Situazioni imbarazzanti

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-Quindi la Umbridge non è qui solo per non farci imparare nulla, ma anche per valutare gli altri professori?- chiedo conferma ad Hermione. Siamo seduti in Sala Grande approfittando della numerosa quantità di cibo che ci viene offerta per colazione tutte le mattine.
-Esatto, è stata nominata Sommo Inquisitore- dice indignata -con un nuovo decreto sull'educazione-.
-Oh, non vedo l'ora di vedere la McGrannit esaminata- dice divertito Ron. -La Umbridge non si rende conto di chi si sta mettendo contro-.
Mentre Hermione sbuffa sul mio volto si dipinge un sorriso, quasi più largo di quello del rosso -E se oggi viene alla lezione di Pozioni?-.
L'idea di vedere Piton a disagio mi da vitalità e mi alzo afferrando la tracolla, me la butto in spalla e muovo qualche passo in direzione della grande porta.
Mi blocco a metà strada, accorgendomi di essere sola. Mi volto e chiamo a gran voce gli altri -Allora vi muovete, arriveremo tardi a lezione-.
Ridono mentre mi raggiongono.

La mattinata passa lenta e senza la presenza della Umbridge. Le due ore di Pozioni sono state pesanti e piene di strani riferimenti all'educazione, che il professor Piton si è divertito a fare guardandomi spesso. Nonostante tutto nell'aula sotterranea e tetra non è successo niente di particolare, se non la consegna dei temi sulla pietra lunare. L'esito generale della classe è stato deludente ma io ed Hermione ce la siamo cavata piuttosto bene.
L'ora di pranzo, come ogni pausa nel corso della giornata, è veloce e divertente e mi porta a dover affrontare un'altra ora di Divinazione, percorro la strada che separa l'aula dalla Sala Grande accompagnata da Ron ed Harry, decisa a non rimanere da sola durante la lezione.
Seduti in fondo alla classe osserviamo la Umbridge entrare e posizionarsi in un angolo con un blocco per appunti in tinta coll'unico colore che sembra possedere nel suo armadio.
Quando la Cooman ci incita a dividerci in coppie e interpellarci sugli ultimi sogni io afferro il braccio di Harry e guardo con gli occhi stretti in due fessure Ron, che si allontana sbuffando e cercando qualcuno con cui fare coppia.
Harry ride e io non posso fare a meno di imitarlo.
-Okay, l'altro giorno io ti ho raccontato un mio sogno...ora toccherrebbe a te- lo incito con un largo sorriso dipinto sul volto.
Lui mi ride in faccia -Ho un consiglio, non serve che alle lezioni della Cooman parli dei tuoi sogni come l'altra volta-.
-E quindi?- chiedo interessata.
-Basta inventare- ride.
La mia espressione si pietrifica.
-Te lo giuro, la cosa più importante è che trovi un finale tragico-.
I miei occhi si contraggono e puntano quelli di Harry -Potevate anche dirlo prim...-.
Non riesco a terminare la frase che il mio compagno mi indica un punto oltre le mie spalle, mi volto e noto che la Umbridge parla con la professoressa di Divinazione. Le sta chiedendo una premonizione che suona palesemente inventata. Non sono l'unica ad accorgermene, infatti, la Umbridge se ne va con un "Se questo è davvero il meglio che può fare...".
Improvvisamente una strana sensazione mi stringe lo stomaco, penso sia pena nei confronti della Cooman che si ritrova un'espressione delusa sul volto.

Poche ore dopo, precedute da una lezione con la Umbridge lunga e deleteria per i punti raccolti dai Grifondoro, mi ritrovo in biblioteca con Hermione, Ron ed Harry. L'aria è riempita solamente dal fruscio dei fogli e il ticchettio delle penne sulle pergamene.
La mia concentrazione oscilla, pericolosamente, da scarsa a completamente assente.
Sbuffo mentre i miei occhi tornano indietro di diverse righe tentando di assimilare le informazioni, già lette diverse volte ma mai capite veramente.
"Il composto..." legge la mia mente.
"Composto..." legge ancora come se si nascondesse un'altra parola dietro quella.
Scrollo la testa e tento di ritrovare me stessa quando i miei occhi si bloccano su un ragazzo diversi metri più avanti, si guarda intorno annoiato mentre il suo gruppo di amici scrive a testa bassa sulle pergamene.
Non riesco a fare a meno di fissarlo mentre le sue mani scompigliano i capelli già spettinati e allargano il nodo della cravatta da Serpeverde.
Draco sposta il suo sguardo sul mio agganciandolo, un piccolo ghigno si dipinge sul suo viso prima che si volti di nuovo con un espressione apatica sul viso.
Un dolore improvviso alla gamba mi fa sussultare e quasi gridare -Ahia-.
Il suono uscito dalla mia bocca era troppo forte e ora tutti i ragazzi della biblioteca mi fissano sorpresi, il mio viso avampa e si abbassa velocemente prima di rivolgersi a Hermione.
-Cosa c'è?!- le sussurro appena un pò scocciata.
-Fissavi il vuoto in modo un pò inquietante- dice in un soffio.
-Non potevi solo dirmelo? Invece di darmi un calcio?!- la guardo con gli occhi stretti.
-Ti ho chiamato, ma tu non mi sentivi-.
Rimango un attimo interdetta arrossendo prima di alzarmi raccogliendo i libri e riponendoli nella tracolla. -Vado a correre, non ho più voglia di studiare-.
-Vengo anche io- dice Harry alzandosi.
-No!- Hermione lo fa ricadere con un piccolo tonfo sulla panca. -Tu e Ron avete promesso!- lo minaccia e lui sbuffa.
Io non posso fare a meno di ridacchiare mentre li saluto e abbandono la biblioteca.

Sento il naso pizzicare mentre l'aria fredda mi circonda e io percorro il lungo ponte di legno in tuta e scarpe comode. Un piccolo gruppo di Corvonero e Tassorosso è fermo a circa metà della grande struttura e non appena mi nota ammutolisce, devono essere del quarto o quinto anno.
Li supero mentre mi fissano e i loro sguardi insistenti costringono le mie guancie a colorarsi, ma continuo a passo sostenuto sperando che non notino il mio imbarazzo.
-Avanti, è la tua occasione- sento il bisbiglio di un Corvonero.
-Va bene, va bene- un'altra voce parla seccata, la stessa che mi raggiunge un secondo dopo, -Scusa?-.
Sono in trappola e non posso fare a meno di girarmi -Sì?- chiedo titubante.
-Ehm...mi chiamo Daniel...lo so che non ci conosciamo...ma...ma- la sua voce inizia a balbettare e il suo viso si colora. -Ma...mi chiedevo se...se ti andrebbe di fare qualcosa insieme?-.
Sento il corpo immobilizzarsi, non so che rispondere e non posso fare a meno di notare il nervosisimo nei suoi grandi occhi verdi.
-Mi...mi stai chiedendo di uscire?- dico con la gola secca, sperando fortemente che la risposta sia no.
Il suo viso si infiamma rispondendo alla domanda senza il bisogno di parlare.
Respiro profondamente per calmarmi prima di rispondere nel modo più gentile che riesco a trovare, -Daniel, mi dispiace ma mi vedo già con un altro ragazzo...- la sua espressione mi ricorda molto una di quelle che immagino di avere nei miei incubi per cui cerco di sollevargli il morale, ma le mie parole escono veloci -Ma avrei accettato-.
Un piccolo sorriso imbarazzato fa capolineo sul suo volto prima che il suo amico di Corvonero scatti verso di noi, -E chi sarebbe? Sono sicuro che non esci con nessuno!- la mia calma svanisce mentre le dita nervose giocano con il bordo della felpa e un solo nome si fa largo nella mia testa: Draco Malfoy.
La mia voce è veloce mentre i miei piedi cominciano a indietreggiare. -È uno di Grifondoro...scusate devo andare, sono in ritardo- mento due volte prima che le mie gambe scattino di corsa, portandomi lontano da quella situazione imbarazzante.
Percorro la strada che mi permette di girare intorno al castello più di una volta, cercando di allontanare ogni pensiero che non riguardi il mio respiro irregolare o la consistenza del terreno sotto i miei piedi.
Sto tornando al punto di partenza per poter contare un altro giro quando mi accorgo delle due alte figure che si stagliano in mezzo all'erba che comincia a colorarsi di arancione.
Mi fermo a una decina di metri da loro, non appena noto lo sguardo di Draco e Nott fisso su di me. Non riesco a resistere e mi piego in due dalla fatica, le mani appoggiate alle ginocchia e il respiro pesante.
Vedo Draco avvicinarsi in silenzio, i suoi occhi sono freddi e i miei piedi indietreggiano costringendomi a raggiungere una posizione eretta.
-Cosa vuoi Malfoy?- dico sulla difensiva, non so se ha già parlato col suo amico e sento comunque il timore che non siano soli.
-Sei sola?- mi chiede ghignando appena.
-Se così fosse?- faccio io guardinga.
-Meglio- dice rivelandomi uno dei suoi sorrisi più sinceri.
Non riesco a trattenere un sospiro e mentre i miei muscoli si sciolgono, abbadonando la tensione, mi lascio circondare dalle sue braccia e stringo le mie sulla sua schiena prima di appogiare la testa sul suo petto. Il tepore del suo corpo mi avvolge e dopo i brividi, che mi hanno percorso da quando sono uscita dal castello, non posso che provare una dolce sensazione di benessere.
-Sei ghiacciata- mi sussurra ad un orecchio.
-Senti chi parla!- gli dico ridendo e liberandomi dalla sua presa. -Ciao- saluto appena Nott.
Il Serpeverde si avvicina a noi e mi imita con un cenno del capo prima di rivolgersi a Draco -Dovremmo andare, si chiederanno dove sei finito-.
-Va bene- dice lui annoiato, mi tira a se e posa le sue labbra sulla mia fronte mentre mi chiude un piccolo foglio tra le dita.
-Cos'è?- chiedo mentre comincia ad allontanarsi.
-Leggilo in camera- dice con un tono che non ammette repliche mentre scompare alla mia vista.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora