Notte insonne

1.5K 87 15
                                    

Socchiudo gli occhi, sentendo il mio corpo intorpidito, solo e freddo nel grande letto della camera da Grifondoro. Nonostante i brividi che percorrono ogni mio osso la pelle è umida e ricoperta, a tratti, da piccole goccioline di sudore, mentre il mio ultimo urlo rimbomba ancora nelle orecchie e tra le pareti.
Fortunatamente ho convinto le altre a ricominciare ad utilizzare i tappi per le orecchie, è bastato svegliarle un paio di volte.
Gli occhi analizzano stanchi le tende del baldacchino, scendendo lentamente verso il comò, situato alla mia destra. É troppo buio per poter vedere l'ora, ma scommetto che è a mala pena mezzanotte.
Stendo il braccio oltre il bordo e lentamente apro la mano, con ancora gli occhi socchiuso. Una piccola fiammella inizia a danzare dal nulla, gettando fasci di luce gialla nel raggio di una ventina di centimetri da lei, quello che basta ad illuminare il piccolo quadrante dell'orologio magico.
Mancano una decina di minuti all'una di notte.
Chissà quante altre volte rivedrò quelle cose, solo in questa notte.
Mi rigiro scossa da un tremito, stringendo a me le coperte con forza e serrando gli occhi. Domani mattina non sarò per nulla attiva.

Con un gesto deciso strappo la catenella dal mio collo, liberandomi da quella tortura soffocante.
La gola brucia.
I polmoni bruciano.
Cerco aria.
Ma respirare è quasi peggio.
Anche le ossa del collo sono doloranti.
Ho fatto troppo forte?
Le ginocchia tremano sotto il mio peso.
Malamente cado a terra, impattando col duro pavimento.
Le ginocchia fanno male, come se le ossa si fossero spezzate.
Lo specchio già davanti a me.
L'uomo calvo e dai tratti serpentini mi osserva chiuso nello specchio.
Si piega verso di me.
Sorride.
Mostra i denti aguzzi, felice del dolore che provo.
-Voglio te- dice la sua voce, senza che lui debba aprire le labbra.
L'immagine si tinge gradualmente di rosso.
Chiudo gli occhi, mentre due grandi gocce straboccano.
Premo le mani sugli occhi, mentre il liquido denso cola sulle mie guance.
Urlo.
Urlo col fiato che non credevo di avere.
Le gambe scalciano.
La schiena si inarca sul pavimento.

Il solito fumo nero come di consueto mi avvolge e invade, portando con se solievo e pace.

Voldemort punta i suoi occhi rossi nei miei, con molta attenzione.
Così lontano, ma così vicino.
Fiero abbandona la posizione piegata, rivelando il corpo esanime di una donna.
Il volto contratto di Lily Evans è coperto da ondeggianti ciocche di capelli rossi.
Una luce verde mi acceca.

Fumo.

-Mary....Mary!- urla quell'orribile voce divertita di donna. -Mary...Mary...Mary! Vieni qui, non scappare! Sai che succede se non obbedisci! Mary!- divertita e furiosa.
Le mie dita corrono sulla bocca.
Sto ansimando.
Mi sentirà...
Panico.
Sento solo panico.
Rannicchiata su me stessa.
Al buio.
Nascosta.
-Mary...esci fuori, Mary!- grida ancora la donna, con voce più chiara e arrabiata.
Il sangue si congela.
La testa fa male.
Le ossa tremano.
Bellatrix Lestrange chiama ancora il mio nome.

Chi occhi si socchiudono ancora, la mente ancora confusa che passa dal soffitto in pietra alle tende, mentre alcune ombre si muovono agitate intorno a me.
Forse ho urlato troppo forte...

Silenzio.
Solo il rumore di alcuni passi.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Una teiera fischia in lontananza.
Passi.
Il fischio sempre più forte.
Passi.
I passi sono i miei.
Il fischio si fa sottile e svanisce.
Silenzio.

Fumo nero mi circonda.

Presto cadrò.
Me lo sento.
Sono in bilico.
Solo che...cosa determinerà la mia caduta?
Mi sento instabile.
Oscillo pericolosamente, mentre la piccola chiave si muove davanti a me.
Oscilla.
Come me.
Siamo uguali.
No.
Del sangue la sta macchiando.
Due occhi rossi lampeggiano nei miei, appena oltre quel filo argentato.
Cado.
Trattengo il respiro colpendo il pavimento scuro, dove mi hanno raggiunta le gocce rosse.
La forma irregolare di quelle macchie mi attira.
Forse anche troppo.
Urla soffocate alle mie spalle.
"Non voltarti".
Il mio corpo si muove.
Nei miei occhi si specchiano negli occhi grigi e stanchi di un uomo.
Mi implora.
Urla.
Urlo.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora