando un punto sulla strada principale con le lunghe dita -Ora, dopo essere andati alla Gringott, dovremo dividerci- indica un altro punto sulla mappa -Ti ho segnato i nomi di ogni negozio così non rischierai di perderti. Non prendere mai questa strada- sposta il dito su una piccola via che si collega ad altri vicoli -non è il posto migliore se non conosci le persone giuste-.
-Certo- dico mentre cerco di memorizzare mentalente le strade e i negozi, aggiungo -cos'è esattamente la Gringott?-.
La professoressa sorride e indica un edificio a una cinquantina di metri da noi, bianco e molto alto -La Gringott è la banca dei maghi- spiega brevemente.
-Oh- le rispondo pensierosa -Ma io non ho soldi-.
Ridacchia -Certo che li hai! I tuoi genitori ti hanno lasciato la loro eredità-. I miei piedi si fermano sul primo scalino di quelli che precedono l'entrata, mi sento confusa. Come possono avermi lasciato qualcosa se l'unica cosa che ho di loro è una chiave? Non conosco nemmeno il mio cognome.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora