San Valentino a Hogsmeade - Parte seconda

1.6K 92 1
                                    

-Loro lo sanno?...Che mia zia è a casa mia, intendo- dice con un filo di voce.
-Cosa?- faccio io persa nei miei pensieri. -Oh...si- sussurro ricordando iprovvisamente cosa ha detto.
-Denunceranno i miei genitori- afferma spostando gli occhi a terra, la sua voce è seria e non lascia trapelare emozioni.
-No, non hanno prove per dirlo al Ministero, non potrebbero mandare qualcuno a casa vostra. E io non credo testimonieri contro di loro, probabilmente avresti problemi anche tu, e questo non mi va-.
-Ehm...grazie- fa un piccolo sorriso tirato. -Okay basta parlare di questo ora...parliamo di noi- lascia la mia mano per far passare il suo braccio dietro le mie spalle, al di là delle quali lascia cadere la mano, coperta da un guando che non mi ero accorta indossasse, in avanti. Solo ora noto che sotto il mantello indossa un completo, totalmente nero se non fosse per la camicia verde scuro.
Anche io lascio scivolare il mio braccio dietro di lui, prima di accorgermi che con l'altra mano mi sta mostrando un'oggetto. Un piccolo cerchio argentato brilla a una quindicina di centimetri dal mio naso, io lo afferro con la mano libera e finalmente riesco ad identificarlo, è il bracciale che gli ho restituito dopo Natale.
-Dovresti tenerlo tu- mi spinge leggermente verso un negozio, la cui insegna riporta il nome "Mielandia". -Lo ho preso per te- lo prende di nuovo e me lo mette al polso, prima di staccarsi da me per aprire la porta del negozio.
-Va bene- mi limito a dire io, seguendolo all'interno del negozio, in cui l'odore di zucchero è fortissimo.
Guardandomi intorno sento che sulle mie labbra si forma un sorriso, tutte le persone nel negozio stanno ridendo mentre circondano eccittate gli scaffali, stracolmi di dolci dai mille colori.
Sento un respiro freddo sul mio orecchio, e poco dopo una voce che mi ricorda la stessa sensazione lo raggiunge. -Ti fidi di me?- chiede.
Mi volto lentamente ritrovando il mio viso a pochi centimetri dal suo, che mostra uno strano ghigno.
-Dovrei?- domando imitando quello strano sorriso.
La sua unica risposta è tirare su e giù le spalle un paio di volte.
-Va bene- sussurro. Siamo a Hogsmade, cosa vuoi che succeda?
-Bene- sentenzia prima di spingermi verso la porta. -Esci e aspettami fuori- ghigna ancora.
Io mi muovo interdetta verso l'uscita, ma prima di varcarla mi volto e lo guardo indecisa.
-Vai...- il suo tono non ammette repliche.
Torno svogliatamente all'aria fredda e quando mi richiudo la porta alle spalle vedo la testa bionda di Draco allontanarsi, mentre il suo mantello svolazza leggero a pochi millimetri da terra. Mi volto e raggingo un punto al sole della strada, stringendomi nel tessuto scuro che mi cinge le spalle, il tepore che provo mi fa venire la pelle d'oca. Mentre lascio che i miei occhi vaghino sulla strada che separa i vari negozi, noto che è piena di coppie. Alcune sono quasi disgustore, non fanno che baciarsi, senza nemmeno considerare dove stanno mettendo i piedi o chi possa vedrli, altre invece, sono incredibilmente impacciate e a malapena si guardano in faccia.
Due teste dai capelli scuri attirano la mia attenzione, sono Cho ed Harry. In fretta abbasso lo sguardo sui mie piedi e il terreno sconnesso, spero che non si voltino o sarà incredibilmente imbarazzante. Io, Cho, Harry e Draco...imbarazzante? No, probabilmente una catastrofe.
Una mano guantata si posa sul mio fianco e io sussulto prima di incontrare gli occhi grigi di Draco, mi sta mostrando una busta di carta, in cui si intravedono oggetti colorati.

Dove stiamo andando? Ho provato a farmelo dire una decina di volte, ma lui si ostina a ripetermi che presto lo scoprirò da sola. Sono dieci minuti buoni che ormai camminiamo e ancora non riesco a capire.
-Di qua- mi tira lggermente. Ho una mano sotto il suo mantello, nella tasca della sua giacca, stretta alla sua, e quella libera aggrappata al suo avambraccio. Mi ha praticamente costretta a questa posizione visto il suo passo veloce, che fatico a tenere.
Ci fermiamo in una piccola radura esposta al sole e cicondata su tre lati da alberi, e su uno da una recizione, dietro la quale si vede una vecchia struttura malridotta.
-È la Stamberga Strillante?- domando riconoscendo l'edificio da alcune foto che ho visto in estate.
Lui fa un cenno del capo e si stacca da me per sedersi su un enorme roccia, su cui si issa grazie alle braccia. Lo raggiungo in silenzio e imito i suoi gesti, sedendomi al suo fianco, mentre lui apre il sacchetto.
-È un posto tranquillo...-alza le spalle.
-Cosa hai preso?- domando curiosa io.
Mi sorride prima di estrarre dalla busta degli strani fili scuri. -Mai provato i fildimenta interdentali?-.
-No- ammetto io, sorridendo a mia volta e prendendo uno dei fili. Il sapore di mente mi risulta famigliare da subito e mi fa venire i brividi.
Intanto lui sta tirando fuori altri dolci e li sta posando sulla pietra scura e tiepida. Riconosco subito le Bolle Bollenti e ne prendo una per scaldarmi, mentre lui opta per una caramella che estrae da un sacchetto con la scritta "Piperille", che fa uscire fumo dalla sua bocca. Quella strisci grigia è calda quando sfiora una delle mie guancie, trasportata dal vento.
Quando prendo una gelatina Tuttigusti+1, che sono quasi certa sia alla mela verde, Draco si lascia scivolare all'indietro, fino a che il suo corpo non è steso sulla dura roccia, con le gampe che penzolano, senza toccare terra. Lo imito di nuovo e mi stendo al suo fianco.
Mentre i miei occhi cadono nei suoi lo vedo avvicinarsi, fino ad invadere il mio spazio personale e far quasi sfiorare le nostre labbra. Porto le dita della mia mano sinistra poco più in basso del suo collo, dove dovrebbe stagliarsi sulla sua pelle pallida uno scuro livido, poi porto la destra su un suo braccio che si trova a metà strada tra i nostri corpi.
-Fa ancora male?- dico in un soffio, come se qualcuno ci potesse sentire, so bene che fa ancora male. Lui scuote la testa mentendo, senza però far toccare le nostre labbra.
-Ho un'idea- dice poi, riesco a sentire il suo respiro che si confonde col mio.
-Hai sempre un sacco di idee- dico io di rimando. Lo faccio ridere prima che si risollevi e torni a terra, dove mi aiuta a raggiungerlo.
Prende altre caramelle da un sacchetto con su scritto "Api Frizzole" e me ne mostra una stringendola tra indice e pollice, gialla, ovale e semi trasparente com'è, sembra una caramella al limone.
-Chiudi gli occhi?- dice serio e improvvisamente impassibile.Aggrotto la fronte al suo tono, ma subito mi sorride. -Dai, fidati-.
Sospiro ma eseguo il suo ordine.
-Apri la bocca- dice e dal suo tono capisco che sta sorridendo.
-Se è uno scherzo giuro che ti uccido- dico tra i denti, e socchiudo le labbra.
-Non preoccuparti- dice e prima che una delle sue dita sfiori le mie labbra sento che la carmella entra nella mia bocca. Frigge leggermente quando lui decide di parlare di nuovo. -Apri gli occhi ora-.
Quando eseguo il suo ordine ritrovo i suoi occhi nei miei, ma sono più alta di lui e il mio sguardo corre ai piedi, dove nota che non tocco più terra. Il sorriso mi si dipinge sulle labbra senza che lo chieda e mentre mi alzo ancora di qualche centimetro mi piego in avanti, e appoggio gli avambracci sulle spalle di Draco, prima di far unire le nostre labbra e sentire le sue braccia sui miei fianchi, pronte a prendermi quando l'effetto della caramella finirà.
Mi mancava questo contatto.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora