Piton e Silente

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 Corro per i corridoi senza una meta precisa, le ginocchia ancora doloranti per la caduta dal letto. Non ho dato alle altre il tempo di capire e sono fuggita in direzione dell'ufficio del Preside, che ho logicamente trovato chiuso, non possedendo la parola d'ordine. È per questo che ora mi muovo per i corridoi senza uno schema preciso, sperando di trovare un prefetto, Gazza, un professore...insomma, qualcuno!
Imbocco un'altro corridoio dalla luce giallognola prima di sentire un leggero vociare, rallento improvvisamente per capire la direzione da prendere, fino a che non riesco a distinguere le parole. Mi avvicino il più possibile ai due uomini in modo, però, da non essere vista, ferma appena dietro l'angolo. Respiro affannosamente, quindi premo le dita sulla bocca per affievolire il rumore.
-Non lo posso più fare, Albus- dice la voce fredda di Piton. -È come se lo facessi a lei- sembra arrabbiato.
-Suvvia Severus, non sono poi così simili- dice tranquillo Silente.
-Lo sono- quello di Piton è solo un sussurro, ma lo sento benissimo. Quelle due parole, dette con freddezza, bastano a far terminare il discorso e io farmi capire che è il momento giusto per entrare in scena. Svolto l'angolo attirando l'attenzione dei due uomini, con una breve corsa, mentre le mie labbra emettono un sussuro involontario e affaticato. -Professore...-.
I due uomini si voltano verso di me sorpresi.
-Potter, cosa fa...- cerca di dire il Professore di Pozioni quando mi vede, il suo tono è alterato, ma la sua espressione lo tradisce. Non credo di averlo mai visto così.
-Cosa succede, Mary?- domanda la voce tranquilla di Silente, spegnendo la risposta dell'uomo al suo fianco.
Faccio un respiro profondo prima di parlare, come se non avessi ancora avuto il tempo di prendere fiato. -Sono...i sogni...sono cambiati...- accentuo il fiato corto, prima di piegarmi con le mani sulle ginocchia, come se volessi affievolire la fatica.

-Tua madre?- chiede Silente con serietà.
-Sì- dico io quasi infastidita per l'interruzione improvvisa. Ci troviamo nel suo ufficio ora, dove mi ha praticamente trascinata Piton, mentre io cominciavo a raccontare in ogni dettaglio ciò che ho visto. -Ma non è questo il punto, o il sogno più importante...-.
-Non mi avevi mai detto fosse tua madre- dice l'uomo con sorpresa.
-Bhè, sinceramente non ci avevo mai fatto caso- rispondo, cercando di calmarmi. -Solo questa notte lo ho realizzato, ma continua a non essere importante questo...-.
-Lo è, invece!- dice forse con troppa forza il professor Piton, più vicino di quel che credessi. Io e il Preside ci ritroviamo a fissarlo per qualche secondo prima che lui parli ancora, questa volta con tono più calmo e freddo. -Come potevi vederlo e sognare quella notte? Tu non eri li-scandisce con attenzione le ultime parole.
-Lo so, ma è vero che lo ho visto- dico, senza curarmi troppo del tono che uso.
-Mary, non credo che Severus intendesse darti della bugiarda. Credo solo che volesse capire come puoi vederlo- mi sorride infondendomi una strana calma, a volte mi chiedo se per farlo usi qualche incantesimo. -Credo che, vista la prospettiva che descrivi, si tratti del punto di vista di tuo fratello, Harry-.
-È possibile? Cioè, se si ha un gemello non credo sia normale vedere ciò che vede, o ha visto, lui-.
-No, non lo è, ma entrambi siete legati a Voldemort ed è forse questa la motivazione per cui quei ricordi sono arrivati a te-.
-Capisco- abbasso lo sguardo sulle mie mani che si torturano a vicenda.
-Puoi dirci altro?- dice la voce gentile.
Alzo lo sguardo e noto che anche il Professore di Pozioni è vicino al Preside ora, così anuisco. -Nel secondo sogno cambia solo una cosa, mi trovo sempre davanti allo specchio e finisco come al solito con le lacrime di sangue, però questa volta sono riuscita a chiedergli cosa volesse, e lui ha risposto che voleva me- sospiro, prima che i due uomini annuiscano.
-Se non vado errato, questo te lo ha fatto capire anche quando vi siete incontrati di persona- è il mio turno di annuire alle parole del Preside.
-In quello dopo sono stata in grado di riconoscere Harry, nel bambino che camminava le altre volte. Nel quarto, invece, ho riconosciuto la voce della donna che mi chiamava, e ho capito perchè lo faceva- dico diventando più cupa al pensiero che Bellatrix Lestrange è la protagonista di uno dei miei sogni.
-Di chi era la voce?- dice freddo Piton.
-Bellatrix Lestrange- dico assottigliando involontariamente gli occhi e stringendo le dita fino a che non sento le unghie tocare la pelle e sprofondarvi. Probabilmente rimarrano dei segni ricurvi e rossi sui miei palmi. -Mi stavo nascondendo da lei, e mi ha detto che sapevo cosa sarebbe successo se continuavo a disubbidire-.
-E lo sai?- domanda Silente con serietà.
-Cosa succede se disubbidisco?- domando, ricevendo un segno di assenso da parte dell'uomo. -Ehm...credo di sì. Quando ha fatto quei tagli sulla mia schiena aveva detto qualcosa di simile. Diceva che non mi avrebbe fatto nulla se non gliene avessi dato motivo-.
-E immagino tu non la abbia ascoltata- fa Piton stringendo gli occhi, credo se la sia presa per come mi sono ridotta prima di accetare il suo aiuto.
Decido di ignorare l'uomo dai vesti scuri e riprendo il mio discorso. -Il quinto era quello del fischio, ma lì non è cambiato nulla. Mentre gli ultimi due si sono uniti, quello della chiave e quello dell'uomo che urla, credo di aver visto la chiave prima di essere spinta a terra, e credo che sia proprio lui a farlo, a spingermi intendo, visto che sono i suoi occhi l'ultima cosa che ho la possibilità di vedere prima di cadere- stendo gli angoli della bocca finendo di parlare.
-Non vedi altro?- domanda freddo Piton. -Una persona, un dettaglio che ti suggerisca il luogo in cui ti trovi?-.
-Bhè...non saprei, potrebbe essere casa di Draco, ma non ne sono sicura, il parquet era molto simile- abbasso lo sguardo, forse è sbagliato omettere che penso gli occhi siano di Lucius Malfoy, ma lui lo conosce, e non riesco ad essere sicura che sia dalla nostra parte.
"Non devi dirlo per forza"
Dovrei invece, è il padre di Draco.
"Ma merita di essere avvertito?"
No, ma...
"È la tua occasione per dirlo, o non dirlo, prima che ti possa pentire della tua scelta"
Trattengo il respiro per un'istante.
Basta dire che non credi ci sia altro.
-Non...- sussuro. -Non credo...-.
-Smetti di sussurare e parla normalmente- dice la voce arrabbiata di Piton.
-Non credo sia Villa Malfoy- dico più forte. -Ne sono praticamente certa, e l'uomo è sicuramente il padre di Draco-.
Lo sguardo dei due uomini si incrocia per un'istante, mentre sembra che loro riescano a comunicare col pensiero.
-Grazie per assermi venuto a cercare, Mary- parla la voce gentile di Silente. -Ma credo sia meglio per te se torni al tuo dormitorio ora, tra qualche ora dovrai di nuovo alzarti per le lezioni, ed è meglio se riposi- sorride. -Il Professor Piton ti riaccompagnerà di sopra, per evitare che qualcuno ti tolga punti perchè ti trovi fuori dal dormitorio-.
È Piton che di solito mi toglie punti.
-Certo, Signore- annuisco io leggermente scossa dal veloce congedo, prima di seguire Piton che si dirige già verso l'uscita.

Mi stringo nelle braccia mentre, senza una parola, procedo lungo la scalinata, affiancata dell'uomo più cupo dell'intero castello.
Ovvio, non potevo trovare Silente con una persona gentile come Hagrid.
Sento i brividi correre sulla mia pelle.
-Dovresti coprirti di più- mi legge nel pensiero Piton.
Dovresti farti i fatti tuoi.
-La malattia non è una scusa sufficente a saltare le lezioni di Occlumanzia-.
Non può importarmi meno di così, continuo ad ignorarlo.
-Rispondi- dice serio e leggermente alterato.
Alzo gli occhi al cielo, sapendo benissimo che non può vedermi. -Cosa dovrei dire?- dico senza lasciar trasparire il mio disprezzo per quest'uomo. -Non mi sono mai ammalata- alzo le spalle arrivando davanti al quadro e biascicando la parola d'ordine.
-C'è sempre una prima volta- fa lui freddo.
Che cosa carina da dire.
-Grazie- alzo di nuovo gli occhi al cielo entrando in Sala Comune.
Sembra quasi una minaccia detta così.  

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora