Ricordi nei ricordi - Parte seconda

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-Tutto bene, Evans?- fa James Potter, l'orribile persona di cui ora porto il cognome. Il suo tono completamente diverso dal precedente, come se la presenza di "mia madre" lo abbia scosso nello stesso modo in cui, effettivamente, ha fatto con me.
Sembra quasi un'altra persona.
-Lasciatelo in pace- dice ancora mia madre e io non posso credere alle mie orecchie, la sua voce è identica alla mia, suona così strano riuscire a pensarlo senza esserne disgustata. -Cosa vi ha fatto?- sbotta dopo una breve pausa.
James emette un verso strozzato prima di rispondere incerto alla rossa. -È più il fatto che esiste, se capisci quello che intendo...-.
Non è divertete.
Mentre le risate scoppiano nella stanza, sento la mia bocca aprirsi, cercando aria che non può trovare, mentre i polmoni si bloccano al ricordo del dolore che possono provocare parole simili.
Improvvisamente dellle immagini attraversano la mia mente, riportandomi indietro nel tempo e nello spazio...

-Mostro?- chiama una voce nella mia testa, che mi cosringe a premere con forza i palmi sulle orecchie e stringere gli occhi.
La voce non è nella mia testa.
-Mostro? Dove sei? Dai, ci stiamo annoiando- un'altra voce ovattata si aggiunge alla pecedente.
-Sai che ti troviamo sempre- mi ricorda la voce del primo ragazzo, facendomi respirare più affannosamente e coprire la bocca con una mano per attutire il rumore.
Il vento, che corre tra gli alberi del piccolo bosco, è sempre più veloce e rumoroso.
-Eccoti- mi fa sussultare una delle voci, ricomparendo più vicina a me.
Scatto veloce, zizzagando tra gli alberi, seguita dai passi pesanti dei due ragazzi più grandi che mi inseguono.
-Torna indietro, non vuoi giocare con noi?- grida cattiva una delle voci.
-No- urlo io, ben consapevole che non sarebbe divertente. -Lasciatemi in pace!- grido.
Non li sopporto più.
-Ti prenderemo-.
-Sai, che ti prenderemo!-.
-Quando le tue piccole e patetiche gambette si fermeranno, inizierai a rimpiangere di essere nata!-.
-Sei solo uno stupido scherzo vivente!-.
L'aria si gonfia e soffia con sempre più forza, insinuandosi tra gli alberi e muovendo i miei capelli velocemente.

Scrollo i pensieri dalla testa con un movimento accennato, uscendo dal mio ricordo e tornando in quello di Piton, accorgendomi solo ora che i miei pugni, stretti e abbandonati lungo i fianchi, tremano sempre più forte.
-Pensi di essere divertente- sputa mia madre e io non posso fare a meno di notare che avrei reagito esattamente come lei. -Ma sei solo un arrogante, un prepotente, Potter. Lasciatelo in pace-.
-Lo farò se uscirai con me, Evans- fa James velocemente. -Esci con me e non alzerò più la mia bacchetta su Mocciosus-.
-Non uscirei con te nemmeno se dovessi scegliere fra te e il calamaro gigante- è la risposta di mia madre.
Per lo meno si è resa conto di quanto ottuso sia questo tipo, mi chiedo come possa aver cambiato idea. Insomma, è una cosa orribile...come si può credere di avere il diritto di fare una cosa simile.
I miei occhi si spostano su Sirius, studiando i gesti del ragazzo spavaldo. Come può essere cominciato con questo, l'uomo gentile e attento, che a Natale mi ha ospitato a casa sua e ha preso le mie parti, ascoltandomi e aiutandomi.
Chiudo gli occhi per calmare i nervi e bloccare i pensieri, che scorrono come un fiume in piena con le loro mille domande e osservazioni. Lascio che si riaprano solo quando sento la folla scoppiare in risa e applausi.
Piton è appeso a testa in giù, con la tunica che gli ha raggiunto la testa, lasciando esposte le gambe sottili e magre fino ai fianchi, mostrando le mutande grigio scuro.
Stringo le labbra e i pugni, mantenendo un'espressione seria.
-Tiratelo giù!- dice Lily al mio posto, con la mia voce.
-Certamente- gli risponde il raggazzo così simile a Harry, prima di far cadere il Serpeverde a terra con un gesto della mano, che accompagna la bacchetta. Lo stesso Serpeverde viene poi pietrificato da Sirius.
-Lasciatelo in pace!- urla Lily, prima di estrarre la sua bacchetta.
-Evans, non costringermi a farti un incantesimo- fa James, improvvisamente molto più serio e freddo.
-Levagli la maledizione, allora- protesta Lily.
Ti arrendi così velocemente, mam...Lily Evans?
-Ecco fatto- sento la mia espressione trasformarsi, da contrariata a sorpresa, quando James scioglie l'incatesimo imposto a Piton. -Sei stato fortunato, la Evans era qui-.
-Non ho bisogno dell'aiuto di una piccola sporca Mezzosangue come lei!- sibila Piton, con una versione della sua voce fredda molto più giovanile.

Una forte stretta intorno al braccio mi fa tornare alla realtà e mi spinge indietro, mentre il buio mi circonda prima di tornare a distiguere il mobiglio dell'ufficio di Piton, immerso nella penombra. L'uomo stringe sempre di più la presa sul mio braccio, con un'espressione inferocita sul volto. -Vi stavate divertendo?- dice con freddezza. Riesco a vedere la mia espressione sorpresa e spaventata riflettersi sul viso di Harry, preso anche lui alla sprovvista da Piton.
Come potrei divertirmi nell'aver visto qualcosa di simile?
Non riesco a muovermi, o parlare, o sottrarmi al contatto, o a impedirgli di stringere così...ma non lo posso fare...
-Allora- ci incalza l'uomo. -Vi siete divertiti?- ci scuote infuriato. Da questa distanza riesco a vedere ogni tratto del volto del Professore, ma non riesco più a provare odio nei suoi confronti. -Era un uomo divertente, vostro padre, no?- domanda con cattiveria.
-N...no- balbetta Harry, mentre io mi divincolo improvvisamente furente dalla presa dell'uomo.
-Quello non è mio padre!- urlo. -Mio padre non può essere...così- abbasso il tono, leggendo qualcosa di strano nei suoi occhi, mentre spinge via mio fratello, facendolo cadere a terra.
-Non racconterete a nessuno quello che avete visto!- urla il Professore di Pozioni, passando gli occhi da Harry a me. Mi scruta come se cercasse una qualche risposta. -Andate! Non voglio mai più vedervi in questo ufficio!- scatta poi.
Vorrei restare immobile, ma le mie gambe si muovono fuori dalla stanza con una velocità che non ricordavo di avere, mentre seguono Harry, senza che io faccia caso a dove mi portino.
Mi ritrovo ad ansimare, appoggiata al freddo muro di un corridoio da qualche parte nel castello.
-Io...- fa per parlare Harry, prima che lo interrompa.
-Se quello che stai per...dire...riguarda Lily...o James...o Sirius...o Piton...allora, puoi anche tenere le tue osservazioni per te...- dico affaticata. -Non ne voglio parlare...-.

Numero 101 a voi!
Spero vi sia piaciuto! Fatemi sapere!

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora