San Valentino a Hogsmeade - Parte prima

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-Oh, certo! Come no?- grido in preda alla frustrazione. -Continuando così migliorerai sicuramente le cose, Malfoy!- strattono il braccio per fagli perdere la presa sul mio polso, riuscendoci alla perfezione.
-Sei insopportabile! E piantala di chiamarmi Malfoy!- grida lui seguendomi giù per i gradini che ci conducono alla Sala Grande. Entrambi non esitiamo ed entriamo nella stanza già pronta per la cena, attiriamo molti sguardi, ma non mi importa. Deve smetterla di fare così, sono miei amici e lui deve accettarlo! Solo perchè anche lui al momento si trova nella cerchia delle amicizie non vuol dire che li può apostrofare in quel modo.
-Io ti chiamo come diamine mi pare, cretino!- urlo girandomi verso di lui, ma continuando a muovere i miei piedi, ora all'indietro.
Mi segue a passo sostenuto, i suoi muscoli sono tirati e la sua postura è rigida come sempre. Nott, Zabini, Goyle, Parkinson e Tiger gli vanno dietro senza dire una parola, le loro espressioni sono semplicemente contratte.
-Vuoi saperlo cosa sei tu invece? Sei solo una stupida ragazzina sclerotica!- sbraita, non credo di averlo mai visto perdere la calma in questo modo, non davanti a tutta questa gente perlomeno. Solitamente è lui quello composto e attento all'opinione altrui.
Non sono una ragazzina!
-Non sono una ragazzina!- ripeto, questa volta fuori dalla mia testa, prima di puntare i piedi a terra e frenare la mia corsa verso il tavolo di Grifondoro.
-Però sei sclerotica- si avvicina pericolosamente, fino a fermarsi a circa trenta centimetri. -E anche parecchio, direi...- sibila tra i denti con un'espressione disgustata, alza le soppraciglia e in un'istante le riabbassa.
-Merlino...- boffonchio. -Sei solo un bambino viziato...- assottiglio il mio sguardo, puntandolo dritto nel suo. Reggo alla perfezione le due chiare lastre di ghiaccio, che si ritrova al posto delle iridi.
-Non credere che salterò il nostro appuntamento, per una cosa così stupida!- sibila ancora, prima di allontanarsi verso il suo tavolo.
-Oh, stai tranquillo, io ci sarò!- urlo alla sua stupida chioma bionda.
-Bene!- dice lui con una punta di cattiveria.
-Bene!- faccio io sull'orlo di una crisi di nervi.
Quando mi avvicino al gruppo di Grifondoro, che mi guarda sbolordito, evito appositamente i loro sguardi. Mi lascio cadere sulla panca e con un'ultimo scatto d'ira batto i pugni sul tavolo di legno circondato da decine, e decine, di studenti. -Idiota!-.

Sistemo i capelli meglio che posso, consapevole del mostruoso ritardo che si accumola secondo dopo secondo.
Sarà arrabbiatissimo ormai. Non riesco a fare a meno di pensare al suo viso contratto in smorfie cattive, mentre con una mano prendo il mantello nero, una volta appartenuto a Lucius Malfoy, e con l'altra infilo una scarpa, barcollando in direzione della porta.
Prendo la porta della mia stanza e comincio a correre per le scale, diretta al quadro della Sala Comune e in seguito alla grande porta di entrata della scuola.
Mi ci è voluto più tempo del previsto per accorciare il tessuto scuro che compone il mantello, e almeno per un'ora ho tentato con qualsiasi incantesimo di far sparire il ricamo "L.M.", ma deve essere stato applicato per rimanere e quindi non ho potuto farci nulla. Poco male, se qualcuno me lo chiederà dirò che sono le iniziali di Mary Lloyd, e che non posso più cambiarle.
Scendo gli ultimi gradini guardando la gonna di tulle nero sobbarzare, fortunatamente, nonostante sia corta, è abbastanza pesante da schiacciare gli strati inferiori, evitandomi di sembrare una ballerina.
Le mani mi tremano per l'agitazione mentre allaccio il mantello e esco all'aria fredda di febbraio. I miei occhi scattano immediatamente in quelli grigi di Draco e sento i brividi aumentare, mentre noto i lineamenti contratti del suo volto.
La sua posizione è meno rigida del solito, la schiena appoggiata al muro in mattoni e le braccia incrociate sul petto. È affincato da Blaize, ma sono entrambi seri.
-Ciao- lo saluto e solo ora noto di avere la voce affaticata e il fiato corto. Cerco comunque di non mettere troppo calore nel mio saluto, e mi fermo a pochi passi da lui.
Stiamo ancora litigando?
Alza le spalle disinteressato e torna ad appoggiarsi con fermezza sui suoi piedi. -Sei in ritardo- sbuffa senza nemmeno salutarmi. -Di almeno trenta minuti! Questo significa che abbiamo molto meno di "un paio d'ore"- la sua espressione è arrabbiata e contagia la mia in un attimo.
Stiamo ancora litigando.
Sento il sangue ribollire, e sono davvero stufa di questi suoi capricci.
-Ascoltami bene Draco Malfoy- lo spintono verso il muro, che colpisce, sorpreso,con le spalle. -Non ho intenzione di passare tutto il giorno con te che, imbronciato, fai la prima donna!-.
-Non sarà tutto il giorno, tranquilla- dice freddamente raddrizzandosi ancora, allude al fatto che dovrei vedermi con gli altri.
-Draco?- richiamo i suoi occhi su di me. -Non mi vedo più con Harry e i gemelli- sbuffo imbarazzata. -Non ricordavo che fosse San Valentino oggi...e...bhè...ho pensato che...fosse meglio da soli, quindi agli altri ho detto che preferivo stare con te...-.
-O...- stava per ribattere.-...okay- fa lui, di nuovo sorpreso, abbassando lo sguardo. -Andiamo?- si volta e fa un cenno di saluto a Blaize Zabini, che lo ricambia e mi lancia una strana occhiata, che non riesco a capire se sia indifferente, amichevole o scontrosa.
-Quello è di mio padre, vero?- dice ora serio mentre comincia a camminare verso la strada che porta a Hogsmade, come se non avessimo mai litigato.
-Sì- sussurro sentendo le guance che si colorano di rosso. -Però non te lo ridò, ora è mio, lo ho persino accorciato e...-.
-Non lo rivoglio- si affretta a dire lui avvicinandosi di più a me. -Ti sta bene- accenna uno strano ghigno prima di alzare un braccio e spostarmi una ciocca di capelli dal viso, probabilmente sfuggita allo chignon che ho cercato di arrangiare per la fretta.
Mi sento arrossire mentre scende il silenzio tra noi, distolgo lo sguardo, trovando il terreno incredibilmente interessante, ma nessuno dei due smette di muoversi, persino quando la sua mano sfiora la mia e le nostre dita si intrecciano.
So che mi sta osservando e la cosa mi rende stranamente a disagio, non so se siano i vestiti o il fatto che sia un vero e proprio appuntamento, che con lui non ho mai avuto.
-Allora...dove vuoi andare?- dice notando le prime strutture di Hogsmade.
-Hai carta bianca- decido finalmente di guardarlo in viso, si mi stava fissando. -Sono stata solo alla Testa di Porco, da Zonko e a I Tre Manici di Scopa- sorrido.
-Ehm...dolce?- fa indifferente.
-Sì, va bene-.
-Mielandia?- domanda senza spostare lo sguardo.
-Certo- abbasso di nuovo gli occhi, questa volta sulle mie scarpe. -Ehm...posso chiederti perchè sei così nervoso ultimamente?- stringo instintivamente le dita sulle sue, non voglio che le lasci.
-Quei tradi...Weasley ti stanno sempre intorno, e te lo ho già detto una volta, mi da fastidio che ti stiano così appiccicati, e quando ridi...mi da fastidio se non lo fai per me!- sbotta con la fronte aggrottata.
Sospiro e cerco di mantenere la calma. -E io ti ho già detto che sono solo amici, e non hai nulla da invidiargli-.
-Io non invidio quegli sfigati!- alza le spalle indignato, ma ancora non lascia la mia mano.
-Draco...- scuoto io la testa scegliendo di ignorare la parola "sfigati". -Ora mi fai il piacere di dirmi la vera ragione?- mi fisso nei suoi occhi.
-Credo sia per i problemi dei miei genitori, temo potrebbe punirli quando saprà di noi- abbassa lo sguardo stringendo la presa.
-No, figurati, gli piaccio troppo. Non mi ha nemmeno ucciso- riesco a strappargli un sorriso amaro.
Noto un piccolo gruppo di Corvonero e Tassorosso del terzo o quarto anno ad un'angolo mentre ci fissano, alcuni di loro diventano paonazzi e si voltano quando realizzano di essere stati beccati, ma la mia attenzione è attirata da una vetrina dietro di loro.
Dieci manifesti mostrano i volti di Mangiamorte fuggiti da Azkaban, ma tra di loro l'unico che riesco a vedere è quello di Bellatrix Lestrange. I miei piedi si bloccano di colpo costringendo anche Malfoy a farlo. -Cos...oh...-.
-Continuiamo a muoverci- mi sussurra con voce fredda all'orecchio, prima di tirare leggermente la mano che ancora è stretta nella sua.
-Si- dico senza nemmeno accorgermene, ricominciando lentamente a camminare.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora