Scintilla di rabbia

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Le dita di Draco si intrecciano alle mie, lente e delicate. Le sue mani sono sempre fredde, anche ora. Siamo stesi sul suo letto e lui è dietro di me, che mi circonda con le sue braccia, ma è diverso dallo stritolio protettivo che mettono in atto Fred e George tutte le volte, quando è Draco ad abbracciarmi sembra più un modo per reclamare attenzioni e definire il suo territorio, però allo stesso tempo ho l'impressione che tema di farmi male.
Sembro, forse, tanto fragile?
Finisco per chiedermelo ogni volta e questo non fa che ricordarmi che forse dovrei impegnarmi di più nei pasti, e mangiare ogni volta, anche più di ciò che mi viene passato da mio fratello, i gemelli o direttamente da lui.
Siamo piuttosto silenziosi oggi ed entrambi ne cososciamo il motivo, c'è tensione tra noi e i nostri chiarimenti di poco fa non sono stati completamente assimilati, ma sappiamo anche che per queste cose ci vuole tempo e per un pò le acque saranno instabili. È esattamente per questo che non aprimo bocca, per non creare ulteriori problemi, siamo entrambi stanchi e ben coscenti che la minima reazione contraria nell'altra persona provocherebbe l'ennesimo inutile bisticcio.
Sento il suo respiro fresco avvicinarsi lentamente al mio collo, facendo si che sulla mia tempia sinistra si formino gli inconfondibili segni della pelle d'oca. Le sue labbra sfiorano il mio collo con delicatezza prima che i suoi denti premano sulla carne con insicurezza, per spostarsi subito dopo lasciando di nuovo spazio alle labbra che mi baciano, mentre io sussulto per il gesto precedente.
Non aveva mai fatto nulla di simile.
Lui non si cura della mia reazione e bacia ancora il mio collo, prima di scendere più in basso verso la spalla. Io resto immobile, incerta sul da farsi, sino a che non lo sento sorridere contro la mia spalla. Lentamente mi volto verso di lui e rispondo al suo sorriso, cercando nei suoi occhi grigio giallastri, per via della luce, un segno su cosa dire.
-Perchè?- chiedono le mie labbra in un sussurro, prima che possa avere il tempo di pensare a che dire. Ora sta a lui interpretare la mia domanda: Perchè lo hai fatto o perchè hai smesso di farlo?
Lentamente si incupisce, diventando serio e triste, ma non arrabbiato. -Perchè mi è venuta in mente una cosa...una cosa che volevo chiederti qualche giorno fa, ma che poi non ti ho più detto-.
Ha scelto: perchè hai smesso di farlo?
-Puoi farlo ora- rispondo rigirandomi di nuovo e dandogli la schiena.
Lui sfiora la mia colonna vertebrale con due dita attraverso il pigiama, facendomi rabbrividire e arrossire. -Ti fa ancora male?- domanda in un soffio.
-No- rispondo con tranquillità. -Da quando Piton mi ha...bhè, sì...mi ha aiutata, non ho più sentito nulla di che-.
-Bene- dice quasi con un sospiro.
-I tuoi lividi sono spariti- dico ricordando la sua pelle chiara e di nuovo immacolata.
-Anche i tuoi?- domanda poi con tono assente.
-Certo, ma sono rimaste le cicatrici- ammetto in un sussurro.
-Mi dispiace- si affretta a rispondere.
-È stata colpa mia, ho aspettato troppo, Piton mi aveva avvertitoa che sarebbero rimasti dei segni evidenti-.
Sento il corpo del ragazzo muoversi, mentre le sue labbra si avvicinano al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa. -Posso vederli?- domanda facendocolorare le mie guance ancora di più.
-No- rispondo di impulso. -Credo non sia una buona idea- mi scosto da lui, sentendomi improvvisamente troppo vicina, con l'unico risultato di peggiore la situazione.
Draco si alza di scatto dal letto e comincia a misurare la stanza a grandi passi, sbuffando più volte prima di esplodere. -Perchè?- si appoggia alla struttura del letto su cui io sono ancora seduta, urlando. -Loro scommetto che li hanno visti!-.
-Loro chi?- domando senza accorgermi di usare il suo stesso tono infuriato.
-Come chi?- fa disgustato. -I Weasley!- sputa il loro nome con disprezzo. -I tuoi due irresistibili "amici" che ti fanno ridere tanto e a cui riveli tutti i tuoi segreti!-.
-Ancora con questa storia?- mi alzo infuriata, non posso credere che ne stiamo parlando ancora. -Ti ho già detto che loro sono come fratelli per me! E no, non hanno visto niente!-.
-Sì, certo, allora come mai con Potter non sei così?-.
-...- vengo presa in contro piede dalle sue parole, e la mia gola si limita a produrre un verso strozzato, forse proprio perchè è vero, considero Fred e George miei parenti più di quanto riesca a vedere Harry, in quei panni.
-Lo vedi- incrocia le braccia.
-Non vedo proprio nulla!- insisto io. -Harry è io ci scontrimo spesso e la cosa non fa molto bene al nostro rapporto, questo è quanto!-.
-Certo, ma sono sicuro che glieli hai mostrati- sibila.
-Ti ho già detto che non è così!- urlo. -L'unica cosa che loro hanno visto in più di me, è quando ho pianto per te!- dico senza nemmeno rendermene conto, mentre il ricordo in cui, abbraccio George cercando di soffocare i singhiozzi e Fred accarezza i miei capelli per calmarmi, si fa vivido nella mia mente.
Il suo sguardo si perde nel mio, prima che si volti e sbuffi con un profondo broncio impresso sul volto. -Sai bene che non li sopporto, fanno i cascamorti con te e...-.
-Merlino! Smettila! Non dire questo di loro, non li conosci nemmeno! Non hai mai nemmeno provato a parlargli come se fossero persone vere! E loro...loro sono i primi...tra tutti...che quando parlo di te almeno fingono di non essere disgustati dalla nostra relazione!- le parole escono come un fiume in piena dalla mia bocca, sono arrabbiata, sono davvero arrabbiata.
Un verso di frustrazione abbandona la sua bocca, prima che colpisca un angolo del letto con un calcio, facendo tremare la struttura. -Ho i miei motivi per essere geloso di quei due, non credi? Loro ti si gettano al collo o ti trascinano per i corridoi e tu li lasci sempre fare, mentre ogni volta che lo faccio io rabbrividisci o diventi tesa-.
-Io non divento tesa- sbotto senza potermi trattenere. -E miseriaccia, Draco! Che io rabbrividisca non è necessariamente una cosa br...-.
-Smettilla!- esplode puntando gli occhi nei miei. -Smettila di parlare come uno di quegli stupidi traditori del loro sangue!-.
I miei occhi si spalancano, non posso crederci.
Abbasso lo sguardo in cerca di un minuscolo segno che mi indichi che tutto questo è un'incubo, ma l'unica cosa che vedo è una scintilla, prodotta dalle mie mani e dalla magia consumata dalla rabbia, questo non va bene, devo mantenere la calma.
Calma.
Calma.
Calmati, Mary.
Sento il sangue ghiacciarsi nelle vene e una strana calma freddissimma infondersi i me, non mi riconosco in questo cambiamento, ma non mi importa. Devo tenere a bada la mia magia e, anche se questa cosa non allontana l'odio, rallenta di molto i suoi effetti.
-Bene, quegli stupidi traditori del loro sangue sono la cosa più vicina ad una famiglia per me, e se tu non riesci ad accettarlo...bhè...forse dovresti lasciarmi perdere- dico seria prima di afferrare il mantello di Harry e dirigermi verso la porta della stanza, abbandonando Malfoy e la sua espressione carica d'odio al centro della stanza.
-Non puoi uscire ora- lo sento richiamarmi quando oltrepasso lo stipite della porta, la sua voce è fredda e calma ora, ma si può ancora sentire la cattiveria con cui parla. -Ti vedranno tutti quelli che sono in Sala Comune. A quest'ora è piuttosto trafficata, sai?-.
Alle sue parole mi blocco, senza volerlo realmente. Non mi importa se mi vedono, non mi importa cosa penseranno di me, non mi importa se ho infranto le regole, se per questo potrebbero espellermi, o se l'unica cosa che indosso sopra le parigine e la gonna è la parte superiore del pigima di cui lui indonna i pantaloni, ovunque è meglio di qui.
-Non mi importa...- dico io prima di continuare a camminare, diretta alla Sala Comune. Dietro di me riecheggiano i suoi passi furiosi e rumorosi.
-Torna indietro!- urla quando già siamo sulle scale, così forte da zittire il brusio che provenie da poco più in basso. -Dovevamo parlare, no? Non puoi andartene mentre lo stiamo ancora facendo!- dice, abbastanza forte perchè tutti possano sentirlo, ma mantenendo sempre quella strana sorta di controllo. -Non ho problemi a togliere altri punti alla tua stupida Casa-.
-Sta zitto!- gli urlo, guardandomi dietro per un'istante, quando raggiungo la Sala Comune, dove decine di Serpeverde si sono bloccati per osservare la scena, alcuni sorpresi, altri divertiti e qualcuno spaventato dalle urla del Prefetto.
Io e Malfoy ci scambiamo una lunga occhiata prima che io parli ancora. -Fai quello che ti pare, non mi interessa...- sputo le parole stringendo gli occhi con cattiveria. Mi volto e sotto gli occhi di tutti punto il muro.
-Ridammi la camicia- è l'unica cosa che arriva al mio orecchio della risposta di Malfoy.
I miei piedi si bloccano, incapaci di muoversi ancora.
-Cosa?- domando io, impiegando tutta la mia forza di volonta per voltarmi a guardarlo.
-Hai sentito benissimo- ghigna, puntando i suoi occhi nei miei. -Avanti, ridammi la mia camicia-.
Senza volerlo la mia testa compie degli impercettibili movimenti a destra e sinistra, che sembrano quasi un tremore. Guardo un'istante la porta alle mie spalle, incontrando gli occhi scuri di Zabini, proprio lì a fianco. -Non è divertente...- dico quando torno a guardare Malfoy, la stanza è piena di persone, ma l'unica che mi da fastidio mi veda è quella che guarda nei miei occhi con serietà e un bricciolo di cattiveria.
-Io non sto ridendo- fa lui serio in risposta. -Avanti, smetti di fissarmi e muoviti. Te lo devo chiedere ancora?- aggiunge dopo pochi istanti con un ghigno, istanti in cui le mie labbra rimangono socchiuse e il respiro si ferma. Una risata si alza dal folto gruppo di Serpeverde più grandi alla mia sinistra.
Lascio cadere a terra il mantello di Harry e con dita agitate slaccio ogni bottone. -Non posso crederci- dico in un sussurro quando anche l'ultimo bottone si scioglie e il pizzo scuro della mio reggiseno si intravedere. Mi strappo di dosso la camicia calda del pigiama di Draco con uno strattone, come se fosse un cerotto, scoprendo la mia pelle dalla vita in su. -Spero tu sia felice ora!- dico con cattiveria, appallattolando la camicia e lanciandogliela.
Lui alza le spalle afferrandola, prima di accentuare il ghigno. -Oh...lo sono- mi fissa con un strano sguardo.
Raccolgo il mantello e mi volto per raggiungere il muro, al limite della sopportazione. -Sei proprio uno stronzo- attraverso l'apertura nel muro sotto gli occhi e la risatina fastidiosa di Zabini.

Buon Natale in anticipo!Scusate per il ritardo, ma ho avuto qualche problema ieri! Che ve ne pare del capitolo?
So che mi odiate perchè continuo a farli litigare, ma adoro scrivere queste scene ahahahah non posso farci nulla!
Se vi va passate a dare un'occhiata alle one-shot, se vi piacciono potete anche chiedermi di farne una su ciò che volete voi, anche se non so quando potrò poi farla uscire!

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora