Sensazione soffocante

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Entriamo nella stanza dei sogni di Harry alle sue parole: -Da questa parte, è lei!-.
Sfodero la bacchetta e seguo il ragazzo nella stanza, stringendo le dita sull'impugnatura come se potesse scivolarmi improvvisamente, mentre apro la mano sinistra alla stessa altezza, pronta a coprirmi il volto o innescare un nuovo incantesimo in caso di evenienza.
Non saprei come tornare al grande salone, mentre ci facciamo strada tra gli alti scaffali scuri, dove le sfere luminose di vetro riposano immobili. Ci siamo addentrati parecchio nel Ministero e la mia mente era troppo impegnata a controllare, preventivamente, ogni angolo per prestare attenzione al tragitto. Ho l'orrenda sensazione di essere osservata, quasi come se ogni mio pensiero fosse leggibile, alla mercè di chiunque.
Questo posto non mi piace e il mal di testa non aiuta.
Mi guardo intorno mentre la mia pelle ha un fremito e rabbrividisco per il freddo, faccio attenzione a non separarmi dal gruppo, ma cerco ugualmente di non rimanere troppo compattata agli altri, se succede qualcosa voglio essere pronta e reattiva, senza intralci alla vista o ai movimenti.
Ci muoviamo attenti lungo la fila cinquantatre, fino al suo limite. -Dobbiamo andare a destra- dice Hermione in un sussurro intimorito a cui tutti annuiamo, mentre lei si guarda intorno. -Sì, lì c'è la cinquataquattro-.
-Tenete le bacchette pronte- dice Harry facendo soffermare i suoi occhi nei miei, prima di iniziare a spostarsi verso destra, tra le alte file di scaffali.
Il silenzio cala sul gruppo sino a che non arriviamo alla fila novantasette, uguale a tutte le altre.
Vuota.
In questa fila non c'è nulla di diverso dalle precedenti.
Harry non si ferma, continua a camminare, sostiene che da qui non si possa vedere, che bisogna arrivare in fondo, ma noi procediamo e non c'è nulla di nuovo.
Nella mia testa suona un forte campanello di allarme.
Qualcosa non mi torna.
Qualcosa non va.
Questo posto non mi piace per niente.
Harry non può aver sbagliato, non poteva essere solo un sogno.
"Allora dove sono?".
-Zitta...- sussurro a me stessa, senza che gli altri possano sentirmi, odio quella stupida voce interiore, sventa tutte le mie idee e le mie convinzioni.
-Harry?- chiama la voce di Ron quando torno alla realtà. -Hai visto questo?-.
-Cosa?- fa mio fratello visibilmente in ansia avvicinandosi al rosso, come fanno tutti gli altri.
-C'è il tuo nome qui sopra- indica una delle sfere che emette un fiocco bagliore grigiastro.
Io rimango immobile, non riesco a muovere un muscolo, risco solo ad osservare il ragazzo, qualche metro avanti a me, afferrare il piccolo globo, circondato dagli altri ed immerso nel silenzio più totale.
Quella sensazione orribile che ancora preme con forza sulle mie spalle.
Ed ecco che quella voce, che poco fa ho zittito, trova la conferma in un'altra che risuona chiara in un punto imprecisato alle mie spalle.
-Molto bene, Potter. Ora girati, gentilmente e lentamente, e dammela- automaticamente scatto in avanti alla voce fredda e incredibilmente familiare, e mi volto, bacchetta alzata, pronta a fronteggiare il nemico. Più vicina al mio gruppo mi sento molto più sicura ora. -A me Potter- si fa avanti la voce nell'oscurità, fino a che non riusciamo a distinguere la sagoma di Lucius Malfoy, stagliarsi incapucciata e sicura su di noi. La mia pelle ha un fremito e rabbrividisco quando incrocia i miei occhi e con un ghigno mi fa un cenno, come in saluto. Non posso fare a meno di rivedere il figlio in lui, così simile in tutto. Arrivo quasi a sentire quella sensazione di imbarazzo che a volte provo nei confronti di Draco, quando mi guarda con quegli occhi, riuscendo a vedere ogni parte di me.
"Lui non ti conosce come Draco" mi rassicura la voce. "Draco è molto diverso da lui".
L'unica reazione che ho è quella di sgranare appena gli occhi al suo gesto, cosa che fa allargare il suo sorriso malevolo.
-A me- ripete l'uomo facendo un altro passo, mentre anche molte altre forme più o meno simili alla sua si delineano intorno a noi.
-Non muovere un altro passo- scatta la mia rabbia in parole sussurate tra i denti, mentre una luce si accende sulla mia mano sinistra, creando la piccola fiamma, pronta a crescere e travolgere chiunque sul suo cammino. Non sono indifesa come la scorsa volta, non la sarò mai più.
La cosa non sembra sfiorarlo minimamente, ma il suo sguardo torna su di me curioso e appagato. Ora ho la sensazione che ogni cosa faccia sia controproducente.
-Dov'è Sirius?- fa la voce seria di Harry, attirando di nuovo su di se lo sguardo dell'uomo, ma anche le sue parole non aiutano la nostra causa, scatenando una veloce risata dei Mangiamorte, tra le quali spicca una voce acuta e insopportabile di donna.
Un'altro fremito, un sussulto. La fiamma cresce e subito si paralizza come le mie gambe, sparendo, mentre i miei occhi vagano nel buio, il sangue diventa ghiaccio nelle vene e gli occhi si velano di lacrime a cui non do il permesso di strabordare e tracciare righe sul mio viso.
Devo vederla.
Dov'è?
Voglio averla il più lontano possibile da me.
-Il signore Oscuro l'ha sempre saputo- la sua voce mi fa scattare e puntare la bacchetta alla mia sinistra, perdendo la mia su Malfoy, ma acquistandola su Bellatrix Lestrange, che mi osserva visibilmente divertita. Non mi spaventa l'idea di essere scoperta rispetto al padre di Draco, per lo meno non è un pazzo, sa ragionare e sa che attaccarmi ora comprometterebbe i suoi compiti.
-Sempre...-dice Malfoy in un sussurro. -Ora, dammi la Profezia, Potter- il tono più impazziente e arrabbiato.
-Io voglio sapere dov'è Sirius!- dice più forte Harry.
-Io voglio sapere dov'è Sirius!- lo prende in giro la donna che tengo sotto tiro, ma tutti sappiamo benissimo che loro sono in netta maggioranza e probabilmente molto più pronti e preparati di noi. In molti tornano a ridere, sempre più vicini
È una trappola, vero?
Sirius non c'è mai stato.
-Voi lo avete preso, io so che è qui- ribatte Harry, senza essere più in grado di contenere l'agitazione.
-Il piccolo bimbo si è svegliato spaventato ed era sicuro che quel che ha visto è vero- continua a prenderlo in giro Lestrange, mentre il nostro gruppo inizia ad innervosirsi.
-Non fate niente, non ancora- dice Harry in modo che solo noi possiamo sentirlo.
-Lo avete sentito? Lo avete sentito? Sta dando istruzioni agli altri bambini- ride la donna. -Come se potessero combatterci-. In un eccesso di rabbia la fiamma sulla mia mano torna ad accendersi e i miei piedi fanno un passo verso la donna, ora la mia bacchetta è a pochi centimetri dal suo viso, come la sua la è dal mio. Ridacchia ancora, prima di parlare. -Ed ecco che la bambina coraggiosa viene a proteggere il fratellino. Forse non ricorda come piangeva ed urlava l'ultima volta- un ghigno cattivo sul suo viso fa indurire il mio sguardo.
-Non sono una bambina- dico tra i denti. -E io non piango- mento sentendo l'adrenalina crescere, allungo il più possibile la bacchetta su di lei, quasi a sfiorarle il volto, divorata dal bisogno di colpirla.
"Fallo".
No.
"Fallo".
Ignoro la voce concentrandomi sulla risata rauca e sommessa di Lucius Malfoy, ora alla mia destra. -Non farla arrabbiare, Bella. Non ce ne facciamo nulla se resta senza energie come l'altra volta...-dice in un sussurro, come se fosse sopra pensiero.
-Quella la recupererà in fretta- gracchia la donna divertita.
Il mio sguardo diventa più confuso.
-Potter, dammi la Profezia-.
-Io so che Sirius è qui! Io so che lo avete preso!- continua ad insistere.
-Lui non c'è Harry, non c'è mai stato- scatto, stufa di sentirlo mettersi in ridicolo.
-Dovresti ascoltare tua sorella, Potter. È tempo che tu impari la differenza tra la vita e i sogni. Ora dammi la Profezia o useremo le bacchette, non vorremo arrivare a quel punto, giusto?- dice Lucius, ma io tengo gli occhi incollati alla donna davanti a me.
-Fatelo, allora...- dice mio fratello con molta più sicurezza. Con la coda dell'occhio riesco a percepire le bacchette di Harry, Ron, Hermione, Luna, Ginny e Neville alzarsi.
Ma nessuno si muove, nemmeno la donna davanti a me.
-Dammi la Profezia e nessuno verrà ferito, Potter- dice l'uomo con molta più freddezza.
-Sì, certo- ride Harry, amaramente. -Io vi do questa Profezia....e voi ci lasciate tornare a casa,vero?- lentamente scivolo più lontano dalla donna, richiamata dalla mano insicura di Hermione e ricompattando il gruppo.
-Accio Profezia- dice subito la donna.
-Protego- è l'unica parola che permette ad Harry di mantenere la presa sull'oggetto.
-Oh...il piccolo Potter sa come si gioca- dice improvvisamente eccitta e piena di gioia. -Molto bene, allora...-.
-No!- scatta Malfoy. -Se dovessi romperla..-.
La donna si sfila il cappuccio da Mangiamorte e ignora il compagno. -Desideri una maggiore persuasione? Bene, prendete la più piccola. Lasciate che lui guardi mentre la torturiamo-. Io ed Harry scattiamo immediatamente davanti a Ginny, trovandoci uno di fianco all'altra, permettendo alla sorella di Ron di indietreggiare all'interno del gruppo. Se gli succedesse qualcosa Fred e George non me lo perdonerebbero mai.

Mary Lloyd, la chiave e il volto del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora