La schiena brucia, la testa pulsa, lo stomaco è chiuso e gli occhi fremono passando più volte sul tavolo dei Serpeverde. Sono seduta tra Fred e George e cerco di farmi sempre più piccola, perchè proprio quando una buona parte delle persone aveva smesso di fissarmi, quell'idiota ha dovuto dire tutto e riportare gli sguardi su di me?
Noto che la mia mano stringe con forza il coltello che poco fa usavo per tagliare una bistecca, lo lascio improvvisamente cercando di calmarmi distendendo le dita indolenzite.
Raggiungendo la Sala Grande ho notato che molte persone smettevano di parlare quando mi vedevano e mi rivolgevano uno sguardo tra l'idagativo e il confuso.
Abbasso gli occhi e guardo il bordo decorato del piatto, mi costringo a ingoiare qualche altro boccone e bere alcuni sorsi di succo di zucca, per le pastiglie che ho portato da Grimmauld Place mi servirà avere qualcosa nello stomaco.
L'idea delle ore extra con Piton che avrò domani mi torna in mente a momenti alterni, rendendo tutta questa situazione, già complicata, completamente insopportabile, ma devo smettere di pensarci e affrontare una cosa alla volta senza preoccuparmi per quelle che seguiranno.
Sbuffo impercettibilmente e cominio a giocherellare con un pezzo di carne che sarà ormai freddo mentre i ragazzi che mi circondano parlano eccitati delle vacanze natalizie e di tutti i regali che hanno ricevuto.
Tasto con due dita la borsa e sento i contorni del braccialetto che contiene. Prima o poi glielo dovrò comunque restituire, ed è meglio che lo faccia subito, così potrò passare il resto dell'anno ad evitarlo e tentare inutilmente di dimenticarlo.
Il gomito della persona alla mia sinistra richiama la mia attenzione dandomi qualche piccolo colpo sul braccio, mi giro verso George e incontro il sorriso amaro sulle sue labbra. Sento un sopracciglio alzarsi per dimostrare la mia confusione, ma subito i suoi occhi mi indicano di guardare oltre a lui, verso la grande porta della Sala Grande.
Due freddi occhi grigi si incatenano nei miei a diversi metri di distanza, raggelando il sangue che scorre nelle mie vene. La borsa che ho abbandonato nella sua stanza l'ultima sera che ho passato ad Hogwarts è appesa alla sua spalla, inerme. La Sala Grande cade gradualmente nel silenzio permettendomi quasi di sentire il mio cervello che macchina in cerca del modo migliore per uscire senza altri danni fisici o emotivi.
Lentamente mi alzo in piedi e scavalco la panca seguita dai gemelli che senza il minimo tentennamento mi vengono dietro in mezzo a mille occhi, verso Malfoy. Sanno di non dover far nulla di avventato, che posso risolvere in un attimo.
Più mi avvicino, più è facile vedere il leggero tremito che lo scuote, tradendo la sua solita posizione sicura e lo sguardo indifferente.
Mi fermo a circa un metro e mezzo da lui e il gruppo alle sue spalle senza dire una parola o lasciar trapelare la minima espressione. C'è persino Pansy tra i suoi seguaci, con le braccia incrociate e un'espressione imbronciata e altezzosa.
Malfoy si toglie lentamente la tracolla dalla spalla e me la porge. -Possiamo parlare un attimo?- chiede, la sua voce è roca e famigliarmente fredda.
-No- dico secca, cercando di auto convincermi che non è ciò che voglio. Allungo la mano e afferro la borsa facendo molta attenzione a non sfiorarlo nemmeno. Faccio appena in tempo a lasciare la tracolla sulla spalla su cui già giace quella di scorta che un suo passo verso di me mi fa di nuovo sentire quel, ormai insopportabile, profumo di menta. Mi scanso retrocedendo di qualche passo con le mani alzate per evitare il suo tocco, per poco non prendo in pieno Fred e George, ma tento di mantenere la mia espressione il più seria possibile.
-Non mi toccare- sibilo.
I suoi occhi si assottigliano appena e poi tornano alla normalità. -Solo un minuto- penso di essere l'unica a sentire il suo sussurro a denti stretti.
-Ho già detto di no...- abbasso le mani e ne faccio cadere una dentro la borsa afferrando il bracciale che mi ha regalato e poi glielo lancio debolmente. -E questo puoi riprendertelo-.
Non mi importa più di chi ci sta guardando, il sangue nelle mie vene ora si sta lentamente sciogliendo pronto a ribollire. Voglio andarmene.
Lancio una veloce occhiata ai gemelli e oltrepasso Malfoy che tiene gli occhi fissi sul piccolo cerchio che stringe tra le dita con serietà e attenzione. Prima che li sorpassi i miei occhi incontrano quelli scontrosi e silenziosi di ogni suo "amico": Tiger, Goyle, Nott, Zabini, Parkinson.
Siamo quasi all'enorme porta della Sala Grande quando la voce di Malfoy mi raggiunge di nuovo e mi costringe a girarmi per guardarlo in faccia.
-Ricordi cosa ti avevo detto nel parco a Ottobre?- chiede con uno strano ghigno, più amaro che cattivo.
Mi volto e oltrepasso il grosso portone lasciandomi alle spalle tutta quella gente.
Lo ricordo perfettamente.-Sei l'unica cosa che mi permette di non arrendermi...non voglio restare fermo a guardarti mentre ti allontani da me dopo aver scoperto il mostro che in realtà potrei essere- voce lontana e vuota, volto inespressivo, una mano a stringere con forza la ringhiera di metallo gelido.
Circondo il suo torace con le braccia e appoggio la testa sulla sua schiena -Arrenderti a cosa?- chiedo dolce.
-Non posso dirtelo- riesco a vedere la sua mano, le nocche bianche per la tensione.
Mi scosto leggermente dal ragazzo biondo, mentre lui si gira.
Le sue braccia mi avvolgono con forza, mi manca il respiro, le sue labbra si appoggiano ad un mio orecchio. -Non lasciarmi, non lo fare-.
-Va bene...- sussurro senza fiato. -Draco?...Non respiro...-.
Allenta leggermente la presa alle mie parole -So quanto suona egoistico e lo è, io sono egoista, ma tu non lasciarmi. È una bugia dire che lo faccio per te, ma probabilmente cercherei di rovinarti la vita-.
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Mary Lloyd, la chiave e il volto del male
FanfictionCosa succederebbe se Harry avesse una persona in più su cui contare? Cosa accadrebbe se quella persona gli assomigliasse più di quanto possa immaginare? Cosa se non fosse l'unico a sapere della sua esistenza? Forze oscure sono tornate a incombere su...