Specchio dell'anima

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Apro gli occhi immersa nell'oscurità della stanza, la coperta non riesce a scaldare il mio corpo e sento le braccia ghiacciate mentre le stringo al petto. Mi metto a sedere, le altre dormono tranquille coperte fin sopra la testa, libero le gambe e mi alzo in piedi. Non appena raggiungo una posizione eretta la gola brucia e l'aria mi manca, mi piego in due non riuscendo più a respirare. Le dita si muovono da sole raggiungendo la chiave e liberando il collo quando già mi trovo in ginocchio, il solievo è immediato e i polmoni si riempiono d' aria fredda e leggera.
Mi sollevo abbandonando la catenella e la chiave sul pavimento freddo, ma non riconosco più ciò che mi circonda, i letti sono spariti così come le persone che contenevano, la stanza in cui mi trovo è grande e circolare, senza finestre nè porte.
Chiudo gli occhi e sospiro, quando li riapro davanti a me c'è un enorme specchio con la cornice lavorata da mani esperte, i confini della stanza sono impossibili da vedere.
Fisso la mia immagine nello specchio, ho una camicia nera chiusa in modo ordinato, i bottoni in legno sono stati lavorati e cuciti con cura, le scarpe anch'esse lucide sono scure, le calze ferme appena sopra il ginocchio e la gonna di un verde intenso ma non brillante, anzi, abbastanza cupo. Abbasso lo sguardo sul mio corpo, indosso il pigiama.
Torno allo specchio, confusa.
Sobbalzo, non sono più io la persona riflessa.
Un'uomo alto mi guarda con gli occhi ignettati di sangue, sorride divertito dando ancora più risalto ai tratti serpenteschi e alla pelle bianchissima. Si scosta leggermente mostrandomi nuovamente la mia immagine con la mano, è identica a prima ma più seria e gli occhi sono chiusi.
La imito serrando le palpebre, ma non appena si riaprono trovano altri due occhi scuri nei qualli riflettersi alla perfezione.
Sono più rossi, però, come le righe che si formano sulle guance sotto di loro.
Solo in un secondo momento realizzo che è sangue, in quel preciso istante il fiato manca di nuovo.
Cado a terra.
Tremo.
La vista annebbiata dal liquido rosso.
Le mani alla gola.
Le gambe scalciano.
La schiena si inarca.
Il buio mi circonda in un secondo.

La mano destra corre subito alla gola, calda, sudata e inaspettatamente poco famigliare. Manca qualcosa...la chiave.
Sento salire ancora di più il panico e salto, letteralmente, giù dal letto. Non appena tocco il pavimento qualcosa di freddo mi punge la pianta del piede, riaquisto la lucidità improvvisamente e inizio a saltellare su un piede solo, in modo molto ridicolo. Impreco sottovoce e afferro la bacchetta infuriata, -Lumos- dico a denti stretti puntandola sulla zona incriminata.
La luce fiocca dell'incantesimo rivela la catenina di ferro accompagnata dalla chiave, la raccolgo velocemente rimettendola al suo posto prima di rendermi conto di averla ritrovata nello stesso punto in cui la avevo abbandonata nell'incubo, le mani corrono sulla bocca a soffocare l'urlo che muore nella gola secca, senza il minimo rumore.
Mi giro cercando lo specchio, ma la stanza è normale, i letti sono al loro posto, i bauli, la finestra e la porta si vedono chiare. Respiro a pieni polmoni ed entro in pochi secondi in una felpa col cappuccio, dei pantaloni da ginnastica e delle scarpe comode.
La bacchetta scivola nella tasca davanti della felpa mentre attraverso il quadro della Signora Grassa che si lamenta vedendomi uscire.
-Signorina! Dove stai andando! È presto per uscire!- la ignoro. -Torna qui!-.
Corro fino alla porta di ingresso del castello senza fermarmi un attimo, è aperta.
La attraverso immergendomi nelle prime luci dell'alba, l'aria è fredda e pungente, mi fermo un'istante a contemplarla prima di cominciare a correre.
Arrivo in fretta ai limiti della foresta, non riesco a resistere e aggrappandomi ad un'albero urlo, urlo con tutto il fiato che ho in gola, con tutta l'aria che trovo nei polmoni.
La gola brucia all'istante ma lo sfogo è impagabile.
Mi lascio scivolare lungo il tronco, aspettando che il sole sorga facendo capolineo all'orizzonte, rilasso i muscoli e svuoto la testa.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora