Giuro

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-Perchè? Dimmi solo perchè hai dovuto fare una cosa così...stupida!?- dice Hermione urlando.
Siamo tutti in Sala Comune, tutti i Grifondoro che conosco. Quasi tutti a darmi contro.
-Loro hanno of...- cerco di dire, prima che Angelina mi interrompa.
-Non lo dovevi fare! Eravamo tutti lì, tutti noi volevamo reagire, ma non lo abbiamo fatto!-.
Incrocio le braccia sul petto, mentre da dove sono seduta alzo la testa per poter guardare gli altri negli occhi.
-E allora che vi importa! Sono fatti miei! Fatti miei se prendo una punizine! Fatti miei se ho picchiato Malfoy e Parkinson! Miei se ho fatto una cosa stupida! Miei se ho deciso di difendere i miei amici!- urlo a pieni polmoni.
Angelina se ne va indignata e io sbuffo con lo stesso stato d'animo, stringo più forte le braccia e cerco di calmare i nervi fissando, insistentemente, il pavimento.
-Lo avrei fatto anche io...se fossi stato in te- mi sussura George sedendosi accanto a me, sul divanetto rosso e morbido.
-Grazie...ma ha ragione Hermione, è stato...stupido-.
-Finalmente te ne sei accorta!- dice la ragazza castana, sentendosi chiamata in causa.
-Sì- dico stancamente -Me ne sono accorta da subito, ma rimango dell'opinione che siano fatti miei-.
Hermione fa una specie di verso di frustrazione prima di sparire su per le scale.
-Okay, non c'è più niente da vedere gente! Sparite!- dice Fred ad un gruppo di ragazzini, del primo o secondo anno.
Nel giro di trenta secondi la sala comune si svuota delle decine di persone che mi fissavano, io sbuffo e mi lascio cadere verso destra. La mia testa trova le ginocchia spigolose di George, a farle da appoggio, mentre le gambe finisco su quelle di Fred, che le sostengono.
Nello stesso istante Ginny si siede su una poltrona lì a fianco, intenta a scrivere su un foglio sottilissimo di pergamena.
-Ne è valsa la pena, almeno?- mi chiede divertita.
-Lo rifarei altre cento volte- rido soddisfatta.
La giovane Weasley mi imita prima di ripiombare sulla pergamenta con concentrazione.
-Cosa scrivi?- dice Fred cercando di strapparle il foglio dalle mani, ma lei è più veloce e lo mette al sicuro alzando il braccio.
-Scrivo a mamma...- dice arrossendo.
-Sicura sorellina? Sei tutta rossa...-.
-Sicura!- urla quasi, e poi scappa con la pergamena stretta tra le dita.
-Secondo me non era per mamma- ride Fred seguito a ruota dal gemello.
-Scemi- dico io, facendo crescere anche di più le loro risate che mi contagiano.

La Sala Grande e piena quando la raggiungo per cenare, dai tavoli si alza un profumo invitante ma i miei occhi non si muovono a cercare le pietanze, bensì, corrono a incontrare quelli scuri del professore di Pozione, seduto al tavolo degli insegnanti.
Alza un soppracciglio quando incontra il mio sguardo, che abbasso subito imprecando sottovoce.
Cammino incerta verso Hermione, Harry e Ron che hanno già cominciato a mangiare.
-Posso?- chiedo a testa bassa principalmente rivolta ad Hermione.
-Certo- dicono in coro Harry e Ron, ma lei non mi guarda nemmeno.
Mi siedo con ben poca decisione e comincio a mangiare.
-Hermione?- dico guardandola, quando so che non può fare a meno di incontrare i miei occhi.
-Sì?- fa lei, fredda come non la avevo mai sentita.
-Sei ancora arrabbiata?- le chiedo.
-No- dice con la stessa feddezza di poco prima.
È ancora arrabbiata.
-Scusa, mi dispiace- mento.
-Va bene- sospira lei -Lasciamo perdere questa faccenda-.
Prima che riesca ad aggiungere altro un dito mi picchietta sulla spalla delicato. Mi volto sorpresa e incontro una piccola Serpeverde castana, probabilmente del primo anno, che mi porge un piccolo foglio di pergamena.
-Mary Lloyd?- chiede timidamente, non pensavo esistessero Serpeverde timidi.
-Sì, sono io- dico afferrando il foglio -Grazie-.
Torno sul tavolo dispiegando la pergamena e leggendola in modo che anche Hermione, Ron e Harry sentano.

La aspetto nel mio ufficio domani alle 14:00,
per far luce sugli accadimenti di questo pomeriggio e
stabilire la punizione appropriata,
da scontare lo stesso pomeriggio.
Professor Piton

Deglutisco rumorosamente mentre ripiego il foglio su se stesso. Non ho voglia di passare l'intero pomeriggio di domani a pulire quancos'altro, sicuramente in uno stato più pietoso della Guferia.
Sbuffo buttando la testa sul tavolo.
-Non è passata nemmeno una settimana da quando sono qui, e questa è la seconda punizione con Piton- dico sconsolata mentre il mio sguardo si posa sul tavolo verde e argento.
-Pensi ancora che Malfoy sia gentile?- mi chiede Ron girando il coltello nella piaga.
-Direi di no- ammetto stancamente.
Draco ride con Pancy, l'oca, e gli altri scimmioni, come dice lui "amici suoi". Sento la rabbia salire e stringo forte i pugni mentre credo di riuscire a udire la risata della Parkinson, acuta e irritante, come sempre.
Devo parlare con Malfoy, e lo devo fare questa sera.
La grande stanza in cui sono seduta si svuota lentamente davanti ai miei occhi, Hermione, Ron ed Harry sono già saliti da parecchio, mentre io sono qui. Qui ad aspettare che il gruppetto di Serpeverde all'altro tavolo si alzi.
Alcuni di loro si muovono attirando la mia attenzione, ma non vengono seguiti da Pancy, Tiger, Goyle e Draco che rimangono a chiacchierare animatamente ai loro posti. Più che altro è Malfoy a parlare con la Parkinson che lo segue a ruota, ridendo per ogni piccola cosa.
Sbuffo e mi guardo intorno, il tavolo dei Grifondoro è quasi vuoto e se spariscono anche le ultime persone dovrò spostarmi pure io.
Passo altri dieci minuti a guardare il legno lavorato del tavolo prima di alzarmi, non riesco più a resistere seduta sulla panca.
Mi stiracchio mentre raggiungo la porta che permette di uscire. Mi fermo appena lì fuori, con le spalle appoggiate al muro e le mani in tasca, non lontana dalle scale che sono sicura lui debba prendere per raggiungere il dormitorio. A parte me c'è solo un piccolo gruppo di Tassorosso che ride divertito, probabilmente pianificano la domenica di riposo.
Non devo attendere nemmeno due minuti per vedere il piccolo gruppo di Serpeverde, non posso fare a meno di chiedermi se avesse capito, e avesse aspettato così tanto volontariamente.
Per non incontrare me.
I nostri occhi si incrociano un secondo, prima che lui prenda le scale. Se non si fermerà, sarò costretta a chiedergli di farlo io stessa, anche se ci sono i suoi amici.
Sto per raggiungerlo quando si blocca infondo alla scalinata, -Ho dimenticato una cosa, andate avanti, vi raggiungo in Sala Comune-.
I tre annuiscono e il biondo torna indietro entrando in Sala Grande. Esce un attimo dopo con un piccolo oggetto tra le mani.
Non era una scusa, allora.
Mi paro davanti a lui prima che possa raggiungere la rampa di scale.
-Malfoy- lo saluto fredda fulminandolo.
-Lloyd- mi imita lui. Ha usato il mio cognome, sento di essere delusa.
-Da quando mi chiami per cognome?- chiedo.
Mi risponde con un altra domanda riferita al pomeriggio, -Da quando pensi di potermi toccare con tue luride mani?- pronuncia le parole per ferire, sembra pentirsi all'istante di ciò che ha detto, ma ormai è tardi.
-Cosa? Cosa hai detto, scusa?- sto urlando, -Non mi sembrava ti facesse tanto schifo toccarmi, quando l'altro giorno mi hai bac...-.
La sua mano si chiude con un gesto rapido sul mia braccio, la stretta è forte e mi fa male.
-Lasciami, cosa fai?- tento di divincolarmi inutilmente -Mi fai male!-.
Draco è più forte di ciò che pensassi e riesce a trascinarmi dentro uno dei quadri che ci porta, entrambi, a quello che penso essere il settimo piano.
Quando mi lascia andare siamo in un corridoio deserto e semibuio.
-Ma cosa ti prende? Sei impazzito, per caso?- dico indignata.
Ma lui, ricorrendo alla forza di poco prima, mi spinge contro il muro bloccandomi. I suoi occhi si fermano sui miei, freddi ma con uno strano luccichio. Tento di respingerlo ma è troppo forte.
-La...- cerco di parlare, ma le sue labbra si serrano con forza, quasi violenza, sulle mie.
Mi rendo conto all'istate di non riuscire a respirare, di non volere, e lo respingo. Giro la testa di lato riprendendo fiato, accumolo tutte le forze che ho e lo spingo con un urlo strozzato di frustrazione.
Non oppone resistenza e riesco a spostarlo, si allontana di qualche passo barcollando leggermente.
-Cosa ti prende?- mi chiede serio.
-Cosa mi prende? Cosa prende a te, piuttosto?- urlo.
-Hai detto tu che ti stava bene, mantenere il segreto- dice lui in tono leggermente agitato, ma non urla.
-Cosa? Che c'etra?- faccio io, inizialmente confusa -Ti ho chiesto di non trattare male i miei amici! E tu non hai perso la prima occasione!-.
-Non potevo far finta di niente! Sarebbe sembrato strano, e poi come facevo a sapere che saresti venuta anche tu? Ormai ero lì-.
Non so cosa dire e l'agitazione mi fa balbettare frasi di senso incompiuto, -Dovev...vi saper...r...re che...che mi...no....i miei...non- urlo ancora per l'imbarazzo mentre il mio viso diventa rosso.
-Mi dispiace- dice lui con uno sguardo da cane bastonato -Per quel che può valere-.
Abbasso la testa e mi lascio scivolare lungo il muro, fino a terra.
-E hai tuoi amici non è sembrato strano che un giorno mi corri dietro a Cura delle Crature Magiche e l'altro mi parli in quel modo?- sento la mia voce ancora carica di frustrazione.
Si siede di fianco a me guardandomi stancamente, -No, perchè in quell'occasiane abbiamo litigato e loro non sanno che ci siamo riappacificati. Bhe...più che riappacificati- ghigna -In più stai sempre con Potter, la Mezzosangue e i poveracci Weasley, ti tratto come facciamo con loro...-.
-Non chiamarli così- dico imbronciata.
Sbuffa mentre con due dita mi porta i capelli dietro l'orecchio. Gli faccio capire che il gesto non è apprezzato, e lo scaccio allontanando la testa.
-Io ho bisogno di dirlo a qualcuno, odio vederti così. Ho bisogno di avere qualcuno che mi aviti di esplodere, se tu parli male di me ho dei miei amici...come ho fatto oggi- dico mentre gli sventolo davanti al naso il foglio scritto da Piton.
Lo affera e lo legge velocemente -Mi dispiace anche per questo, ha fatto tutto Pansy...-.
Appoggio la testa sulla sua spalla -E devi dirlo a qualcuno anche tu...a uno dei tuoi amici. Così se sarai con lui, o lei, potrò parlarti in modo normale-.
Draco inizia a scuotere la testa contrariato.
-Ti prego, se non puoi evitare di parlarmi così, concedimi almeno questo!- dico speranzosa.
-Va bene- dice sbuffando prima di baciarmi sulla fronte. -Ma non puoi dirlo a Potter o ai Weasley o alla sotuttoio-.
-E a chi lo dovrei dire allora?- dico alzando le spalle.
Sbuffa di nuovo.
-A chi lo dici tu?- chiedo tranquilla.
-Vediamo...alla Parkinson no, anche se mi piacerebbe vedere la sua faccia- mi fa ridere -A Tiger e Goyle no, sono troppo stupidi e lo direbbero a chiunque. Probabilmente lo dirò a Nott, sa farsi i fatti suoi e non gli piace stare in gruppo quindi se parlo con lui di solito non sono con gli altri, in più è intelligente, abbiamo un paio di cose in comune ed è Purosangue-.
-Okay, l'ultima cosa è importantissima!- lo prendo in giro ma non gli dò il tempo di controbattere, -Cerchi di conoscere bene le persone che frequenti-.
-Sì, abbastanza-.
-Ma su di me non sai quasi niente-.
-Non è vero, so un sacco di cose su di te...- dice orgoglioso.
-A sì?- chiedo divertita -Ad esempio?-.
-Ad esempio...ti chiami Mary Lloyd, hai un cognome diffuso quindi è probabile che tu sia Purosangue, sei magra, simpatica, stai con me quindi sei anche intelligente, bella...- lascia che l'ultima parola fluttui in aria per diversi secondi prima di avvicinarsi alle mie labbra baciandole dolcemente.
-Okay, ti correggo mi chiamo Mary, per quel che ne so mia madre si chiamava Lloyd, non sono nemmeno certa che sia mia madre, nemmeno io so se sono "Purosangue",- faccio il gesto delle virgolette con le dita. -Non sono magra sono schelettrica, non...-.
-Okay, smettila di distrugerre le mie idee su di te- ride e io lo imito.
-Va bene, va bene-.
-Okay, tu alla fine a chi lo dici?-.
-Lascia che lo dica ad Hermione- sorrido.
Una smorfia contagia il suo volto.
-Preferisci Neville?-.
-No, la Mezzosangue, va bene, ma non si deve azzardare a prendermi in giro, o anche solo parlarmi come se mi conoscesse- dice sconsolato.
-Non te lo posso garantire!- dico ridendo.
-Okay, io a Nott, tu alla Granger...- dice dopo qualche minuto.
-Giuri?- chiedo per sicurezza.
-Giuro- mi sorride prima di lasciare un bacio sulle leggero e freddo sulle mie labbra.
-Sarà meglio andare, ci sto mettendo troppo a prendere una cosa- mi sorride.
-Già- dico alzandomi.
-Vai prima tu- dice indicandomi il quadro.
-No, faccio prima se passo di qui- alzo il dito verso il corridoio.
-Va bene- sossura mentre mi stringe -Ci vediamo domani-.
-Quando?- chiedo curiosa.
-Da Piton, vuole che anche noi siamo lì alle due-.
Sento il mondo crollarmi addosso, già faccio fatica a non perdere il controllo con il professore di Pozioni, se in più ci sarà la versione crudele di Draco non credo sarà facile resistere.
Sono sicura che si è accorto della mia espressione perchè ora mi guarda in modo strano, -Cercherò di non andare troppo sul pesante, anche se non ti posso garantire nulla, fai finta che sia un gioco-.
-Un gioco? Va bene- sospiro.
-Buona notte, Mary- mi bacia sulla fronte prima di sparire.
-Notte-.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora