Senza bacchetta

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L'acqua bollente scorre piacevolmente lungo il mio corpo, consentendo ai miei muscoli di distendersi lentamente e ai miei pensieri di perdersi nelle stupide sensazioni che la mia pelle prova. L'unica cosa a infastidirmi veramente è il getto che tocca i lividi ancora doloranti che porto sulla schiena, così lascio ricadere i lunghi capelli dietro le spalle dove vanno a formare una spacie di strato protettivo. Scopro così la catenella con appesa la chiave in ferro, ultimamente ho spesso pensato di toglierla, ma alla fine non lo ho mai fatto, in fondo è il modo più sicuro per non lasciare che venga sempre trovata.
Non posso dire quanto tempo ho perso sotto questa piccola cascata d'acqua, ma sono certa di aver abbondantemente superato un'ora. Instintivamente le mie dita corrono alla manopola in ferro, è ghiacciata, ma non me ne curo e la giro fino a che il liquido trasparente non cessa di cadere. Un brivido scorre lungo tutta la spina dorsale, ma le mie mani sono già ai capelli che stringono pazientemente, fino a che la maggior parte dell'acqua non li ha abbandonati.
Esco dalla doccia con un sospiro ed evito volontariamente di incontrare i miei occhi nello specchio del bagno, velocemente strofino un'asciugamano sulla testa e, con i capelli ancora bagnati, indosso la divisa. Prima di uscire faccio scorrere gli occhi sul mio riflesso: labbra martoriate, guancie arrossate, occhiaie scure e sguardo spento. Devo trovare una soluzione, ci deve essere un modo per far combaciare tutto.
Certo, un aiuto da parte di mio fratello non guasterebbe...
Raccolgo le mie cose e corro verso la mia stanza, sarà meglio scendere, non posso saltare tutte le lezioni.
Chiudo la porta della camera da letto, con un sonoro tonfo, alle mie spalle e mi blocco sul posto. In piedi affianco al mio letto c'è una figura alta, che si distinguerebbe da qualsiasi altra per la lunga barba bianca e i suoi occhiali a mezza luna.
Un imprecazione nasce spontanea nella mia testa.
L'ho fatta tanto grossa?
-Buongiorno Mary- mi saluta con voce gentile l'uomo, accenna un sorriso che proprio non riesco ad imitare.
-Buongiorno Signore- mi ricompongo seria raddrizzando la schiena e mantenendo la posizione, è come riprovare la stessa sensazione di questa estate. Sono curiosa e intimorita allo stesso tempo.
Lo vedo piegarsi per andare a sedersi sulle coperte rosse del mio letto, in silenzio picchietta una mano sul tessuto al suo fianco, in un tacito invito.
Lentamente mi avvicino, dopo aver asciugato i capelli con un veloce colpo di bacchetta, e appoggiando le poche cose che ho in mano sul letto, mi siedo il più lontano possibile dall'uomo e appoggio le braccia sulle ginocchia, cominciando ad osservare le punte delle mie lucide scarpe nere. Non so che dire o cosa fare e lui mi imita, istanti, secondi, minuti...
-Mi dispiace- sussurro quando il silenzio diventa insostenibile. -Non riesco a controllarmi, non ci sono mai riuscita veram...- cerco di continuare.
-Dimmi Mary, quando perdi il controllo?- volta la testa verso di me, ma evito di alzare la mia.
-Non lo so...ehm...quando provo qualcosa di...ehm...intenso?- mi viene spontaneo trasformare la frase in una domanda, visto che non conosco una risposta alla sua.
-Quando provi qualcosa di intenso, o sei arrabbiata?- domanda con tranquillità e gentilezza.
Muovo i fretta i miei occhi nei suoi. -Arrabbiata...non succede se sono felice-.
-Già- mi sorride. -Sei una ragazza molto forte Mary, e non solo tu, la è anche la tua magia. Probabilmente utilizza questo sentimento, per te molto famigliare, per sfogarsi e trovare una via d'uscita. Il Professor Vitious ed io abbiamo impiegato più del previsto a riaccendere le luci in Sala Grande- inizia a ridere di gusto facendomi sgranare gli occhi.
-Mi dispiace- riabbasso gli occhi sulle scarpe imbarazzata. -Mi scuserò col Prof...-.
-Oh, no Mary!- trona lentamente in se. -Non hai nulla di cui scurarti, la forza dei tuoi poteri è meravigliosa, qualcosa di unico. Devi sono trovare uno sfogo per tutta quell'energia, conosci il tipo di incantesimo capace di stancarti con maggiore velocità?-.
-Ehm...- alzo di nuovo gli occhi su Silente. -Intende gli incantesimi non verbali?-.
-Certamente anche quelli sono complicati, ma nonostante questo sono ancora troppo semplici da eseguire. Difatti, tutti gli studenti del sesto anno li imparano senza troppi problemi- continua a sorridere.
-Non capisco cosa intende, Signore- ammetto.
-Mi riferisco agli incantesimi che vengono effettuati senza l'uso della bacchetta- mi sorride ancora.
-I...Io?...Non credo di poterlo fare, Signore- come posso praticare magia tanto avanzata se nemmeno riesco nell'Occlumanzia come vorrei.
Ricevo un colpo al gomito da Silente. -Sì che puoi- dice indispettito, ma con un pizzico di divertimento nella voce. Estrae da una stasca della sua lunga tunica un piccolo oggetto, una spilla. -Sono sicuro che questo ti riuscirà subito- sorride tra se e se compiaciuto, prima di lanciare il piccolo oggetto che rimane sospeso a mezz'aria qualche metro avanti a noi. -Concentrati e fallo tornare indietro- mi si rivolge come se fosse un cosa semplicissima.
-Come faccio?-aggrotto la fronte cunfusa.
L'uomo scuote la testa divertito.
Non me lo dirà mai. Fantastico!
Apro una mano e cerco di immaginare l'oggetto che la raggiunge, ma ovviamente non cambia nulla, e la cosa non fa altro che farmi sentire stupida. Chiudo gli occhi e sospiro, quando li riapro li fisso con intesità sulla spilla su cui si legge "P".
Prefetto, come Hermione, come Ron...come Draco...
Un piccolo sorriso si delinea sulle mia labbra a quel nome, e il piccolo oggetto in ferro si avvicina alle mie mani fino a fermarsi poco più sopra. Alzando le dita afferro il piccolo oggetto e rivolgo un sorriso all'uomo vicino a me, che lo ricambia senza pensarci due volte.
-Visto?- riprende il piccolo oggetto e lo rimette in tasca.
-Già-.
-Ti posso insegnare altro, Mary, ma dovrai farmi una promessa- mi sorride con gentilezza.
-Qualsiasi cosa!- salto in piedi senza accorgermene, ricordo perchè mi ero fidata di lui, riesce a sorprendermi ed attirarmi.
-Due cose- alza la mano formando il numero due con le dita, improvvisamente serio. -La prima è che non devi più saltare le lezioni, la seconda rigurda, invece, tutte le cose strane che ti succedono, vorrei che tu mi venissi a dire ogni volta che perdi il controllo il prima possibile, o se nei tuoi incubi noti un cambiamento, uno qualunque. Se c'è una piccola possibilità che si avverino tutti, magari c'è la possibilità di prevenirli- torna a sorridere.
-Lo farò- dico concentrando il mio sguardo nel suo.
-Bene- annuisce lui alzandosi. -Allora credo sia meglio scendere o perderai anche la terza ora di lezione-. Annuisco e lo seguo quando si sposta per raggiungere la porta della stanza, che senza esitare attraversa per raggiungere le scale e poi la Sala Comune.
-La prossim...- cerco di chiedere, visto il silenzio che si è formato, ma Silente mi risponde prima che possa avere il tempo di finire.
-Subito- apre una mano e sul suo palmo nasce una piccola fiammella scintillante che mi meraviglia di nuovo. -Bada Mary, devi tenere la mano ferma o potresti dare fuoco a qualcosa- ride ancora l'uomo. -Ti servirà concentrazione e più tempo che per l'altro, non lo fare se sei arrabbiata o la cosa ti sfuggirà di mano, anche se sembrerà più semplice-.
-Certo, farò attenzione- ora stiamo scendendo le scale che portano ai piani più bassi. -Devo andare per di qua- indico una rampa di scale che si muove verso il picccolo pianerottolo in cui ci troviamo. -Le auguro una buona giornata, Signore-.
-Certo- sorride ancora, ma non appena le scale in pietra si fermano davanti a me la sua voce mi richiama. -Mary? Un'ultima cosa-.
-Sì?- mi volto nonostante uno dei miei piedi fosse già a mezz'aria.
-Dai un'occasione a tuo fratello, nonostante fatichi ad accettare le tue scelte è la persona che può capirti meglio-.
-Oh...ehm...sì, ci proverò, ma lui deve piantarla di sbuffare ogni folta che mi vede con Malfoy- sbotto improvvisamente tesa, ricordando la ragione per cui lo ero in Sala Grande.
L'uomo ridacchia e prende a camminare. -Ah, l'amore!-.
-Non c'è nulla di divertente- borbotto tra me e me mentre mi dirigo verso la classe.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora