Un incubo dal retrogusto di sangue

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Inizio a percorrere il lungo corridoio nero più tranquilla del solito.
Non può vedermi nessun'altro.
Deglutisco e il gusto del sangue mi percorre, è quasi...piacevole.
Aprendo appena la bocca riesco a percepire qualcosa.
C'è qualcuno davanti a me.
È a terra, sembra morto.
No...
È ancora vivo...
Posso anche lasciarlo qui, ho cose più importanti da far...
Con un gesto fulmineo l'uomo si alza.
Mi sovrasta.
È enorme.
Non ho idea di come ci riesco ma mi sollevo e in un'attimo lo raggiungo.
Lo colpisco.
Ancora.
Ancora.
Sento la bocca sporca di sangue e il naso imprignato del suo odore.
L'uomo è a terra ora.
Grida per il dolore riempiendomi le orecchie di quel rumore assordante.
Sento il sangue colare sino alle spalle e poi mi abbasso di nuovo.
L'uomo è in una pozza di sangue rosso che sporca i capelli dello stesso colore ma di una diversa tonarilà.
La testa comincia a farmi male come se dovesse esplodermi.
Devo andare avanti...

Il signor Weasley...era nel mio sogno...

Sento ancora l'eco delle mie urla quando apro gli occhi.
La prima cosa che incontrano sono quelli grigi di Draco che mi tiene ferma per le spalle, sono spalancati, due enormi crepe profonde e allarmanti.
Lo vedo urlare ma non lo sento, così mi giro su un fianco, sotto di lui, e mi prendo la testa con le mani emettendo versi strozzati che non riesco a controllare.
C'è qualcosa che non va...
Sento la mia concentrazione perdersi e ritornare velocemente in un susseguirsi di tremiti imprevedibili.
Forse è solo uno scherzo della mia mente, ma per un'istante la poca luce che c'è trema, minaccia di spegnersi.
Non voglio perdere il controllo.
-Rispondimi! Cosa devo fare?- la voce di Malfoy mi raggiunge ma la testa sta per scoppiare e mi stringo le gambe al petto chiudendo gli occhi e facendo attenzione a non crollare.
Sento il peso del biondo venire meno e lo osservo mentre si togli frettolosamente il pigiama per entrare nei pantaloni e nella camicia della divisa.
Mi si avvicina di nuovo e tenta di circondarmi con le braccia. -Andiamo...-.
-No...- riesco a sussurrare.
Non voglio muovermi.
Non voglio alzarmi.
-Ti prego- dice lui e io mi lascio convincere a passargli un braccio dietro il collo. -Sì...così...-tenta di incoraggiarmi prima di sollevarmi staccandomi dal letto caldo e accogliente.

-Dove stiamo andando?- chiedo in un soffio, il freddo dei corridoio a contatto con la mia pelle umida di sudore mi ha riscossa.
-In infermeria- risponde secco.
-No...- sussurro.
-Sei bollente- mi risponde continuando a camminare.
Stringo la sua camicia bianca. -Lo so, ma non ci voglio andare...-.
-Non abbiamo molte possibilità...- non mi gurda nemmeno in faccia.
-Mettimi giù- dico io cercando di riordinare le idee. -Ce la faccio...-.
Lui si blocca di colpo e mi osserva attentamente prima di lasciare che i miei piedi tocchino terra.
Mi stabilizzo sul pavimento freddo e il martellio nella testa ricomincia, sento il gusto del sangue in bocca, e senza nemmeno lasciare la stretta sulla camicia di Draco mi piego in due e vomito sul pavimento di pietra.
-Mary?- la voce di Draco è allarmata.
Sento caldo e quasi cado. Ma allontanandomi dal biondo inizio a camminare lentamente appoggiata al muro e lo sento seguirmi.
Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo tutto quel sangue e...
No...
-Non era solo un sogno...- sussurro senza fermarmi, non so nemmeno io dove sto andando.
Quando sento di nuovo quel sapore disgustoso mi premo una mano sulla bocca e alzo lo sguardo verso il soffitto, non voglio che succeda un'altra volta.
-Draco...- lo chiamo sperando che mi senta.
-Sono qui- dice appena sfiorandomi la spalla.
-Portami dal preside...-.
-Sei sicura?-.
Annuisco scuotendo violentemente la testa. -Sicura, dì che mi hai trovato già così, in corridoio di sotto, dì che non sapevi che fare-.
-Va...va bene- dice poco convinto afferrandomi per il braccio e aiutandomi a camminare.
-Poi vattene...- aggiungo.
-Ma...-.
Il mal di testa sta diminuendo e mi è più chiaro quello che succede. -Niente ma. Ricordati che tu mi odi...-.
Lo sento annuire impercettibilmente e stringere leggermente la presa.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora