-Grazie, Harry- dico un un sorriso amaro.
-Prego, ma fai attenzione, è meglio se non lo usi davanti a lui, non voglio che in qualche modo mi ritirino anche questo- sospira porgengomi il vecchio mantello. -E se ti sembra di perdere il controllo lascialo perdere e vieni via, anche se ti potrebbero vedere, vai via da lì alla svelta. Silente non è più qui e la Umbridge si farebbe fin troppi problemi se la scuola finisce al buio-.
Annuisco con forza alle sue parole, so che è ancora l'Harry che fa il fratello protettivo, nonostante io non ne abbia bisogno, ma so anche che si sta trattenendo, e invece di cercare di impedirmi di andare nel dormitorio Serpeverde, mi sta aiutando a farlo senza troppi pericoli. Faccio un piccolo sorriso ad Harry e gli altri prima di parlare di nuovo. -Non aspettatemi in piedi, non so quanto ci vorrà, potrei tornare prima che andiate a letto, ma anche molto dopo- sussurro in modo che solo loro possano sentirmi e mi avvio verso il quadro che separa la Sala Comune dal pianerottolo dove posso trovare le scale per scendere.
Senza curarmi di chi mi veda oltrepasso il quadro della Signora Grassa a guardia del dormitorio.
-Hey!- mi richiama subito la donna dipinta su tela. -Dove pensi di andare? Il coprifuoco sta per scattare-.
E a chi importa?
Mi volto di scatto e sorrido in direzione del dipinto, trattenendomi dal dire ciò che in realtà penso. -Ho scordato una cosa in Sala Grande, torno subito-.
-Oh- fa sorpresa, probabilmente non credeva sarebbe stato tanto semplice. -Bene- sorride a sua volta, ora compiaciuta.
Con un gesto del capo, appena accennato, pongo fine alla conversazione e mi volto di nuovo verso le scale, che inizio a scendere con passo sostenuto e sicuro. Non appena esco dalla visuale della donna dipinta mi copro interamente col tessuto, scomparendo velocemente alla vista di chiunque possa incontrare sulla mia strada. Lentamente modero il passo, rendendolo più leggero e quasi inudibile, sono parecchio in anticipo, quindi posso prendermela con calma.
Raggiungo i sotteranei e in poco tempo trovo il muro che conduce al dormitorio Serpeverde, davanti al quale mi apposto, attendendo il passaggio di qualche componente della casa. Sarebbe troppo strano se si aprisse da solo.
Non rimango delusa e presto un gruppo del secondo o terzo anno si avvicina al muro pronunciando goffamente la parola d'ordine tra una risata e l'altra. Senza aspettare un secondo li seguo all'interno della stanza, trattenendo il respiro alla vista di quella tana di serpi, nel timore che possano sentirmi.
Con attenzione mi faccio strada tra le varie persone presenti nella stanza, prestando attenzione a non urtare nessuo, raggiungendo in fretta le scale e arrivando nel corridoio maschile in pochi istanti. Mi blocco sul posto non appena vedo due grandi figure ergersi nel bel mezzo del corridoio: Tiger e Goyle. Anche loro sono nella squadra dei Serpeverde, sono rientrati prima?
I due "armadi" si voltano verso il bagno e lentamente cominciano a muoversi, mentre una terza figura fa capolinea da una porta.
Eccolo.
Il Serpeverde dai capelli chiarissimi raggiunge i compagni con passo svelto, con la solita posizione rigida, ma sicura, senza emettere un fiato.
Quando finalmente entrano nel bagno maschile io mi appiattisco contro il muro e mi guardo frettolosamente intorno, prima di sospirare silenziosamente e avvicinarmi alla porta di Malfoy, per poi aprirla con delicatezza, entrando nella stanza tanto famigliare, dove tolgo il Mantello dell'Invisibilità di Harry. Sospiro ancora, prima di avvinarmi al letto e seguire con due dita gli intagli nel legno scuro del letto a baldacchino del Serpeverde. Lascio ricadere sul letto il mantello per poi avvicinarmi al pianoforte e sedere sullo sgabello foderato di stoffa scura. Non sfioro nemmeno i tasti dello strumento, rimango immobile, abbandonate sulle gambe. Indosso ancora la gonna della divisa, ma ho elimitato le scomode collant, che mi fanno pizzicare le gambe, per sostituirle con delle parigine, dal tessuto morbito e piuttosto caldo.
Attendo immobile nel silenzio, senza smettere di seguire i movimenti confusi e agitati delle mie dita, che lottano tra loro in cerca di chissà cosa.
Quando finalmente la porta alle mie spalle si apre è passata circa mezz'ora dal mio arrivo, opto per affrontare la situazione con indifferenza, resto quindi immobile, spostando lo sguardo sui tasti chiari dello strumento. Quanto vorrei voltarmi ora, e vedere il suo volto, mentre si blocca al centro della stanza, accorgendosi di me.
-Sei venuta...- sono le sue parole dal tono indecifrabile, felice o arrabbiato?
Non riesco a capirlo.
Lentalmente mi volto, incuriosita dallo scoprire che espressione abbia assunto. Incrocio subito i suoi occhi grigi e penetranti, leggermente spalancati come se si fosse spaventato, che subito si assottigliano tentando si assumere una specie di broncio arrabbiato. Solo ora i miei occhi scendono leggermente su di lui e sento le guancie avampare, alcune gocce d'acqua ricoprono ancora la sua chiara pelle, nascosta solo in un punto da un'asciugamano nero che contrasta con forza con la sua carnagione. L'ascigamano di fattura pregiata è annodato in vita, ma non sembra essere troppo stabile.
Distolgo lo sguardo da lui, cercando di nascondere il mio imbarazzo dietro ad un'espressione seria e irritata, ma so benissimo che lo ha notato. -Avevo altra scelta?- domando in tono neutro, dopo le parole da lui pronunciate un'istante fa.
-Effettivamente no- risponde con voce fredda, mentre i miei occhi ricadono a terra, poco lontano dai piedi del letto. Il pavimento diventa il mio punto fermo e a pensarci non avevo mai notato fosse coperto da un'elegante tappeto, che alla luce giallastra la mia mente definisce verde scuro.
Credo il suo gesto si voluto quando lascia cadere il tessuto scuro non lontano dal punto in cui io mi sono fissata. -Draco...-mi lamento involontariamente scattando in piedi, tenendo gli occhi il più possibile lontano da lui e girandomi, iprovvisamente attratta dal muro di pietra. Non avrei dovuto chiamarlo Draco, sono ancora arrabbiata.
-Draco...-ripete lui, sottolineando il mio errore. -Bene, vedo che siamo tornati a chiamarci per nome- nella sua voce fredda e pacata c'è una punta di cattiveria. Se bene che uso Malfoy solo per dargli fastidio e associarlo a qualcosa di negativo.
-Piantala- dico rivolta al muro. -Sono ancora arrabbiata- incrocio le braccia.
-È per cosa?- scatta irritato. -Sono io ad essere arrabbiato!-.
-Oh...ma smettila!- sbuffo.
-Smettila tu...- emette uno strano verso indescrivibile carico di frustrazione, con la bocca. -E girati, piantala di fare la bambina...non sarà la prima volta che vedi un ragazzo nudo-.
Alle sue parole sento le guancie colorarsi ancora di più. -Sta zitto- premo i denti sul labbro inferiore.
-Voltati- fa serio lui diversi metri dietro a me.
-No- rispondo stringendo ancora le braccia.
-Voglio parlare con te, guardandoti negli occhi- dice la sua voce fredda sul limite della pazienza.
-Mettiti qualcosa addosso e io mi giro- alzo gli occhi al cielo, consapevole che non può vedermi.
-Non credo proprio, questa è camera mia- emette un'altro strano verso, simile ad un sibilo che termina con la lettera "e".
-Non ci arrivi proprio da solo, non è vero? Hai mai pensato che il problema non sia che tu sia nudo, ma che tu sia nudo e allo stesso tempo anche Malfoy?- domando irritata al muro.
Un sospiro seguito da un fruscio mi fa strabuzzare lermente gli occhi. -Voltati, mi sto vestendo...- dice con calma e freddezza.
Lentamente faccio ciò che mi chiede, senza dire o fare nulla, trovandolo appoggiato all'armadio con la schiena, con indosso i pantaloni del pigiama.
Passano i secondi e lui lentamente si aggira nella stanza, mettendo in ordine alcune cose in completo silenzio. Quando finalmente si ferma, per sedersi sul letto e guardare il vuoto, decido di parlare. -Non volevi dirmi qualcosa?- dico irritata, osservando alcune gocce d'acqua cadere dai suoi capelli fini e chiari.
-Sto pensando ad un modo per dirlo, cercando di non essere cattivo- assottiglia gli occhi nella mia direzione.
Alzo gli occhi al cielo e senza abbandonare la mia posizione contratta lo raggiungo, sedendomi accanto a lui sul letto, non abbastanza vicino perchè i nostri corpi si possano sfiorare. -Dillo e basta-.
-Perchè non mi hai detto nulla? Hai idea di come ci sia rimasto quando ti ho vista?- fa senza particolari sfumature nella voce.
-Hai idea di come ci sia rimasta io, quando ti ho visto atterrare mio fratello e ho realizzato che stavi con la Umbridge? Proprio tu che conosci la realtà dei fatti. Sai bene che Voldemort è tornato, e che lei la ritiene una bugia e tenta di nascondere la realtà- le parole mi escono a fiumi.
-Non pronuciare quel nom...-.
-L'Oscuro Signore è meglio?- scatto irritata, saltando sul posto.
Silenzio, non dice più una parola, prima che lo faccia ancora passano almeno due minuti, che riesco a contare mentalmente per evitare di esplodere.
-Non mi hai comunque risposto...- sussurra a testa bassa facendomi sospirare.
-Perchè non te lo ho detto?-. Annuisce alle mie parole. -Pensavo fosse una cosa legata all'Ordine, e sinceramente, hai visto la faccia di Marietta? Quellla che ha fatto la spia-. Il ragazzo biondo mi fissa con un'espressione disgusta. -Mi sarebbe successa la stessa cosa...- faccio una breve pausa assumendo una strana smorfia. -Tu non mi hai detto di essere uno studente "fidato" della Umbridge, e ciò che avevate scoperto, perchè?-.
-Bhè...eravamo sicuri centrasse Potter...ehm...sapevo che la cosa non ti sarebbe piaciuta...- degluisce rumorosamente.
-Hai pensato bene, e non hai mai immaginato che essendo mio fratello Harry, probabilmente centravo anche io-.
Il ragazzo sbuffa. -Non è che andiate poi così d'accordo voi due, in fin dei conti. Inoltre, credo di averlo sempre saputo, ma non averlo voluto ammettere...sai, a volte tendo ancora a separarti da tutta quella feccia...gente, volevo dire gente...-.
Storco il naso irrigidendomi appena. -Dovrei prenderlo come un complimento?- domando accigliata.
-Ti prego, sì- dice la sua voce, improvvisamente stanca, mentre si abbandona sul letto, stendendo la schiena. -Non ho più voglia di litigare, è stata una giornata pesante...-
-Va bene- sussurro scivolando lentamente al suo fianco, con la schiena appoggiata al materasso.
-Posso chiederti ancora una cosa?- domando in tono basso.
-Certo- risponde lui, voltando il viso dalla mia parte.
-Puoi smettere di togliere punti a Grifondoro come se non ci fosse un domani?- lo faccio ridere, una risata profonda e roca.
-È più divertente di quanto immagini- ride ancora.
-Guarda che sono seria!- dico con poca convinzione ridacchiando dietro di lui, prima di col con la mano sulla spalla, allontanandolo di pochi centimetri.Salve gente! Spero il capitolo vi sia piaciuto! Da adesso in avanti cercherò di essere più regolare con l'uscita dei capitoli! Ogni mercoledì ne dovreste vedere uno nuovo!
Che altro dire, se il capitolo vi è piaciuto, oppure no, fatemelo sapere con un commento! E se vi va passate a leggere le altre piccole one shot che ho scritto :*
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Mary Lloyd, la chiave e il volto del male
FanfictionCosa succederebbe se Harry avesse una persona in più su cui contare? Cosa accadrebbe se quella persona gli assomigliasse più di quanto possa immaginare? Cosa se non fosse l'unico a sapere della sua esistenza? Forze oscure sono tornate a incombere su...