-Non è andata così male, no?- sussura Draco al mio orecchio. Non riesco a capire come ogni volta, che ci troviamo da soli, riesca a convincermi che sedermi sulle sue ginocchia sia una buona idea.
Improvvisamente avampo e mi alzo indispettita, è andata parecchio male, avrò preso una nota su venti. -Ero fuori tempo- borbotto spostandomi di qualche metro verso l'armadio, trovandolo improvvisamente interessante. -E di parecchio-.
So bene che ha alzato le spalle, anche se non lo guardo. -Non è vero- dice, mentre le mie orecchie sentono che lo sgabello viene spostato,segno che si è alzato. -Hai retto per buona parte della sinfonia- le sue braccia mi circondano da dietro, incrociandosi sulle mie. Lo ignoro quando strofina il naso sulla mia guancia e la bacia con delicatezza, prima di scendere e fare la stessa cosa con mandibola e collo. So bene che cerca di provocarmi, so che se reagisco vincerà lui, ma succederà la stessa cosa se non lo faccio. Scontrosa o accomodante?
Preferisco scontrosa, mille e mille volte.
Con un verso strozzato inizio a contorcermi per sfuggire alla sua presa, nel momento esatto in cui le sue labbra morbide, fredde e delicate sfiorano l'angolo che si forma tra il mio collo e la spalla. Lui stringe la presa e deposia un bacio, più deciso, sotto il mio orecchio. -Draco...- mi lamento mentre finalmente riesco a separare le sue braccia e crearmi lo spazio sufficente per sfuggire al suo abbraccio stritolatore, ma a quanto pare non basta. Lui è riuscito ad afferrare il mio braccio, e ora con uno strano ghigno mi sta spingendo con le spalle al muro. -Scontrosa- mi rimprovera, cominciando a ridacchiare.
Lo sapevo...
-Istigatore- controbatto quando finalmente lascia andare il mio polso, senza però scostarsi o ridarmi il mio spazio personale. Lascio, così, che le mie braccia superino le sue spalle, fino a che le mie mani non hanno la possibilità di stringersi intorno a ciocche di suoi capelli, ancora tirati indietro e ben ordinati.
Tento di piegare le braccia per costringerlo ad avvicinare le sue labbra alle mie, ma lui oppone resistenza e posa le mani sui mie fianchi, per poi sollevarmi da terra, costringendomi ad un bacio simile a quello che ci siamo scambiati a San Valentino. Quando tocco terra il gusto alla menta si affievolisce e lui si separa, anche se di poco, da me. -Preferisco così- sussurra al mio orecchio dopo essersi piegato su di me.
-Manipolatore- protesto per la costrizione di poco fa.
Lui alza le spalle e si volta allontanandosi da me. -Scommetto che la scorsa notte non hai dormito, quindi cosa ne dici se smettiamo momentaneamente di dedicarci a questa attività, e ci prepariamo per la notte?- mi sorride, voltando la testa dalla mia parte, una volta raggiunto l'armadio, ormai dall'altro lato della stanza.
-No, un pò sono riuscita a dormire- dico, prima di considerare l'altra parte della sua frase. -Anche se non volessi, mi costringeresti a farlo comunque, Manipolatore- lo faccio ridere di gusto, mentre apre l'armadio, si toglie la tunica nera e si sfila il maglione della divisa dalla testa.
-Non potrei mai!- mente spudoratamente, il suono della sua voce attutito dal tessuto del maglione.
Distolgo lo sguardo imbarazzata quando sfila anche la camicia, in ogni caso non credo sia carino fissarlo. Non riesco a capire perchè con lui sia così, mi è capitato diverse volte di vedere ragazzi praticamente nudi, a volte negli istituti è possibile che facciano camerate miste, e non mi sono mai sentita a disagio. Forse e perchè non conoscevo quei ragazzi, o forse perchè non erano così...così...Draco.
Sento il ragazzo avvicinarsi lentamente a me. -Puoi guardarmi se vuoi- la sua voce è seria e gentile. -Per me non è un problema- accarezza la mia guancia destra con le dita, mentre io continuo a non muovere gli occhi dalla parete non lontana, e le sue finestre lunghe e strette.
Oh, lo so bene che per te non è un problema! Me ne sono accorta dopo tutte le volte che sei tornato dalla doccia gocciolante e con solo un'asciugamano legato in vita.
I miei occhi si muovono di pochissimo, finendo sul pavimento dove incontrano la stoffa scura dei suoi pantaloni abbandonata senza cura. Sotto le sue dita sento la mia pelle ardere, quando mi rendo conto che molto probabilmente è in piedi davanti a me, con solo le mutande indosso.
La sua risata nervosa arriva alle mie orecchie quando imbarazzata faccio involontario un passo indietro trovando il muro ad ostacolarmi. -Va bene, ho capito, mi metto qualcosa addoso-.
-Forse è meglio- dico in un soffio, sicura che nemmeno lui mi abbia sentito.
Quando i miei occhi tornano su di lui noto il suo cipiglio concentrato su di me, indossa i pantaloni, ma è ancora a torso nudo, mostrando senza quasi accorgersene i lividi sulle braccia e quello sotto la clavicola. Credo di dovermi accontentare.
-Qualcosa non va?- domando io.
-Sì- alza le sopracciglia e risponde in tono ovvio. -Non hai il pigiama, non ho pensato a questo particolare, quando ti ho "manipolata" per farmi seguire- piega le dita amezz'aria.
-Perchè pensi?- la mia domanda viena completamente ignorata, mentre lui contina a fissarmi, la testa retta da una mano posizionata sotto il mento, mentra l'altro braccio si incrocia sul petto. -Non fa nulla Manipolatore, posso dormire anche con...-.
-Con?- chiede improvvisamente lui irrigidendo la schiena. -Non vorrai dormire con la divisa? Domattina sarà tutta stropicciata, e se stai con me non puoi andare in giro conciata come una stracciona...- fa un'espressione disgustata.
-Ma Dr...- cerco di protestare.
-Niente ma, il Manipolatore,a quanto dici, sono io e con quella, tu non ci dormi. Di sicuro non avrai il tempo di andare di sopra a cambiarti domani, rischieresti un ritardo e dovresti spiegare troppe cose a troppe persone-.
-E cosa dovrei fare, allora?-.
Sul suo viso si accende un ghigno malizioso, mentre si avvicina. -Toglierla- mi fa arrossire. -E io potrei togliere di nuovo i miei pantaloni, così saremmo pari e non avresti ragione di sentirti in imbarazzo- ferma il mio viso con una mano per costringermi a guardare quelle lastre di ghiaccio.
-C...cosa?- balbetto sempre più rossa.
-Sto scherzando- ridacchia sinceramente divertito a pochi centimetri da me prima di allontanarsi, di nuovo diretto all'armadio. -Ma, davvero, non puoi dormire vestita così- detto questo mi lancia la parte sopra di uno dei suoi pigiami. -È nuovo, ed è già grande per me, quindi credo che quella parte basterà per coprire tutto- ridacchia ghignando di nuovo in modo malizioso. -Forse coprirà anche troppo-.
Abbasso gli occhi sulla stoffa che stringo tra le dita, morbida e probabilmente molto calda.
-Dai- si gira verso l'armadio richiudendolo. -Non guardo- la sua voce è di nuovo seria e rassicurante.
Sospiro e sfilo lentamente la divisa prima di entrare nella grande camicia del pigiama di Draco, di cui arrotolo le maniche troppo lunghe, è veramente enorme, dubito potrà mai andargli bene. Tutto questo controllando che lui rimanesse col volto rivolto all'armadio.
-Fatto- sussurro.
Sorride quando si volta, evitando fortunatamente di fare commenti. -Vieni- mi invita in un abbraccio. Obbedisco e vado a stringere le mie braccia intorno alla sua vita, mentre lui circonda le mie spalle. Riesco a sentire il suo cuore che batte regolarmente nel petto, sotto il livido ora dal colore verdognolo, che lentamente si riduce.
Quando entrambi ci stendiamo sul letto le sue labbra tornano sulle mie e lentamente mi addormento, nonostante il suo corpo mi schiacci in parte sul materasso e il suo respiro fresco mi colpisca sul collo.
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Mary Lloyd, la chiave e il volto del male
FanfictionCosa succederebbe se Harry avesse una persona in più su cui contare? Cosa accadrebbe se quella persona gli assomigliasse più di quanto possa immaginare? Cosa se non fosse l'unico a sapere della sua esistenza? Forze oscure sono tornate a incombere su...