Spia

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Attraverso il quadro che divide la Sala Comune dalle scale, con un lungo sbadiglio rumoroso, dovrei farmi mandare un altra bottiglia di quella pozione da Sirius. Alzo le spalle al pensiero, prima di fissare lo sguardo sulla testa bionda di un ragazzo che corre lungo le scale, verso l'alto. Il volto serio, la posizione rigida, i capelli ordinati e le mani agitate, che corrono insieme a lui seguendolo sul corrimano.
Non faccio niente di particolare per raggiungerlo, da quando lo ho abbandonato ieri per l'ES non ha fatto altro che scoccarmi brutte occhiate, quindi mi limito a scendere le scale con lentezza, come avrei fatto se non l'avessi visto.
-Mary!- la sua voce tradisce il volto inespressivo, mostrando un'agitazione che mi sorprende.
-Qualcosa non va?- domando senza nemmeno accorgermene, quando ormai è a pochi metri da me.
-Abbiamo un problema...- sembra dimenticarsi del suo capriccio, parlandomi come una persona normale.
Solo uno?
-Cosa?- ridacchio involontariamente.
-Pansy- dice lui come se fosse qualcosa di ovvio e scontato.
Alzo le sopracciaglia e continuo a scendere le scale, superandolo. -So che Pansy è un problema, un'oca, è fastidiosa, dispettosa e fin troppo in confidenza con il mio ragazzo- sottolineo "mio" con serietà, prima di ridere. -Non era il caso, però, di correre a ricordarmelo-.
Mi blocco sulla scalinata quando mi accorgo che non mi ha seguito, e decido di voltarmi a guardarlo, per spronarlo a raggiungermi, ma incontro solo i suoi occhi grigi e la sua espressione seria.
-Sono serio- dice aggrottando improvvisamente le sopracciglia.
Io mi scompongo appena, sentendo le guance arrossarsi e abbasso lo sguardo. -Ho notato...dimmi cosa succede, allora...- stringo le dita sulla cinghia della tracolla, forse non avrei dovuto ridere.
-Pansy lo ha scoperto- mi raggiunge con un'espressione seria, e insieme cominciamo a muoverci verso la Sala Grande.
-Scoperto?- domando senza distogliere lo sguardo da terra, leggermente confusa.
-Ricordi di essere venuta in camera mia la scorsa settimana?- domanda con un'espressione sofferente.
Certo che me lo ricordo, come faccio a scordare una cosa del genere, ma non cosa può...
I miei piedi si bloccano non appena la mia mente si collega.
Cosa?
Come?
-Come fa a saperlo?- domando a voce forse troppo alta.
Mi passa un piccolo biglietto ripiegato, che emana uno strano odore...mi ricorda la lavanda. -Mi ha mandato questo-.
Spiego frettolosamente la pergamena e leggo il suo contenuto con lo sguardo torvo.

Mio Draco,

Ho provato a resistere, ma non posso più farlo ora. Una sera della scorsa settimana ho notato che c'era qualcosa che non andava, eri strano e hai chiesto a tutti di sparire dalla Sala Comune. Il mattino dopo volevo parlarti e ti ho trovato a fare la guardia alla porta del bagno, nella parte maschile dei dormitori. Mi hai cacciato malamente, eri nervoso e so che è perchè c'era lei.
Ha dormito con te, non è vero?
Devo andare a dirlo Draco, sono un prefetto. Come te del resto.
Non avercela con me, sai che è per il tuo bene e per quello della tua famiglia.
Mi dispiace per te, ma la vostra relazione non può portare a nulla di buono.

Pansy

La scrittura disordinata della ragazza mi da sui nervi, almeno quanto lei. Senza che io me ne accorga i piedi cominciano di nuovo a scendere gli scalini, e le parole a lasciare le mie labbra. -Dov'è la Parkinson?- lo sento seguirmi. -A chi lo ha detto?-.
-Non so dove sia, e fino ad ora nessuno è venuto a chiamarmi per conto del Professor Piton, o di altri insegnanti. Quindi immagino non lo abbia ancora detto a nessuno- mi raggiunge la sua voce agitata prima che lo faccia anche lui, affiancandomi di nuovo sulle scale.
-Bene- dico semplicemente accelerando il passo. -Allora credo sia meglio trovarla, hai provato a chiedere agli altri dove fosse?-.
-Sì- risponde lui con più tranquillità e fermezza. -Ma hanno detto di non averla vista-.
Il sangue si scioglie lentamente nelle mie vene, pronto a ribollire, ma cerco di trattenermi, meglio pensare a trovarla, per ora.
-Lo verrà a sapere tutta la scuola!- si lamenta il biondo al mio fianco.
-Non farmici pensare, ti prego- dico a denti stretti toccando il pavimento in pietra della Sala d'Entrata. Getto una veloce occhiata alla Sala Grande prima di parlare ancora. -Non c'è. Bene, può essere ancora di sotto?-.
-No, è impossibile. Ho chiesto ad alcune ragazze se era ancora nel dormitario, e mi hanno detto che era uscita prima del solito-.
-Okay, proviamo nel parco?-.
-Va bene- risponde rigido.
Prendo la porta senza pensarci e mi ritrovo all'inizio del piccolo cortile da cui si accede al ponte. Gli occhi verdi di Harry si fissano nei miei con rabbia, prima che corrano su Draco. Non lontano da lui c'è Pansy, che con una faccia schifata parla malamente ad Hermione.
-Draco...chedo che la Parkinson non intendesse un professore...-.
-Malfoy!- urla il mio gemello con rabbia.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora