Notte

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-Via, la porti via subito!- grida la donna dai capelli rossi all'uomo che mi ha in braccio.
Strillo e vengo scossa da singhiozzi incontrollati mentre vengo condotta per un lungo corridoio, da pareti, soffitto e pavimento bianchi.
Comincia a bruciarmi la testa.

Fumo nero mi affusca la vista

Dita affusolate, quasi appuntite, si serrano sulla mia caviglia.
Ogni tentativo di ribellarsi e inutile.
Vedo il pavimento scorrere sotto di me inesorabile.
Le mie dita scivolano sul legno, protese in avanti alla ricerca di un'appiglio, che possa arrestare questa lenta agonia.
-Ti prego no! Non di nuovo!- grido fuori di me mentre vengo trascinata in una zona senza luce del grande salone di Villa Malfoy. -No!-.
La risata di Bellatrix Lestrange mi riempe le orecchie e io stringo istintivamente gli occhi non appena il coltello si posa sulla mia carne, pronto a tracciare la prima riga.
Mentre la pelle viene tagliata e il sangue caldo cola sui miei fianchi, per poi macchiare il pavimento, non emetto un suono.
Non grido.
Non piango.
Non mi oppongo.
La lascio fare.
Sento solo confusione, non dolore o spavento. Più che altro uno strano senso di smarrimento.
Alzo la testa verso la zona più luminosa della stanza e vedo l'uomo coi tratti da serpente mentre distratto accarezza i capelli di Draco Malfoy, in piedi al suo fianco.
I capelli del biondo si confondono con la luce lunare che penetra nella stanza dalla grande finestra alla sua sinistra, mentre Voldemort gli sussura sibilante alcune parole. -Sei stato molto bravo, Draco. Hai ridato onore alla tua famiglia, devi esserne fiero-.
-Lo sono- sono le uniche parole di ghiaccio che lasciano il volto inespressivo e fiero di Draco.

Del fumo nero offusca la mia vista mentre ogni suono e colore vortica cambiando gli scenari.

Il lungo corridoio di Villa Malfoy mi accoglie con la sua eleganza, mi da un senso di strana famigliarità che nonriesco ad evitare.
Lentamente slaccio i guanti in pelle nera che si stringono sui polsi e il mantello più scuro della notte all'esterno, li tendo all'elfo domestico appena comparso al mio fianco rivolgendogli un sorriso teso. -Mettili subito al loro posto, per favore-.
Annuisce e scompare.
Percorro il lungo corridoio con sicurezza senza perdere d'occhio le lunghe ombre che mi seguono.
Poso le dita sulla maniglia della grande porta che dà sul salone e faccio un profondo respiro prima di muoverla ed entrare.
Il silenzio spettrale mi fa gelare il sangue.
Ignoro la sensazione e abbozzo un sorriso guardando dritto negli occhi rossi dell'uomo seduto a capotavola. -Scusa il ritardo, c'è stato qualche piccolo imprevisto- prendo posizione sotto gli occhi di tutti i mangiamorte all'altro capo del tavolo, sempre a capotavola.
Alla mia sinistra ci sono Lucius e Narcissa mentre dall'altro lato è seduto Draco. Tutti hanno la testa bassa.
-Che genere di imprevisto ti ha costretta ad un ritardo di tre ore?- sibila l'uomo con gli occhi stretti, mentre le ombre che mi seguivano prendono posto tra i compagni.
-Okay, sei arrabbiato- constato con una piccola smorfia mentre il marchio sul mio avambraccio sinstro comincia a pizzicare. -Un gruppo di ragazzini babbani ci ha visti mentre eravamo in azione, e siamo stati costretti a seguirli e cancellare loro la memoria. C'è voluto molto perchè non potevamo usare magie che avrebbero creato ulteriori problemi o ferito quei ragazzini, sarebbe stato troppo complicato per loro spiegare ferite del genere-.
Mi muovo appena per poter vedere Draco in volto, e sfioro la sua mano stretta a pungo con le mie dita in un tocco leggero. Lui mi prende la mano e fa incontrare i nostri occhi prima che entrambi ci sporgiamo appena per darci un bacio semplice e casto a fior di labbra. -Ciao tesoro- sussurro dopo, senza interessarmi minimamente delle reazioni dei presenti.
-Bentornata- mi risponde lui teso, odia quando ci baciamo se c'è anche lui, ma è passato troppo dall'ultima volta.
Giorni, forse settimane.
I miei occhi incrociano nuovamente quelli rossi dell'uomo dall'altra del tavolo, la sua espressione è più rilassata ora. Prima che inizi il suo discorso chiedendo aggiornamenti sulla situazione politica, economica o magari sociale a vari presenti, vedo il suo maledetto serpente scivolare sul tavolo per poter osservare il suo padrone.
Stupido serpente.
Che schifo, glielo avrò detto mille volte che non lo voglio in casa mia, sul mio tavolo.

Altro fumo.

-Guarda...- dice una voce fredda e sibilante.
Tutto intorno a me è buio, ma la voce mi raggiunge come se fossi io a pensare.
-Guarda, cosa ne è della tua vita adesso? Le persone ti mentono come tu fai con loro, ti nascondono le cose...Guarda com'è stata la tua vita fino ad ora e come potrebbe diventare se solo tu ti unissi a me-fa una breve pausa, mentre io sento brividi in tutto il corpo. -Insieme potremmo fare grandi cose. Insieme conquisteremmo il mondo, saresti al mio livello e ti insegnerei tutto. Imparerai ad usare il tuo potere, a sfruttarlo al massimo- fa un'altra breve pausa come per darmi tempo di riflettere. -Oppure, puoi proseguire sulla tua strada e vedere tutto ciò a cui tieni sgretolarsi lentamente senza poterlo impedire...-.

Fumo nero e spesso mi circonda dandomi la sensazione di soffocare, mentre i miei occhi percediscono di nuovo luci e colori.

Sento le forze abbandonarmi mentre cado a terra, picchiando con forza ginocchia e palmi su un pavimento in pietra dall'aspetto elegante.
La stanza in cui mi trovo è semi buia ma non mi è difficile distinguere la sagoma di Malfoy che cammina lentamente verso di me con il suo consueto ghigno sul viso. -Oh, no Mary. Smettila di resistere- si china su di me e alzandomi il mento con due dita e mi punta la bacchetta alla gola. -Non rendere tutto così difficile, Mary. Lasciati andare- sussurra freddo e impassibile.
-Ti prego, Draco, non...- è la mia voce terrorizzata a parlare prima che un sibilo della sua mi chieda di tacere.
-Sei così facile da convincere- sorride ghignando. -Crucio- pronuncia l'incantesimo a pochi centimetri dalle mie labbra.
Un dolore acuto mi attraversa, mentre mille e mille lame si conficcano in ogni centimetro della mia pelle.
-Lasciati andare- lo sento ancora prima che le mie urla riempiano la stanza.

Le immagini vorticano ancora e io mi ritrovo nuovamente avvolta nel fumo.

Tutti mi guardano con delusione. Harry, Ron, Hermione, Sirius, Silente, Fred e George, Lupin, Tonks, Moody, la Signora e il Signor Weasley, la McGranitt e perfino Piton.
La testa di Sirius si muove appena, come a scaccia un pensiero. -Esci da casa mia...- si limita a dirmi passandosi una mano sul viso.
Rabbia e terrore si insinuano in me mentre lentamente mi volto e raggiungo da sola la porta di ingresso per sparire poi nell'oscurità, scesa all'esterno di Grimmauld Place numero 12.

Mi sveglio presa dal panico, la mia stessa mano si stringe sulle mie labbra per soffocare l'urlo che stavano per emettere, mentre il mio corpo si irrigidisce e scatta facendomi sedere sul duro materasso dell'infermeria.
Non appena la mia mano scende di nuovo posso sentire il mio respiro farsi sempre più irregolare, mentre il panico mi assale. Prendo la testa con le mani affondando le dita nei capelli, e rannicchiandomi di nuovo sul tessuto bianco cerco di frenare l'attacco di panico.
Sento i polmoni in fiamme mentre il cuore martella con forza nel petto
Devo calmarmi.
Come posso calmarmi, lui è entrato, è riuscito a vedere alcune cose, mi ha parlato.
Ne sono certa.
Non può succedere ancora.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora