Uscita notturna

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Apro gli occhi avvolta dal buio che regna nella camera da letto contraddistinta dai colori dei Grifondoro.
Nessun sogno, nessun incubo e la pozione di Sirius ancora sul comodino. Non durerà ancora a lungo, forse un'altro paio di volte.
I miei occhi si abituano lentamente all'oscurità e mi permettono di distinguere le tende e la struttura del letto a baldacchino su cui sono sdraita, mi alzo mettendomi lentamente a sedere, stiro la schiena e porto le braccia a stendersi sopra la testa. Scosto le coperte e silenziosamente scivolo fuori la letto caldo e accogliente per posare le piante dei piedi sul pavimento ghiacciato, senza alzarmi mi spoglio lasciando ricadere il pigiama sul letto e sciogliendo i capelli, che ritornano disordinati sulle mie spalle. In pochi istanti metto dei pantaloni da ginnastica, una maglietta, delle semplici scarpe di tela e una felpa nera dotata di un cappuccio che alzo subito coprendo i lunghi capelli che vi faccio ricadere dentro. Stiro un'altra volta braccia e schiena, fino a che uno scricchiolio delle mie ossa mi fa venire la pelle d'oca, punto la porta, e dopo aver controllato che siano tutte immerse nei sogni, la prendo ed esco.
Ho voglia di torare a correre ormai da parecchi giorni, e con correre non intendo la fuga che ho messo in pratica ieri per tutto il castello. Dall'ora di pranzo fino a quando non mi sono chiusa in camera mia, ho passato il tempo a scappare da occhiate e domande di studenti e dallo sguardo di Malfoy, che man mano è diventato sempre più infuriato. E credo che la sua rabbia sia anche dovuta alle due volte che gli sono sfuggita, quando mi aveva praticamente accerchiata.
La luce sulle scale del castello è fiocca e io per l'ennesima volta non sto facendo caso a dove vado, quindi abbasso in fretta lo sguardo sui miei piedi e poi lo rialzo lentamente. Sono in prossimità della Sala Grande e del enorme portone di entrata al castello.
Batto un pugno sulla grande porta e sospiro rumorosamente.
Che ore sono? Perchè il portone è ancora chiuso?
Impreco a denti stretti e torno sui miei passi, verso le scale. Abbasso gli occhi sui gradini e sussulto alla vista di una chiazza scura che si muove furtiva.
Un passo in dietro e la bacchetta è già sfoderata, e la mano pronta a scattare.
-Lumos- sussurro e subito una fiocca luce bianca mi circonda permettendomi di vedere intorno a me. Mrs Purr mi guarda con i suoi grandi occhi gialli, provocandomi un brivido che percorre la colonna vertebrale.
-Stupido gatto- mi accuccio senza distogliere lo sguardo. -Il tuo stupido padrone è qui intorno?- domando ottenendo in risposta solamente un miagolio. -Come sospettato...- gli faccio una smorfia fingendo di aver capito.
La luce della lanterna dell'uomo non si vede da nessuna parte, ma solitamente non è mai molto lontano. Il gatto miagola nuovamente, ma più forte della volta precedente.
-Piantala- dico io roteando gli occhi e cominciando a risalire le scale. -Nox-.
Un'altro miagolio mi segue per la scalinata innervosendomi. Tento di ignorarlo ma la cosa non è poi così semplice visto che ha cominciato a farlo a ripetizione.
Ancora un paio di rampe e sarò al quadro che mi porterà circa tre piani più in basso e probabilmente riuscirò a seminare quest'insopportabile gatto.
-Mrs Purr, dove sei?- sento la voce di Gazza suonare sotto i miei piedi. -Hai trovato qualcuno, tesoro?-.
Il gatto miagola più forte alla voce del suo padrone e in un istante le mie gambe scattano su per le scale saltando letteralmente gli scalini. Mentre corro rimango il più vicina possibile al muro per evitare che mi si possa vedere da più in basso, e quando trovo il quadro mi ci intrufolo dentro senza pensarci troppo.
Il cunicolo è stretto e buio ma in un'istante trovo l'uscita, che mi porta in un corridoio vuoto e illuminato solo per via delle grandi vetrate che lo percorrono interamente. Mi affretto a spostarmi, ho appena raggiunto la fine del corridoio quando l'eco di alcuni passi mi fa venire i brividi, la bacchetta è stretta ancora nella mia mano e con un movimento rapido crea un'incantesimo.
-Animagus- sussurro agitata.
Nulla.
I passi sono di più persone, penso due.
-Animagus-.
Nulla.
Impreco, oggi con i gemelli prima di andare a dormire sono riuscita a farlo.
-Animagus-.
I passi sono più vicini.
-Animagus!- dico appena più forte e finalmente una strana sensazione mi avvolge e in un'istante divento molto più bassa e piccola.
Le mie zampe si muovono velocemente verso il muro e in un'stinte scalo la parete di pietra. Sotto di me passano due figure vestite di nero, una, la più alta, ha i caelli neri e piuttosto lunghi, e ha stretta nella mano la bacchetta che rilascia una luce bianca non troppo forte; l'altra ha i capelli biondi tirati indietro e indossa la divisa scolastica dei Serpeverde in modo ordinato, la sua espressione è contratta e arrabiatta, mi ricorda quella di un bambino capriccioso in cerca di attenzioni.

Respiro affannosamente e mi piego in avanti presa dall'impulso di vomitare, ma non lo faccio. Mi appoggio con una mano al tronco dell'albero al mio fianco, stringo con forza la corteccia resistedo a qualche colpo di tosse. Raddrizzo la schiena e faccio qualche respiro profondo osservando il cielo.
Ho esagerato, non avrei dovuto spingere così tanto. Sentivo i polmoni bruciare ma le gambe non potevano smettere.
Il vento freddo mi scompiglia i capelli, sfuggiti già da parecchio al cappuccio nero della felpa. Sento la pelle d'oca formarsi sulle mie braccia e lo stomaco brontolare sonoramente.
Penso sia meglio tornare al castello.
Inizio ad incamminami lentamente verso l'antica struttura, stringendomi nella felpa per non prendere troppo freddo.
Non appena entro dal grande portone sento un piacevole tepore, e mi dirigo in fretta alla torre Grifondoro dove mi cambio indossando la divisa e costringendo i capelli in uno chignon disordinato piuttosto alto. Scendendo le scale per raggiungere la Sala Grande intravedo una testa famigliare. Capelli neri scompigliati e occhiali rotondi.
-Harry!- lo chiamo cercando di raggiungerlo, mentre schivo un gruppetto del terzo anno.
-Harry- gli sfioro la spalla e lo vedo sussultare prima di poter incontrare i suoi occhi verde smeraldo.
-Oh ciao Mary! Hermione, Fred e George ti cercavano prima- dice sorridendomi.
-Ero a corerre- alzo le spalle. -Come mai con sei con gli altri?-.
-Ehm...Ron ed Hermione dovevano fare qualcosa che aveva a che fare con il fatto che sono prefetti, Fred e George hanno detto che ti andavano a cercare in Sala Grande, Ginny e Neville già non c'erano-.
Annuisco e guardo i miei piedi mentre scendiamo gli ultimi gradini insieme.
-Harry?- domando indecisa.
-Sì?- risponde lui tranquillo.
-Tu da quanto lo sapevi?-.
-Non molto più di te, forse un paio d'ore-.
Annuisco ancora, prima di parlare. -Te li ricordi? I nstri genitori, intendo...-.
-Non molto, ma ho diverse foto di sopra- mi sorride, ma poi si intristisce appena. -Se vuoi più tardi te le mostro-.
Ormai anche lui deve aver capito che i nostri genitori non mi piacciono affatto.
-Certo- mi sforzo di sorridere. -Mi racconterai qualcosa di più anche sui Dursley?-.
Annuisce mentre entriamo in Sala Grande. -Certo, ma non credo ti piaceranno-.
-Me li farò piacere- sorrido ancora.
-Bhè...buona fortuna allora- ridacchia.
Lo seguo ridacchiando a mia volta.
Sono felice che sia lui mi fratello.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora