Consigli ben accetti

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-Potter?- mi sorprende una voce alle spalle, facendomi sussultare. Un'istante dopo i muscoli si rilassano, mentre rconosco la voce, e io mi volto per incontrare lo sguardo interrogativo della McGranitt.
-Salve Professoressa- dico io sorridendo, come se non fossimo ben oltre il coprifuoco.
-Cosa ci fai qui, Mary? Dovresti essere al tuo dormitrio...- comincia ad accigliarsi ed usare un tono di rimprovero.
-Sì, lo so- faccio seria, interrompendola. -Ma stavo cercando lei, e visto che non la ho trovata, ho pensato di andare del Professor Piton, ma per fortuna lei arrivata giusto in tempo- faccio deformare la sua espressione in una preoccupata.
-Qualcosa non va? Cosa è successo?- chiede con una strana espressione, so bene che con altri studenti non avrebbe reagito così, la ho persino interrotta. Odia chi le parla sopra.
-Niente di grave, ma temevo di non riuscire a farlo ancora- apro istintivamente la mano, mostrando una piccola fiamma ondeggiante. Potrei guardarla danzare e mischiare i suoi caldi colori per ore, seguando lo spostamento delle piccole scintille che rilascia.
La magia si interrompe quando la McGranitt afferra la mia mano rigirandola e facendomi sussultare. -Che hai fatto alla mano?- gracchia la sua voce allarmata.
Abbasso lo sguardo sulla mano come se vedessi quei segni scuri per la prima volta e automaticamente nascondo l'altra dietro la schiena, anche se credo se ne sia già accorta. -Non è nulla- ridacchio nervosamente. -Ho fatto una cosa stupida coi ragazzi, ma non credo sia il caso che le racconti i dettagli...-.
-Invece, è proprio ciò che voglio sapere- incrocia le braccia, lasciando la mia mano. La mia bocca si apre, ma tutto ciò che ne esce è un verso strozzato. -E preferirei fosse la verità-.
Sospiro e aggrotto la fronte, imitando la sua posizione e imbronciandomi. -Ho colpito un muro-boffonchio.
Un'altra bugia la farebbe arrabbiare seriamente, e sono sicura la riconoscerebbe subito.
-Non borbottare, non riesco a capire ciò che dici- mi rimprovera. -Sai bene che non lo sopporto-.
-Ho colpito un muro- ripeto più forte. -Mi sono svegliata da un'incubo, ero arrabbiata e quasi non me ne sono resa conto- dico in fretta osservando i suoi cambiamenti di espressione. -Ma non ne voglio parlare...- sospiro, puntando gli occhi sul pavimento.
-Va bene- dice lei. -Credo che comunque sia meglio se ritorni nel tuo dormitorio, Mary-.
Forse mi ha creduta, o ha voluto credermi.
-Certo- dico mentre lei comincia a far strada verso la torre Grifondoro. -Sono riuscita a fare l'incantesimo, p...-.
-Ho visto- dice sorridendomi quando la raggiungo. -Sei sicura di voler provare qualcosa di nuovo, anche se non sei certa di poter ripetere quello vecchio?-.
Effettivamente non ha torto, potrei non riuscire a farlo altre volte.
-Bada al senso delle mie parole, non penso non riuscirai a riprodurlo. Silente è stato molto chiaro la prima volta che mi ha parlato della sua intenzione di insegnarti questo genere di incantesimi, la possibilità che tu perda il controllo su un potere del genere è più alta, rispetto a quelli verbali con l'ausilio della bacchetta. Questo ti è chiaro?- domanda una volta raggiunte le scale.
-Certo- annuisco ricordando ciò di cui ho parlato col Preside.
-Bene, allora immagino tu capisca che devi perfezionare ciò che mi hai mostrato prima?-.
-Sì- rispondo arricciando il naso.
-Bene- sorride amaramente. -Che cosa è successo alla Mary che ho conosciuto l'estate scorsa, quella sempre in cerca dei dettagli?-.
-Nulla- rispondo io. -Credo sia solo un pò stanca, ma non credo mi libererò mai di lei-.
-Bene, allora, direi che puoi migliorare la stabilità dei tuoi incantesimi, facendo assumere alla fiamma che produci forme precise e differenti, dalle più semplici a quelle più complicate e ricche di dettagli, so che è un buon esercizio per la mente- sorride. -E credo che dovresti inserire gli incantesimi nella tua routine quotidiana, non avere paura di usarli per attirare un libro a te, non c'è posto migliore in cui tu possa farlo-.
Annuisco alle sue parole con sicurezza, non manca molto alla destinazione, ma credo che insistere la possa fare arrabbiare.
Abbasso lo sguardo sui miei piedi e faccio silenzio, per tutto il tragitto. So bene che la McGranitt mi osserva, come so che si sta ancora interrogando sui segni che si sono formati sulle mie nocche, o su ciò a cui sto pensando. -Grazie per il consiglio Professoressa, mi eserciterò-.
-Bene- fa lei nascondendo i suoi pensieri preoccupati dietro all'espressione seria. Annuisco e mi volto per raggiungere il quadro, ma la mia attenzione viene richiamata da Minerva, un'altra volta. -Mary?-.
-Sì?- la guardo sorpresa.
-Sai che non mi piace vengano infrante le regole, e malgrado il grado di confidenza che abbiamo maturato quest'estate, non ti è permesso girovagare per i corridoi la notte, a meno che non si tratti di un' emergenza, una vera emergenza- sospira. -Avremmo potuto parlarne domani mattina-.
-Mi dispiace, non succederà più- mento spudoratamente. Anche lei sa che perfino domani notte potrei girovagare nei freddi corridoi.
-Bene- fa lei con un sorriso. -Buona notte, Signorina Potter-.
-Buona notte, Professoressa- ricambio io, sussurrando al quadro la parola d'ordine, che con un grugnito si apre.

-Mary?- richiede attenzione il sussurro di George alle mie spalle. Ci siamo appena stesi tutti e tre sul letto di Fred, mentre il russare sommesso di Lee già riempie la stanza.
-Sì?- domando la buio, stretta tra i gemelli, in un'abbraccio famigliare e protettivo. Rispetto a quello in casa di Sirius, questo letto, è più stretto per essere comodi in tre.
-Uno di questi giorni io e Fred ce ne andremo- dice serio.
-Che intendi?- agrotto la fronte rigirandomi verso il ragazzo, sul materasso morbido.
-Intende che ci divertiremo parecchio e faremo impazzire la Umbridge, per poi scappare dalla scuola- fa Fred.
-Perchè?-ridacchio all'idea di una Umbridge che corre spaventata e arrabbiata allo stesso tempo.
-Perchè la scuola non fa per noi, già era complicato sopportarla con Silente, ma con la Umbridge cosa ci impedisce di andarcene? Quella non vede l'ora, ma ancora non sa cosa la aspetta- sospira George in risposta.
Mi rigiro ancora, per tornare alla posizione originale. -Vi ci vedo, però dovete fare qualcosa di grosso, deve essere in grande stile!-.
-Degno di Fred e George Weasley- fa Fred.
-Hai la nostra parola- conclude l'altro.
-Avete già organizzato tutto?- domando sorpresa. -E non mi avete detto nulla?-.
Faccio ridere i gemelli. -Certo che non te lo abbiamo detto, anche gli altri non lo sapranno prima di domattina, non devono pensare che centriate qualcosa tu o gli altri, o finirete nei guai- inizia George.
-Nel senso...- continua Fred. -Guai ancora più grandi di quelli in cui vi siete già cacciati-.
-E cosa posso fare?- domando autometicamente.
-Nulla, ma vedi di essere in Sala Grande a pranzo- ride Fred.
-Non vorrai perderti lo spettacolo!- mi fa sorridere George stringendomi di più e facendo riecheggiare la sua risata nel mio orecchio.
-Non potrei mai- scherzo, mettendomi una mano sul cuore. Le risate si esauriscono lentamente, lasciando posto a un silenzio stanco e leggero, molto famigliare. Dopo alcuni minuti mi stringo di più nel loro abbraccio cercando di mettermi comoda. -Ragazzi?- sussurro.
-Sì?- soffiano loro all'unisono, le loro voci sono stanche, è probabile che già cominciassero ad addormentarsi.
-Per colpa vostra, quando ve ne andrete, non riuscirò più a dormire- sorrido nell'oscurità.
La loro risata è leggera, appena sussurata, ma mi fa sentire bene.

Ecco il primo capitolo dell'anno! Che ne pensate?
Se vi va passate a dare un'occhiata alle One Shot e lasciatemi un commento!

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora